Real Madrid-Napoli? De Laurentiis ha ragione. Ecco perché

Aurelio ha smosso un ambiente che stava già elaborando il lutto e ha catalizzato contro di sé tutta l’attenzione della stampa e dei tifosi
  • di Francesco Pacifico

    Caro Extranapoli, rassegnati, DeLa ha ragione. E non soltanto perché in tempi di business fatti con il culo del altri – per parafrasare l’esponente più autorevole del capitalismo italiano della Seconda Repubblica, Stefano Ricucci – ci mette i soldi. Tanti soldi. E seppure fossimo di fronte a uno sfogo, a un embolo che è iniziato a risalire verso il cervello dopo il gol di Insigne per poi implorare davanti alle telecamere, le parole del presidente dopo Real Madrid-Napoli contro Sarri e la squadra sarebbero ancora più sacrosante. Di più, è la mossa geniale (e forse disperata) di un One man show che in un secondo è riuscito a togliere dal guado la sua creatura.
    Perché diciamocelo, a Madrid il Napoli, nello stesso momento, ha raggiunto il suo massimo picco di fama internazionale e ha visto crollare tutto il lavoro fatto negli ultimi dieci anni. Nei giorni precedenti al match la stampa di tutto il mondo si è soffermata sia sulla qualità di gioco degli azzurri sia sui timori dei madrilisti. Siamo stati trattati come una grande del calcio mondiale. Poi siamo arrivati a Madrid e ci siamo comportati come se fossimo a una scampagnata aziendale: il folklore, il solito Maradona costretto a fare da mascotte, eppoi la mollezza in campo, una partita giocata soltanto per mezz’ora… Non a caso DeLa ha parlato di mancanza di cazzimma, di mordente e furbizia che si sono visti soltanto nel gol di Insigne, della mancanza di programmazione che fa sì che a quasi 8 mesi dalla cessione di Higuain l’attacco del Napoli si regga su un’intuizione e un azzardo di Sarri. In una città dove tutto è affidato al caso, chiedere di superare l’improvvisazione imperante ha quasi un sapore salvifico.
    È innegabile che Maurizio Sarri abbia dato al Napoli il più bel gioco dai tempi dello scudetto. E l’ha fatto perdendo l’unico campione (Higuain) e trasformando ragazzini in campioni. Così come palese che nell’improvvisazione denunciata dal presidente, DeLa ci abbia messo tantissimo del suo: non ha mai dato alla società una struttura manageriale adeguata, non ha ancora presentato un progetto serio sullo stadio, ha promesso e non realizzato il più grande vivaio (la Scugnizzeria) che in città avrebbe anche una finalità sociale. Detto questo, proprio perché il Napoli deve uscire dal guscio delle provinciali, non ci si può accontentare di andare a Madrid per fare una passerella e poi giocare col coltello nei denti al ritorno, nel fortino del San Paolo, soltanto per uscire con onore.
    E siccome l’occhio del padrone ingrassa il cavallo, DeLa ha fatto bene a pronunciare quelle parole a caldo. Ha smosso un ambiente che stava già elaborando il lutto e si era anche assolto per la molle partita giocata. Ma soprattutto, criticando Sarri e la squadra, ha saputo catalizzare contro di sé tutta l’attenzione della stampa e l’odio dei tifosi, evitando che questi si scagliassero contro i calciatori e il gioco espresso contro il Real. Molto paternalistico, ma anche molto coraggioso e pratico in questo momento.

    Condividi questo post