Benitez pollo, Aurelio pappone: 10 motivi per cui non ce la faccio più a sopportare i tifosi immemori

Grido di dolore di un tifoso del Napoli che proprio non ce la fa a sputare sulle gioie degli ultimi anni.
  • di Boris Sollazzo

    Sono esausto. Pur di offendere Aurelio De Laurentiis, pur di dargli del pappone, del profittatore, del "meglio in c", del "ah Ferlaino, con lui che si vinceva", alla fine offendono anche te. I più aggressivi ti danno del venduto - a chi? neanche l'intervista per il libro m'ha dato il presidente -, i più morbidi, dell'ottimista ottuso. Nonostante i risultati ci dicano, con i numeri e i trofei, che a non ragionare sono loro.

    1. Il primo step è sempre quello: "nessuno segue il fair play finanziario, solo noi". Poi scopri che il Parma esce dall'Europa League per l'Iva non pagata e la Stella Rossa non farà la Champions. Che si salvano con megamulte Psg e Manchester City per la partita di giro che fanno con gli sponsor proprietari. Succederà anche alla Juventus, che si farà dare 120 milioni di euro dalla Fiat per un contratto fino al 2021, per arginare il rosso di 160 e i debiti per 200.
    Fanno bene a chiamarlo De Pezzentis: vincere due coppe Italia, arrivare secondo una volta e terzo due, senza neanche avere un'industria automobilistica, un colosso delle scarpe, pozzi petroliferi a iosa o almeno una holding delle comunicazioni, è veramente da poveracci. Da accattoni, direi. Loro ti fanno i conti in tasca, sempre: disprezzano il costo esagerato di Higuain come la richiesta di prestiti. Ma applaudono a Iturbe a 31 milioni di euro o ad Astori in prestito con diritto di riscatto.

    2. Poi si fanno prendere dalla nostalgia. Ferlaino: se glielo dici inorridiscono e ti dicono che sei nel passato, poi come Roger Rabbit con "Ammazza la vecchia", gettano la maschera. "Con lui due scudetti e una Coppa Uefa" ti dicono, con un riflesso pavloviano. Per carità, se è per questo anche una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana.
    Non ricordano che ci mise sette anni a vincere una Coppa Italia. E ben diciassette ad arrivare al tricolore. E non partiva dalla C. Ah, poi andate a vedere le campagne acquisti di Corraduccio: Maradona escluso, ci fossero stati i social network, gli avrebbero dato del pappone ogni ora. Anche dopo le vittorie, compravamo pochissimo. Però l'ingegnere metteva in giro le voci di Vialli, Zenga, persino Baggio. Ricordo la sua programmazione: perfetta. Per i suoi interessi: chiedete alle banche e alle procure. Tutti parlano dei 50 milioni di euro del Napoli nel bilancio, nessuno ricorda che il bilancio allora era fantasioso assai.

    3. A proposito del pappone: gli stessi che si lamentano delle amichevoli a pagamento o delle carissime partite di Champions, non ricordano forse l'associazione a cui versare un obolo obbligatorio per abbonarsi negli anni di Diego? Di chi era? Ah, ma con Ferlaino che bella che era la vita...

    4. Ma noi guardiamo al presente e al futuro, ti dicono, quando gli ricordi che quel fenomeno prima ti ha portato in B con tutti i record negativi possibili, poi non contento ci ha venduto a Corbelli. A uno che bastava guardarlo in faccia per capire dove ci avrebbe portato.

    5. Poi, sono quelli che postano i movimenti di mercato delle altre squadre per urlare la propria insoddisfazione per un uomo che ci ha preso falliti e ci fa vivere ai piani alti. Ti dicono che degli altri non gliene frega nulla, ma poi lo fanno, non resistono.
    Magari vorrebbero Pallotta e Sabatini. Vorrebbero quindi Luis Enrique, Zeman senza acquisti adatti e poi lasciar andar via Montella e magari godersi pure Andreazzoli. Poi campagne acquisti con pippe tonitruanti come José Angel e soci o una in cui addirittura si vendono mezza squadra, tra cui i due giovani più forti e prendono un allenatore sconosciuto, noto per i suoi video su youtube in cui suona la chitarra. Arrivano secondi è vero, ma a Napoli sarebbero stati crocifissi al contrario già a metà luglio. Ti diranno: però guarda quest'anno che fanno. Chiudete gli occhi e immaginate gli stessi giocatori arrivare a Napoli: sono già diventati scarsi e vecchi, vero? Ma ora che sono alla Roma, quanto sono forti!
    Meglio la Juventus, che con tutte le sinergie che ha, si è preso un laterale del Verona, l'Inler dei poveri e Evra, unico possibile titolare dei nuovi arrivati. Forse.
    Tu i tuoi te li tieni tutti e senza mal di pancia: senza Benatia insofferente, Gervinho imbronciato o Vidal che ogni giorno destabilizza l'ambiente.
    A Firenze con un presidente che fattura un miliardo d'euro (dieci volte quanto De Laurentiis, ogni anno!), la calma è piatta. Al Milan vogliono i nostri scarti, all'Inter si esaltano per giocatori che noi disprezzavamo quando li cercava Mazzarri.
    Tutti papponi.

    6. Vi rendete conto, poi, che cominciano a finire gli argomenti. A quel punto arrivano i più raffinati e intelligenti. Quelli che si lamentano della panchina. Sia nel senso delle riserve (Gargano, Britos, Radosevic novello goleador, Vargas), sia nel senso dell'allenatore. "Non si può andare al preliminare con loro!". Vero. Infatti ci vanno Albiol, Fernandez e Koulibaly, Inler e Jorginho. Al massimo Dzemaili. O Zapata.
    Sul secondo, nell'ordine: prima non aveva capito l'Italia. Poi ha vinto. E allora non ha capito De Laurentiis. Insomma, tutti a giurare sulla grande intelligenza di Rafa, ma in verità per loro non capisce una mazza.

    7. La teoria di Benitez pollo. Questa è magnifica. Dunque, è una tesi complottista per cui Rafa sarebbe la foglia di fico di Aurelio. Non si capisce se consapevolmente o inconsapevolmente.
    Tenete conto che il nostro mister ha mandato a sperdere Moratti dopo aver vinto un mondiale per club perché voleva degli acquisti seri. E ha rinunciato all'oro di Abramovic perché non accettava il suo progetto. Lo ha fatto con parole chiare e decise, quasi scortesi. Però a Napoli, magari per la bontà della pizza o della bufala, non ce la fa. Si fa fare fesso. E per di più affida a messaggi entusiasti sul suo sito e a conferenze stampa chiarissime i suoi criptici messaggi in codice che sanno decifrare solo gli "incontentabili" (copyright Gino Di Mare, Malati Azzurri). I poveri accontentabili (copyright idem), sono analfabeti purtroppo. Non sanno leggere. Nel pensiero.
    Oppure Benitez, per altri, lo fa di proposito: sono quelli della mozione "se ne va il prossimo anno". Perché Aurelio é colpevole di non avergli ancora rinnovato un contratto che scade a giugno 2015. Sarebbe utile lo facesse in fretta - questa é la cosa che angoscia me, non il ritardo negli acquisti - ma diciamo che di tempo ne ha. Il nostro allenatore, però, si vede che vuole perdere un anno a Napoli, in questo caso: sapendo questo, perché non chiedere il rinnovo o ancora meglio dimettersi quando tre grandi nazionali sono senza allenatore, il Psg pure e anche il Manchester Utd non si sente tanto bene? Se lo faceva in fretta, per dire, si metteva in corsa pure per il Barcellona. Invece no: in effetti vuoi mettere con il fare la foglia di fico a un pappone?

    8. Poi c'è chi non lo chiama pappone. Ma lo tratta come tale. Chi lo critica come un matto. Dice le stesse parole delle curve che scrivono "meglio la c", ma non "meglio la c" appunto. Al massimo arrivano al "cacc 'e suord'". Molti li accusano di salire sul carro del vincitore quando le cose vanno bene. Fosse mai, sono coerenti!
    E dico davvero. Finita una stagione come la scorsa, in cui hai vinto una coppa, hai giocato alla pari con delle big europee un girone di Champions impossibile mentre le altre italiane si facevano ridere dietro e sei ai preliminari di Champions, esultano solo per qualche ora. Poi, nell'ordine, si lamentano della distanza in classifica dalla Juventus, dicono che i 12 punti in CL sono pezzotti e che di un'altra coppetta non sanno che farsene. Inutile dire che se l'avessimo persa sarebbe diventato un trofeo irrinunciabile. Ora piangono Behrami, reclamano l'eroe Reina (idolo che parla con Inzaghi, per dire) e i più audaci rimpiangono persino Gonalons, fino a poco tempo fa simbolo dell'avarizia e della meschinità di ambizioni aureliana. Fra poco li troveremmo a Capodichino a strapparsi le vesti per Pandev. O a criticare i nuovi acquisti per la capigliatura o perché hanno un cognome di sole cinque lettere.

    9. Invidiano agli altri Pogba e Gervinho. Ma se scommetti su Koulibaly e Michu, sei un pappone. Sono i migliori: vorrebbero programmazione e lungimiranza, ma poi quando si rischia sono i primi a puntare il dito. Li riconoscete facilmente: un anno fa storcevano il naso di fronte a Mertens e Callejón.
    Li riconoscerete anche in futuro: vinto lo scudetto, si lamenteranno di una squadra non all'altezza della finale di Champions. Sono quelli a cui voglio più bene: dimenticano dov'eravamo dieci anni fa, che per 61 anni abbiamo mangiato briciole e che solo D10S ci ha resi grandi, ma hanno un che di tenero. È come se una parte di loro sapesse che stanno dicendo 'na strunzat', e la reiterassero di continuo per convincersi. Un po' come l'innamorato che non accetta il no dall'amata. Romantici.

    10. Aurelio pappone avido, Rafa pollo in scadenza. E tutto questo a un mese dalla fine del mercato. E pazienza se anche con l'altro compiantissimo Marino la squadra finiva di comporsi ad agosto inoltrato. Pazienza pure se la stiamo vedendo giocare piuttosto bene. Pazienza se si intuisce nello spogliatoio una certa fiducia. E pazienza infine se dopo gennaio la squadra è andata in crescendo e se siamo stati gli unici, nel calciomercato invernale, a comprare tanto e bene. A un mese dalla fine della campagna acquisti e a 17 giorni dal preliminare, nel dubbio, meglio infamare chi ci ha salvato, ci ha riportato in alto e ci ha reinsegnato a vincere. Tanto, per nostra fortuna, fuori da Castel Volturno c'è la fila di emiri arabi, oligarchi russi, boss delle comunicazioni messicani e proprietari di holding italiane. Tutti vogliono comprare il Napoli, ma il pappone se lo tiene.
    Un tempo dicevo che eravamo diventati come i romanisti. Mi sbagliavo: manco i laziali.

    Condividi questo post