Extravascio: Don Ciro, Lorenzuccio, i legaioli e un pacco veronese...

Giulietta è stata castigata ancora una volta. Da un napoletano, per giunta.
  • di Manfredi "Freddy" Adams

    Ancora una volta cori senza scuorno a Verona. 

    ‘Ncoppa a Verona-Napoli songo stati scritti trattati a zeffunne del perché c’è così tanto astio, proprio pe’ nunn’ ‘o chiammà odio, tra le due tifoserie (tra le piazze, più in generale) del Triveneto e del Napoletano. Je nun ve voglio ammurbà pecché nun songo ‘nu filosofo, ma leggenno qua è là qualche dichiarazione di legaioli e gente ca manco ce cunosce, giudicandoci incivili ed indecorosi, quacche ccosa mi ripota indietro nel tempo e ve lo voglio spiecare. Allora come oggi (vedi la questione Islam) è la non-conoscenza, o semplicemente “la convenienza” ad etichettare popoli diversi come il male assoluto, per giustificare tante malefatte. Chi ave st’arroganza ‘e parlà pe’ vvocca ‘e tutte quante, indirizza la massa pecoreccia verso quello che vuole, creando un popolo addomesticato (avite visto in questi giorni quanta bannere frangesi sui “social”?) e canaglie di turno. Creato il male, cioè i terroristi o, comme diceva Pinotto, i colpevoli di essere nati sotto un accento sbagliato, si deve creare il rimedio. Si comincia con la condanna mediatica e si procede all’eliminazione. È successo pure ai Napoletani con gli stessi metodi attuati oggi negli attentati di Parigi. Partendo dalla Rivoluzione Francese, il sistema per creare dei mostri è sempre lo stesso. Se mi date il canzo vi spiego l’odio verso i Napoletani, che parte da luntano.

    Quando, prima dell’unità italiana, i nostri territori producevano il petrolio di oggi, e cioè ‘o zolfo, le grandi potenze di allora ci volevano colonizzare, accaparrandosi anche le ricchezze economiche. Crearono moti e ribellioni ad hoc nei nostri territori per far dire al mondo che la repressione di idee nuove e liberali, da parte del Governo locale, veniva affogata nel sangue. Inghilterra e Francia (toh, chi si rivede) convinsero tutto il mondo che il problema Napoletano doveva essere risolto in loco demonizzando il Re Borbone come sanguinario e bombarolo. In seguito organizzarono l’aggressione (partecipando in modo significativo) che sfociò con l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno savioardo. Se songo pigliati ‘o bbuono e lassato ‘o mmalamente. I Generali di allora, entrati in azione dopo la farsa dei Mille di Galibbardo per sopprimere i reazionari, ebbero a dire frasi contro i Napoletani degne del miglior Borghezio o Salvietta. Qualche esempio? Cialdini: <<Affrica, altro che Italia! I beduini a confronto di questi cafoni sono latte e miele, fior di virtù civile!>> D’Azeglio: <<La fusione con i Napoletani mi fa paura, è come mettersi a letto con un vaiuoloso!>>, per non parlare dello scienziato Lombroso che definiva le persone del Sud predisposte al delinquere. Stammo parlanno ‘e 150 anne fa…

    Con questi presupposti può essere spiegato lo strascico di rancori ed avversioni tra italiani del Sud e del nord. È più facile additare il cittadino del Sud di colpe (non sue) e di aver scelto male i propri rappresentanti politici anziché addentrarsi con passione in territori che per manipolazione mediatica o disinteresse storico si evitano. Ci hanno tolto tutto, la colpa è nostra; statevene a casa vostra; non vi fittiamo case, siete terùn! Poi con l’avvento della Lega (sempe Pinotto diceva che è una vergogna!) e l’era maradoniana dove vincevamo spesso a casa loro, l’astio e l’odio sono montati a dismisura. E stammo ancora a parlà di divisioni, forse incolmabili, e di questione meridionale, purtoppo mai risolta... Ve n’accurgite pure vuie quant’analogie con quella che oggi vene definita questione palestinese o questione islamica? Stesse tecniche di disinformazione, stessi mire espansionistiche e soprattutto stesse ffamiglie ‘e banchieri che muovono i fili del gioco (Massoneria?). Solo che un tempo gli oppressi erano chiamati briganti…oggi invece spietati terroristi.

    Veniamo alla partita. N’ata mazzata ‘nfronte p’ ‘e napulitani. All’ora della colazione appena fernuta nun se ponno vedé partite ‘e pallone. Ll’addore d’ ‘o ccafè ancora gira pe’ tutto ‘o Vascio, comunque chest’è! E pe’ ve fa capì come sono fantastici i veronesi, allo stadio, primma hanno cantato l’inno della Francia (che in questi giorni ha voluto dire solidarietà) e poi il solito invito al Vesuvio di purgarci con i suoi effluvi… ‘o ttuosseco primma d’ ‘o rraù! 

    Partita tosta, gli amici di Romeo si chiudono per tutto il primo tempo e nuie nun riuscimmo a truvà lo spunto giusto. Il palleggio a centrocampo lo abbiamo noi, Giorgino è il vero faro, ma a dispetto dell’83% di possesso palla, andiamo al tiro 3 volte e nemmeno pericolosamente. Ci controllano bene. Nun ce lassano spazi. Lorenzuccio in ombra e Calleghion impalpabile: ‘o truove addò nun serve.

    Facimmece ‘a croce e accumenciammo stu sicondo tiempo con cazzimma, guagliune mie! S’adda signà o si nò significa ca nuie, si lloro se metteno tutte e dieci annanzi all’area di rigore a difennere, nun sapimmo truvà ‘nu pertuso pe’ ffà gol. 

    Purtroppo nun truvammo ‘o spunto e anzi, ‘o Verona trova pure ‘o curaggio e s’affaccià nella nostra metà campo. Lorenzuccio sbaglia troppo, il pubblico lo innervosisce, lo becca, gli dedica coretti degni di tutte ‘e piecuri che lo offendono e tutti ccà, annanze ‘a televisione, quanno vedimmo Omar quant’è brutto pronto alla sostituzione, scommettiamo sull’uscita dell’unico napoletanissimo in campo. Pe’ ffurtuna mister Sarri nunn’è ‘nu st….upido e capisce che se sostituisce lorenzuccio lo ammazza e lo consegna al pubblico flagellamento. 

    Ed è così che Lorenzuccio poi ripaga il suo allenatore e tutti i napoletani con un bellissimo gol, che ancora una volta permette a tutti i napoletani che vivono da quelle parti di sorridere per un altro anno ancora. E pure noi tifosi sorridiamo e diciamo che Giulietta è stata castigata ancora una volta. Da un napoletano, per giunta.

    L’opera nell’Arena la chiude il tenore più bravo, un altro acuto dopo il crescendo di assist degli altri due tenori: Marekiaro per Lorenzuccio e quest’ultimo per il Pipita. Stesso spartito, sonano ‘a stessa museca e l’armonia se vede! Tutti gli orchestrali, dopo la drammatica scena del doppio affondo, partecipano con i loro strumenti e addormentano i ppresenti con un costante ed imprendibile possesso di palla fino al triplice fischio. Ma giusto per regalare qualche sussulto al pubblico abituato alla nota azzurra di accompagnamento, provano a riscrivere un finale più rotondo con altri due assoli vicino alla porta giallastroblù, ma va buono accussì. 

    Bello vedere ‘a squadra nosta pazientare e non avere chella foga ‘e strafà. Alla lunga le cose si sono messe a posto, penzo ca pure lloro nun teneno scuse ed abbiano accettato la sconfitta. Un’ultimissima cosa: Don Ciro nun se scorda ‘o terramoto ‘e trentacinche anne fa, nun se scorda che paura e che tragedia è stata per tutti, ma nun se scorda nemmeno il primo pacco di aiuti ricevuto nel Vascio proprio da Verona. 

    Forza Napoli e avanti così!!

     
     
     
     
     

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