Il San Paolo vuoto, un segnale grave. Di chi è la colpa?

Stasera contro lo Slovan previsto il minimo di presenze sugli spalti dell’era de Laurentiis. Ma spiegare il tutto solo con lo scarso appeal dell’Europa League equivale a mettere la testa sotto la sabbia
  • diariopartenopeo

    di Domenico Zaccaria

    Prima o poi doveva accadere: stasera contro lo Slovan Bratislava il San Paolo registrerà il minimo storico di presenze dell’era De Laurentiis. L’avversario non è certo di grande richiamo e nemmeno la lotta per il primo posto nel girone – con la qualificazione già messa in cassaforte – riesce a scaldare i cuori dei tifosi. Ma sarebbe riduttivo non allargare il campo dell’analisi oltre alla partita di Europa League: intorno al Napoli c’è un clima di disaffezione evidente. Il San Paolo che si riempiva nelle serie minori ora presenta ampi spazi vuoti anche nelle gare di cartello (vedi la Roma) e in campo non ci sono Sosa e Varricchio, ma Higuain e Callejon. La crisi economica? Balle. Il Napoli pratica prezzi fra i più bassi d’Italia e l’anno scorso il San Paolo è stato il secondo stadio d’Italia per presenze. La verità è che in questi mesi si è creata un’evidente frattura fra società, squadra e tifosi: una divisione che affonda le sue radici nella mancata qualificazione in Champions, in un mercato deludente e in proclami scudetto troppo azzardati in relazione agli investimenti in programma; ma anche nell’atteggiamento di una squadra che mal si sposa con una piazza che vuole, prima di tutto, la maglia sudata “al di là del risultato”. Una squadra bella (alle volte) che non balla (quasi mai), che dà sempre l’impressione di non riuscire andare oltre i propri limiti non tanto per i meriti dell’avversario, quanto per demeriti propri. Il San Paolo vuoto è un segnale grave che deve far riflettere. La società, prima di tutto, perché il tifoso ha anche bisogno di sognare, non solo di sapere che il bilancio è in utile da 7 anni; ma allo stesso tempo ha bisogno di chiarezza sugli obiettivi stagionali, perché non puoi parlare apertamente di scudetto mentre compri David Lopez, Michu e Koulibaly. Ma è arrivato il momento che anche Benitez e la squadra si assumano le proprie responsabilità: vanno bene gli appelli a remare tutti dalla stessa parte, ma quanti di quei maledetti pareggini interni potevano essere trasformati in vittorie con un minimo di cattiveria in più? Di giocatori con limiti tecnici, ahimè, la platea del San Paolo ne ha visti davvero tanti; ma sono i calciatori senza “cazzimma” ad allontanare il tifoso napoletano. E questa squadra sembra averne più di uno.

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