Rafael sì, Rafael no: cara Extranapoli, non sono d'accordo con noi

Chi l'avrebbe mai detto? Capone si schiera con Farfael e bacchetta Zaccaria e Sollazzo. Perché si vince e soprattutto si perde in undici, come dice Benitez
  • canalenapoli

    di Alessio Capone

    Domenico, Boris, penne di ExtraNapoli, amici lettori.

    Ci stiamo dividendo, ancora, per l'ennesima volta e l'ennesimo motivo in questa stagione. Oddio, il motivo, in verità, è in voga da quest'estate, dalla notte nefasta di Bilbao. Rafael Cabral. Argomento che tiene banco da sabato scorso senza soluzione di continuità.

    Una papera colossale, assurda, surreale e ai limiti dell'incredibile. Oltre ogni ragionevole dubbio, se fosse reato, il giudice non avrebbe difficoltà. Come già detto a qualcuno, io, che da due settimane a questa parte ho cominciato a soprannominare il nostro portiere "Farfael" nelle mie cronache su queste pagine, non riesco e non voglio aderire a questa campagna ad personam sfociata in quel #bastaRafael che tanto scalpore ha suscitato in molti dei nostri lettori. Non riesco e non voglio.

    Prima di tutto perché è qualche cosa di inedito e lontano da ExtraNapoli. Non fa parte delle nostre corde, è un'analisi semplificata, una soluzione forzata dei problemi, una ricerca della soluzione più semplice e, ancor peggio, più comoda. Non è nel nostro stile, nemmeno in quello di Domenico Zaccaria. Noi non abbiamo mai adottato la faciloneria, anzi, l'abbiamo sempre combattuta. Abbiamo sempre percorso i sentieri più impervi, le teorie più ardite per analizzare i fatti. Inoltre, abbandonandoci al #bastaRafael ci abbandoneremmo a quel modus, attitude, cliché contro i quali Boris oggi si è scatenato, nei suoi ormai proverbiali Dieci punti, chiedendosi perché allora non indignarsi anche per le battaglie contro Insigne, Hamsik e Lopez. Vedi, Direttore (in verità la cosa più vicina a un direttore, a Extranapoli, è Francesco Albanese - ndr), quelli che si sono (a mio avviso giustamente) indignati per il nostro #bastaRafael, sono gli stessi che si sono agitati quando sentivano i fischi ad Insigne, gli stessi che si sono abbandonati ai brividi da pelle d'oca quando hanno assistito ai mugugni per gli stop sbagliati di Hamsik. E poi David Lopez. Beh, lui è semplicemente colpevole di trovarsi al posto di qualcun altro, è semplicemente vittima di quelle promesse non mantenute. Un soldato semplice, dal sicuro rendimento, preso di mira per ripicca. Lasciamolo giocare, per piacere.

    Poi, non dimentichiamoci di quanto dichiarato da Benitez nel post Palermo: nel calcio si vince e si perde insieme. E non è poesia, teoria o una bella favola per addolcire la pillola, no: è verità.

    Questa Rafael week è sbagliata nella genesi, è fuorviante, distoglie dal reale problema. Il Napoli di Rafael Benitez, con cadenza bimensile, più o meno, subisce dei clamorosi passaggi a vuoto. Di sconfitte come quella di sabato, o di pareggi dal sapore di sconfitta, ne abbiamo visti diversi. San Siro quest'anno, ad esempio. O Bergamo e Udine lo scorso. In quel caso, però, in porta non c'era Cabral e a centrocampo non c'era David Lopez. E Allora? Anche a Bergamo perdemmo con tre pappine, senza la minima reazione da parte della squadra tutta. Il Napoli di sabato scorso non è sceso in campo, come spesso ci è capitato in questo biennio, come a Milano quando resuscitammo i rossoneri. E in quel caso Cabral non ebbe grosse responsabilità. Eppure, anche in quel caso, assistemmo inermi alla predominanza tattica del Milan di Inzaghi. Da brividi. Abbiamo dei cali di tensione a cadenza fissa preoccupanti, e Rafael Cabral è un diversivo, uno sfogo medievale che non ci permette di analizzare il reale problema. Rafael sì, Rafael no, basta Rafael o acnora Rafael, se scendiamo in campo come sabato scorso, nemmeno Schmeichel ci può salvare.

    Forza Rafael amici di ExtraNapoli.

    E forza Napoli.

    Sempre, comunque e dovunque.

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