Napoli-Torino, io sto con Fabio Quagliarella

Dopo il rigore segnato a Reina l’attaccante ha chiesto una tregua ai tifosi azzurri: non sarebbe il caso di concedergliela?
  • di Domenico Zaccaria

    Non provo grande simpatia per l’uomo né ammiro particolarmente il calciatore. Ma davvero non capisco cosa abbia fatto Fabio Quagliarella per meritarsi tutto questo; non comprendo il perché di tanto accanimento verso un giocatore che ha sempre rivendicato con orgoglio la sua napoletanità e il suo tifo per il Napoli: prima, durante, e dopo aver indossato la maglia azzurra. Esulta? Allora sputa nel piatto dove ha mangiato. Non esulta: allora è un ipocrita. Cosa dovrebbe fare? Evitare direttamente di presentarsi al San Paolo? Esultare o meno contro le proprie ex squadre è una scelta personale (peraltro fatta propria da molti giocatori della serie A) che non dovrebbe urtare la sensibilità di nessuno. A me danno fastidio lo sputo di Strootman verso la Curva B o il dito di Kalinic a zittire lo stadio, non la mancata esultanza di un giocatore che ha indossato la maglia azzurra 5 anni fa. E che ogni volta che mette piede al San Paolo viene insultato come se avesse abbandonato sul più bello i propri compagni per andarsene al carnevale di Rio.

    Facciamo chiarezza una volta per tutte: nella famosa estate del 2010, acquistato Cavani, la società aveva deciso di vendere Quagliarella; e lui, invece della Russia, preferì restare in Italia: si fece avanti la Juve e lui andò a giocare a Torino. Dal punto di vista umano e professionale, è davvero così incomprensibile come scelta? Cosa avrebbe fatto al posto suo la gran parte dei tifosi che puntualmente lo contesta? Tutti gli rinfacciano la famosa frase (“La Juve è un passo in avanti nella mia carriera”) pronunciata appena arrivato a Torino; ma in troppi dimenticano il resto dell’intervista: “A Napoli mi sono trovato benissimo, con tifosi e compagni, ma quando non si innesca il giusto feeling con certe persone, non si va avanti”. Mazzarri e (in una certa misura) De Laurentiis lo avevano messo ai margini del progetto tecnico, e lui ha preferito ripartire altrove. Poi, nei 5 anni successivi, mai una parola fuori posto, mai una polemica, persino mai un’esultanza. Fino a domenica scorsa, fino a quel gesto dopo il gol su rigore che è stato male interpretato - prima di tutti - dai tifosi del Torino. E al chiarimento arrivato via Facebook: “Io non ho chiesto scusa ai tifosi del Napoli per aver segnato il rigore, volevo soltanto dire: basta ostilità, finiamola una volta per tutte, sono un professionista e in quanto tale faccio il mio dovere, ma contro di voi non ho nulla”.

    Già, non sarebbe il caso di mettere fine a questa storia? Quagliarella, da buon professionista, ci ignora; e quando segna contro il Napoli non esulta, al pari delle sue (tante) ex squadre. Forse è ora che anche i tifosi del San Paolo lo ignorino al pari di tanti ex giocatori che hanno vestito la maglia azzurra senza lasciare ricordi indelebili.  

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