Le dieci bugie che si dicono sempre su Rafa Benitez

Il Behrami bisognoso di attenzioni che parla da Amburgo conferma che l'allenatore del Napoli è ben lontano dagli stereotipi che gli vogliono appioppare tifosi e giornalisti
  • calciomercatonapoli.it

    di Boris Sollazzo

    Sul Napoli l'informazione si diverte a mischiare le carte, creare polemiche, dare per sicure trattative in uscita e in entrata. Che gli organi di stampa di ogni sorta e colore (soprattutto rosa) non amino gli azzurri è cosa nota. Tra queste c'è il ritratto pieno zeppo di luoghi comuni che si fa sempre di Rafa Benitez. A cui, diciamolo, contribuiscono parecchio anche i tifosi. Ecco dieci sciocchezze che si dicono spesso e purtroppo volentieri sul nostro mister.

    1. Non ha carattere, è troppo vicino ai giocatori. Chiedetelo a Behrami e Cannavaro. O a Callejón, a cui non son bastati 20 gol per poter fare un allenamento all'acqua di rose nel ritiro precampionato. Valon voleva essere considerato un po' di piú, magari avere un abbraccio o una pacca sulla spalla. Paolo Cannavaro riceveva complimenti e faceva il solco in panca, nonostante fosse una colonna dello spogliatoio. E se c'è da dire qualcosa a qualcuno, da Abramovic a Moratti, dai suoi campioni al mercato, la dice forte e chiara. 

    2. É la foglia di fico di Aurelio De Laurentiis. É troppo aziendalista. Peccato che del pur buon mercato di gennaio 2014 ha scritto un editoriale non proprio conciliante sull'Indipendent. 

    3. É un integralista e se non vede un giocatore, meglio che vada via. E infatti in questo inizio stagione si gioca la carta Gargano a centrocampo, Britos terzino sinistro e si schiera spesso la squadra con il 4-3-2-1, o meglio il 4-2-1-2-1, con Hamsik piú centrocampista che trequartista. E nei secondi tempi addirittura si concede un 4-1-4-1. E giura di voler provare lo zemaniano 4-3-3. Gli manca solo il 7-3-0, ma con quello ci paga le tasse.

    4. Decide tutto lui. E infatti punta forte su Jorginho e ha sposato entusiasticamente l'acquisto dell'anno scorso di Dries Mertens. Entrambi pallini di Riccardo Bigon.

    5. Ha già deciso di lasciare Napoli. E qui o è schizofrenico, oppure un pazzo incosciente. Perché alienarsi le simpatie e le possibilità esterne dichiarando, dal suo sito, voglia di Napoli e progetti a lungo termine su Castel Volturno?

    6. É buono solo per le coppe. E in effetti una ne ha vinta, al suo primo anno in Italia. Ma molti dimenticano che ha fatto il record di punti partenopeo in campionato, dopo la rivoluzione, di gioco e giocatori, dell'estate scorsa. Con il record di reti.

    7. Non sa difendere. Qui basta vedere dati e gioco di Valencia, Liverpool e Chelsea per capire che è una sesquipedale cantonata. E forse sarebbe persino sufficiente godersi di nuovo l'ultima partita con il Barcellona.

    8. É solo fortunato. Molti dicono che sia l'erede di Sacchi solo per questo. Sarà, ma basterebbe vedere l'autorete di Reina in condominio con Britos contro il Livorno, Napoli-Udinese, la Champions League 2013-2014, le partite con il Parma, gli infortuni a catena dei suoi top player (tutti traumatici e non dipendenti dalla preparazione), Roma-Napoli dell'andata di campionato o anche solo le due partite con il Porto in cui Higuain ha sbagliato l'impossibile. Pensate ai suoi sorteggi "euronapoletani": Arsenal e Borussia Dortmund l'anno scorso, Athletic Bilbao ai preliminari di quest'anno. In confronto Paolino Paperino ha un gran culo.

    9. É succube del procuratore Quillon. Giá, deve essere per questo che non ha imposto la riconferma di Reina, sottolinenando piú volte che il suo stipendio era eccessivo - e figuriamoci all'amico procuratore quanto questo possa aver fatto piacere - e che i suoi assistiti li ha presi a prezzo di saldo, ingaggio compreso.

    10. É grasso. La verità è che siete prevenuti: è solo diversamente magro. 

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