E' passato Natale, e mi vien voglia di abbattere un Abete.

Sento parlare i Caressa sul razzismo e penso che siano troppi i Galliani nel pollaio a parlare.

Penso anche che a proposito di cori e striscioni, il silenzio è d'oro, ma non è di Aurelio.

E ho avuto paura come tutti, per il terremoto. Ho letto, come tutti, gli insulti e gli auguri poco eleganti arrivati al nostro indirizzo, solo pochi secondi dopo, dal profondo e civile Nord, quando vittime e danni non potevamo (e potevano) sapere se ci fossero stati o meno.

Poi ho pensato ai ragazzi della curva B e alla loro solidarietà agli ultras idioti di Inter, Milan, Juventus e affini. A chi ha ridicolizzato e disinnescato la normativa che squalifica curve e stadi per razzismo.
E mi sono detto che se è sventurata la terra che ha bisogno d'eroi, lo è ancora di più quella che non sa difendersi, non sa amarsi, non sa vivere con orgoglio la propria napoletanità ma solo la propria presunta mentalità.

Sapete che c'è? "Il Vesuvio è la terra che amiamo e dell'eruzione ce ne freghiamo".

Buon anno a tutti, persino agli (in)utili idioti.

(Boris Sollazzo)