Dai tifosi del Celtic a quelli del Borussia, così ho scoperto che Napoli non è in Italia, ma in Europa

I biancoverdi preparano uno striscione da esporre a San Siro contro la discriminazione territoriale, mentre i gialloneri hanno consolidato il nostro gemellaggio prima della sfida alla Juventus
  • ultras-celtic.com

    di Alessio Capone

    Ieri mattina il risveglio è stato dolce. Un Napoli privo della sua punta di diamante ha fatto sua una partita difficile e per nulla scontata contro un Sassuolo ben organizzato, concedendosi il lusso di avvicendare gente del calibro di Hamsik e Gabbiadini con innesti di tutto rispetto quali sono Mertens e De Guzman. Un Napoli consapevole e maturo, in grado di gestire con serenità i venti minuti finali di inferiorità numerica frutto di un gesto sciagurato del belga che è sfociato in una più che condivisibile espulsione.

    Doveva essere ed è stata la mattina di Zapata, un gioiello da coccolare, come è giusto che sia. Così, la pausa caffè è trascorsa veloce nella carrellata di giudizi e commenti sulla prova di lunedì sera degli azzurri. Ma è stata anche la mattina di una conferma bellissima. Da un articolo de Il Napolista ho appreso di che un tifoso del Celtic ha chiesto ai suoi tifosi di perpetrare la contestazione ai cori anti napoletani con uno striscione da esporre a San Siro nel prossimo incontro di Europa League contro l'Inter. E lo ha fatto sulla pagina ufficiale dei supporters scozzesi a tinte bianco verdi, rimandando ai valori ai quali si ispira la tifoseria, ricordando che il club è stato fondato per dare rifugio agli oppressi. Nell'articolo, in sostanza, si è dato credito e conferma alle voci circolate settimana scorsa e riguardanti i fischi dei tifosi scozzesi durante i soliti cori che oramai echeggiano ogni domenica nei nostri stadi. Così, all'italiano "lavali col fuoco" il Celtic Park avrebbe contrapposto un britannicissimo "Come on Naples!".

    Certo che è strano. Proprio nell'anno in cui nella nostra serie A, anche con l'avallo del nostro presidente, si è derubricato il reato per discriminazione territoriale, dando in sostanza il via libera ad ogni tipo di coro e striscione perché "cazzo vogliono? è vent'anni che cantiamo sti cori e adesso questi pretendono di chiuderci la curva", dall'altra parte dell'Europa si prendono cura di un tema così trascurato dai nostri media e dalla gran parte della popolazione.

    Ma non è finita. Di ritorno da Bergamo, sulla A4 in direzione Milano/Torino una vettura si è affiancata alla mia all'altezza di Sesto S.G. e ha sfoderato delle sciarpette giallonere. Non ho resistito e ho cominciato a suonare. Sul veicolo diretto verso Torino (direi) hanno fatto capolino dei visi giovani, dai tratti fortemente alemanni e con un sorriso stampato tra il sorpreso e l'incredulo. "Forza Napoli!" ho urlato loro. "Sempre Napoli!"  mi hanno risposto col pollice sollevato. Il gemellaggio esiste e si sta consolidando anche con piccoli e semplici gesti.

    Questa strana giornata si è conclusa con un "invito a mettere mi piace" alla nuova pagina facebook "Napoli Celtic Friends". E così, martedì 24 febbraio, il Napoli ha scoperto di non essere in Italia, ma di essere in Europa. Che giornata fantastica.

    Come on Naples.

    Forever, however and everywhere.

     

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