Metti una sera di coppa Uefa in Germania…

In vista della trasferta in casa del Wolfsburg la mente non può che andare al 19 aprile del 1989: Bayern Monaco-Napoli 2-2, ecco il racconto di chi c’era
  • di Lucio Fava Del Piano

    18 aprile 1989, le sei del pomeriggio, stazione di Mergellina. Il binario è affollato come neanche dopo un’ora di interruzione della metropolitana. Io, 16 anni ancora da compiere, mio padre e mio fratello tredicenne saliamo sul treno. Un saluto veloce a mia mamma, le porte si chiudono, partiamo. Destinazione, Monaco di Baviera.

    La prima cosa che papà ci dice è che per l’andata non ha trovato il vagone letto, solo cuccetta. E ci raccomanda di non dirlo a mamma. Dividiamo lo scompartimento con altre tre persone, due lavorano in un panificio ai Quartieri. Non chiudo occhio per tutta la notte, non so se per le chiacchiere dei due panettieri, per la scomodità della cuccetta o per l’eccitazione. E’ la mia prima trasferta al seguito del Napoli.

    Arriviamo a Monaco la mattina del 19, mercoledì, giorno di coppe, dopo qualcosa come 15 ore di treno. La stazione è semplicemente invasa di napoletani, la polizia tedesca fa qualche controllo qua e là, ma forse senza troppa convinzione. Il fiume azzurro si riversa in città.

    Facciamo i turisti tutto il giorno, e con noi qualche altro migliaio di napoletani. La giornata è splendida, sole e temperatura mite. A mezzogiorno Marienplatz è un’unica onda azzurra fatta di sciarpe, bandiere, maglie. I bavaresi ci guardano, ci sorridono, prendono parte alla nostra allegria, ci danno dritte sulle birrerie, ci accolgono.

    Dopo la gita turistica, comprensiva di visita al museo, si avvicina finalmente l’ora della partita. E va bene che all’andata abbiamo vinto 2 a 0, ma stasera giochiamo contro il Bayern Monaco, a casa loro… e poi una semifinale di coppa Uefa chi l’ha vista mai! Abituati al San Paolo, ci avviamo allo stadio quasi tre ore prima del fatidico fischio d’inizio. In metropolitana. Con la sciarpa del Napoli al collo. In mezzo ai tifosi del Bayern. La cui massima espressione di ostilità è fare il segno del 3-0 con le dita, ma secondo me anche loro ci credono poco.

    Arriviamo all’Olympia Park e la prima sorpresa è che lo stadio non c’è, o almeno non si vede. Cioè, si vede la copertura, ma lo stadio no. Ma da qualche parte deve essere, perciò seguiamo la folla e dopo una breve salita, sorpresa, troviamo lo stadio. Ai nostri piedi. Scavato, sotto di noi. Da togliere il fiato, un impianto meraviglioso, altro che l’Allianz di oggi (che neanche ci scherza).

    Mancano due ore all’inizio, lo stadio è ancora semivuoto, tranne il settore dei tifosi del Napoli che è già pieno. In teoria ognuno dovrebbe sedere sul suo seggiolino numerato, in realtà tutti i tifosi napoletani sono in piedi dove capita. E cantano. Cantano per due ore, ininterrottamente, senza nessuno in campo. Cantano, incitano la squadra che possono solo immaginare chiusa negli spogliatoi, cantano a perdifiato. E srotolano i loro striscioni.

    Solo che gli striscioni sono tanti, troppi. E allora i solerti tedeschi hanno l’idea, metteteli in campo. Così, davanti alla curva del Napoli, si disegna un tappeto patchwork fatto di decine di striscioni. Tra i quali, chissà perché, mi colpisce e mi resta in testa quello che recita “Verona, coppa in poltrona”.

    Quando i minuti di attesa restano pochi, gli altoparlanti cominciano a diffondere musica rock e i giocatori entrano in campo per un blando riscaldamento finale, o forse solo per saggiare il terreno. Tra i tanti - ma lui non è mai stato e mai sarà uno dei tanti - Maradona si piazza a centrocampo e balla con la palla. Senza mai farla cadere a terra. Ma questo non c’è bisogno di raccontarlo, per i pochi che non lo avessero mai visto basta andare per esempio qui https://www.youtube.com/watch?v=KQ0s213g6zk.

    Alla fine c’è anche la partita, la doppietta di Careca, il pareggio del Bayern, Carannante che si mangia due volte il gol vittoria. Ma paradossalmente è la cosa meno importante, quasi l'inevitabile conclusione di una lunga festa, che proseguirà per tutta la notte con qualcosa come ventimila napoletani provenienti da Napoli, dal nord Italia e da tutta la Germania. E che per me era iniziata su un binario della stazione di Mergellina.  

     

     

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