Il giornalista Rai Marco Lollobrigida contro Maurizio De Giovanni su Twitter. Senza far nomi, solo insulti

"I vigliacchi tornano nell'ombra". Così chiude il suo tweet contro lo scrittore il giornalista Rai, che parla anche di "giornalismo stercorario" e lo definisce "mezzo scrittore". Il servizio pubblico scivola sempre più in basso
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    di Boris Sollazzo

    Dopo il danno, la beffa. E allora diciamolo: il canone non va pagato, va strappato, se vogliamo davvero difenderci. Da napoletani e da cittadini italiani, se siamo ancora ritenuti tali. Marco Lollobrigida, fino a prova contraria un nostro dipendente, dal momento che il servizio pubblico e i suoi assunti vengono pagati con quella bolletta di più di 110 euro che ci arriva ogni anno, è andato oltre. E dobbiamo pretendere un provvedimento drastico nei suoi confronti, visto che quei soldi dobbiamo versarli, anche se la Rai non la vediamo. Sempre. Ma ora basta. Non solo ci prendono in giro con telecronache ridicole, faziose, razziste. Non solo nella finale di Coppa Italia sovvertono la verità, la manipolano, la occultano, la direzionano. Non solo nella semifinale precedente il giornalista e prima voce sperava nel recupero degli ospiti oltre il sopportabile e in maniera imbarazzante persino per chi, in quel momento, era in diretta con lui. Non solo in Lazio-Napoli ignorano, i colleghi del Lollobrigida, i cori vergognosi della Curva Nord dell'Olimpico (come poi hanno sottovalutato quelli di Roma-Napoli di sabato) e parteggiano per i biancazzurri, soprattutto Marco Tardelli - c'è anche un bel video della loro esultanza - dando un giudizio grottesco e improbabile sul match (come ieri d'altronde). Non solo inventano, ieri, il famoso "fuorigioco che non vale se poi si segna dopo 40 secondi". Ora, dopo aver cacciato Maurizio De Giovanni (cliccate se volete "ripassare" quello scandalo) per le legittime critiche espresse nella sua rubrica in prima pagina sul Mattino, pensa bene, la Rai, nella persona di questo giornalista lo insulta. Pesantemente, volgarmente, vigliaccamente. 

    In questo tweet che meriterebbe una querela da parte dello scrittore - se non fosse che, vile come la Curva Sud, visto che il collega non fa nomi - non solo con scarsa umiltà e alcuna obiettività si produce in un "Stamattina non leggo di mezzi scrittori. O esibizioni di giornalismo stercorario. Strano. O forse no. I vigliacchi tornano nell'ombra", ma pensa bene, poi, di insultare anche chi si permette di mettere in dubbio la sua professionalità, tra gli utenti che si permettono di protestare per i suoi toni e i suoi contenuti. Se come giornalista, tra calcio e canottaggio, abbiamo già valutato il suo valore, ora scopriamo che è mediocre pure come comunicatore. Per dire: a Lina Miele (ho scelto lei perché, conoscendola di persona, so quanta classe, educazione e grazia abbia) pensa bene di scrivere "Ti blocco, scusa, sei troppo brutta, mi fai paura". 

    E allora noi chiediamo alla Rai, di cui siamo di fatto azionisti, di bloccare Lollobrigida. Non solo sui social. Andiamo tutti su twitter, se possiamo, tagghiamo @raisportweb e chiediamo il licenziamento di questo signore. Con i toni civili che lui non conosce. Niente minacce, niente insulti, non scendiamo al suo bassissimo livello. In maniera circostanziata lamentiamoci e chiediamone l'allontanamento. Noi, tifosi del Napoli, siamo d'altro livello.
    E stiamo tranquilli per il buon Marco: troverà sicuramente posto a Tele Padania. Certo, dal 2014 non trasmette più, ma pare ci sia ancora lo streaming. Noi non ci sentiamo rappresentati da un vile, maleducato, maschilista che è convinto di poter dare lezioni di scrittura e giornalismo a uno dei migliori autori italiani. Al di là di tutto, con questo giudizio, mostra un'incompetenza che va punita.

     

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