Extravascio: Don Ciro e il derby delle Due Sicilie

La sfida del San Paolo vista con gli occhi di una storia secolare.
  • di Manfredi "Freddy" Adams

    Napoli-Palermo è un incontro regale, sissignore! È il derby delle Due Sicilie!Ma non tutti sanno, oppure hanno dimenticato, cos’erano le Due Sicilie. In questo m’aggio fatto aiutà dal sommo Don Salvatore, grande studioso di cose meridionali. <<Il Regno delle Due Sicilie è l’unione di due Regni (di Napoli e di Sicilia). La nostra vera nazione, quella che ha forgiato il nostro DNA, cominciò nella notte di Natale del lontano 1130 con i Normanni di Ruggero II, comprendendo territori al di qua e al di là del faro (inteso come Faro di Messina, cioè lo stretto di Messina) fino alle terre del Papa, e rimasta territorialmente unita fino al 1861. Ai Normanni seguirono gli Svevi, gli Angioini e gli Aragona; a loro subentrarono gli Spagnoli e poi gli austriaci (Asburgo) per soli ventisette anni. I più importanti sovrani delle varie casate furono nell’ordine: Ruggero II d’Altavilla, Federico II di Svevia, Carlo I d’Angiò, Alfonso I d’Aragona e il vicerè spagnolo Pedro de Toledo. Nel 1734 la Spagna rioccupò il Regno strappandolo agli Asburgo e iniziò l’era borbonica (durata 130 anni) con il primo, illuminatissimo Carlo di Borbone, fino a Francesco II. Una storia lunghissima (eravamo popolo da 730 anni!!) dove Napoli e Palermo sono sempre state in qualche modo legate da una stessa sorte, dagli stessi connotati e da grande spessore culturale>>.

    E aggiunge, con fare cattedratico:  <<La storiografia ufficiale continua ancora oggi a sostenere che, al momento dell’unificazione della penisola (1861), fosse profondo il divario tra il Mezzogiorno d’Italia e il resto dell’Italia: Sud agricolo ed arretrato - Nord industriale ed avanzato. Questa tesi è insostenibile a fronte di documenti d’Archivio inoppugnabili che dimostrano il contrario, ma gli studi in proposito, già pubblicati all’inizio del 1900 e poi proseguiti fino ai giorni nostri, sono considerati, dai difensori della storiografia ufficiale come faziosi, filoborbonici, antiliberali e quindi non attendibili>>. Dopo una bella risata chiena mi ha pure detto: <<Carta canta! E quando ai sostenitori dell’arretratezza del Mezzogiorno mostri i documenti ufficiali, loro non sanno cosa fare, cosa dire, e al massimo sanno risponderti col libro “Cuore”.>>

    Don Salvatore giusto ajere assera prima del gemellaggio culinario che appresso vi racconto, me dicette che quando il Napoli incontra squadre del Sud nun sape fà nu tifo appassiunato: <<Il senso di appartenenza ad una terra dal glorioso passato, infatti, travalica anche il legame con i propri colori calcistici>>. 

    Dint’ ‘e Quartieri poco prima della partita serale si è giocata un’altra grande sfida tra le Capitali del Regno delle due Sicilie. Street Food meridionale la materia del contendere. L’incontro-scontro, è nato da un’idea della famiglia di Donna Luciana Romaniello e Donna Rosalia dell’Antica Pasticceria Siciliana. Si è fermato il traffico tanta la gente!!..

    Il primo tempo ha visto protagonista Donna Rosalia con i pastellati di verdura, cardi e cavolfiore affogati nella pastella preparata a regola d’arte e fritti nel calderone di olio vollente.

    La famiglia Romaniello ha risposto con le collaudate frittatine con la pasta di Gerardo di Nola, ciurilli (fiori di zucca) pastellati ripieni di ricotta di bufala, crocchè e arancini, scagliuozzi di polenta del Mulino di Casalnuovo. Palermo prova un contropiede con pane, panelle e cazzilli (i nostri crocchè), praticamente la base della rosticceria siciliana, un connubio senza precedenti di mescolanze di farina di ceci e patane, immerse in un morbido panino al sesamo. Napoli rintuzza l’affondo e, su assist della zia Carla, con il sugo realizzato con pummarolelle del Vesuvio, va a rivestire e ad insaporire l’impasto soffice delle “montanare”.

    Primo tempo intenso e faticoso finito in parità.

    Il secondo tempo inizia col botto. Da Napoli un classico: il calzone fritto ripieno di cicoli, ricotta e provola di bufala, il pezzo che va a chiudere un mosaico di sapori mediterranei, che ci fanno tornare indietro nel tempo, quando con pochi  e semplici ingredienti si riusciva a sfamare una quantità di persone. Palermo, invece, conclude con il famoso  “pani ca meusa” (panino con la milza), dall’antica usanza “da strada” di friggere tranci di milza inseriti in un morbido pane al sesamo. Il finale della disputa si chiude in bellezza, anzi in dolcezza, i palati sono stati deliziati dalle sfogliatelle e dai cannoli siciliani.  Abbracci, baci per tutti e grandi incoraggiamenti per la partita di calcio che sarebbe cominciata di lì a una mezz’oretta circa.

    Il pareggio culinario, purtroppo per il nostro Napule, è succiesso pure al San Paolo. Anche se siamo entrati in campo con il piglio giusto, con tante occasioni, un rigore a favore non fischiato e tre gol bellissimi, la squadra ha sciupato tutto mostrando ancora grossi limiti difensivi. Forse ognuno di loro non riesce a ddà ‘o mmassimo, manca serenità e scioltezza nei movimenti e il centrocampo non da una mano. Parimmo troppo slegati tra fase offensiva e fase difensiva. Mertènz quanno parte titolare non ingarra, vuò vedé ca Don Rafèle ‘ncoppa ‘a panchina vede bene a farlo entrare quando gli altri sono stanchi e isso è nu pucurillo cchiù frisco? Mah, chi po’ dicere…

    Trovare lati positivi in questa partita è difficile, pure pe’ nu patuto comme a mme, ma almeno, visto comme ci è girata fino a mmò, nun avimmo perzo! Contro il Chievo e l’Udinese abbiamo perso creando molto, stavolta seppur creando tanto e subìto altrettanto, avimmo segnato e nu punto l’avimmo rusecato! Abbiamo mosso la classifica… Pigliammece sta cosa bbona: la settimana scorsa in classifica eravamo quasi ultimi, stasera simmo a metà classifica. Ma il fatto allarmante è che pigliammo gol con troppa facilità! Che peccato…chesta era ‘na partita da “aizare” a tutti i costi, stuorto o muorto, e invece stammo ancora ccà che ci scervellammo pe’ capì cos’è che ancora non va. Uè, ma ci fossimo scurdate comme si vince? Jammo bello guagliù, bisogna ripartire con i tre punti! Vietato mollare, sudiamo ‘sta gloriosa maglia e jammece a piglià ‘e tre punti a Sassuolo!!

    È nei momenti difficili se vedono ll’uommene, fateci essere orgogliosi di voi!

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