Quattro complici di De Santis individuati dai pm: sarebbero nel giro dei gruppi ultras romanisti e dell’estrema destra

Secondo i nuovi sviluppi, riferiti dalla Gazzetta, non è ancora chiaro il grado di coinvolgimento delle sigle giallorosse. Ma già le voci di una soffiata sulla distanza degli ultras partenopei da Tor di Quinto avevano fatto sospettare complicità allargate
  • di Errico Novi

    Ci sono altri quattro nomi nel fascicolo della Procura. Quattro indiziati che il 3 maggio avrebbero partecipato con Daniele De Santis all’agguato di Tor di Quinto, degenerato nel ferimento di Ciro Esposito. Secondo le indiscrezioni riportate dalla Gazzetta dello Sport di oggi si tratta di ultras romanisti che farebbero anche parte di sigle dell’estrema destra capitolina. I pm che conducono le indagini, Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, vedrebbero proprio nella militanza di curva di queste altre quattro persone la possibilità di far emergere altri elementi utili. In particolare il grado di coinvolgimento dei gruppi della Sud. Mentre De Santis era stato da tempo allontanato dalla “direzione strategica” del tifo giallorosso, i nuovi indiziati sarebbero ancora nel giro.

    La “soffiata” sul percorso degli ultras partenopei: i gruppi erano ancora a Cinecittà

    Pochi giorni fa su questo sito riportammo le testimonianze raccolte tra alcuni tifosi del Napoli che avevano partecipato alla trasferta per la finale di Coppa Italia. E alcuni di loro avevano riferito il sospetto che l’agguato di viale Tor di Quinto fosse scattato dopo che il “commando” di aggressori aveva ricevuto informazioni sulla “composizione” del corteo napoletano: una colonna di pullman in cui, secondo la soffiata, non ci sarebbe stata traccia di ultras veri e propri. In effetti al momento degli scontri di Tor di Quinto il grosso degli ultras partenopei era da poco arrivato a Cinecittà. Ma una minoranza di militanti delle curve che aveva seguito un percorso separato era invece mescolata al corteo dei “tifosi normali”. E proprio la reazione imprevista di questi gruppi avrebbe costretto alla ritirata De Santis e i suoi complici finché, di fronte al prevalere dei napoletani, almeno uno di loro avrebbe estratto la pistola. C’è dunque questo aspetto della soffiata, delle informazioni acquisite dagli aggressori prima di passare all’attacco, che non solo conferma la premeditazione ma sembra alludere anche al possibile coinvolgimento di diverse componenti della curva romanista.

    Il “processo” di Casa Pound e le testimonianze: “Era un commando di 40 persone”

    Dagli inquirenti sarà approfondita anche la militanza politica dei sospettati. Sempre secondo quanto riferito dalla Gazzetta, si tratterebbe di giovani gravitanti nell’orbita di Militia Christi e Casa Pound. Uno dei quattro sarebbe stato sottoposto addirittura a un surreale “processo interno” a Casa Pound, con tanto di condanna ed espulsione da parte del leader del movimento di estrema destra, Gianluca Iannone. Che possa esserci comunque una complicità molto più larga rispetto al numero di nomi individuati finora dai pm lo suggerirebbe anche un’iniziativa in programma per il prossimo 7 giugno: un torneo di calcetto con raccolta fondi per Daniele De Santis. A questo elemento vanno aggiunte le molte testimonianze, che trovate nel già citato articolo pubblicato la settimana scorsa su questo sito, secondo cui la rissa degenerata nel ferimento di Ciro Esposito, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito avrebbe visto coinvolti almeno una trentina di romanisti e decine di napoletani.

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