Callejon nu scart r’o Realmadrìd? Meritereste di rivedere i suoi gol all’infinito come il megadirettore di Fantozzi con L’Esorciccio

RETRÒ-PAGELLE FINALI. Diversi giocatori guadagnano l’accostamento a grandi ex azzurri. Ma non è facile trovarne uno che renda l’idea della strepitosa stagione di Calleti: ci viene in mente solo Tore Bagni, guerriero silenzioso come lui

di Errico Novi

REINA – Ci sei piaciuto. Assai. Ci hai ricordato un altro portiere bravo, coraggioso e spettacolare: Castellini. Con te il problema a quanto pare è che costi troppo. Dicono che qui a Napoli lasceresti molti cuori infranti e non solo tra i tifosi di calcio. Se ci toccherà di dedicarti una canzone speriamo di non dover scegliere tra ’O sarracino e Core ’ngrato. Magari Torna (sta casa aspetta a te). LUCIANO CASTELLINI.

RAFAEL – A inizio stagione, nel bel mezzo di Napoli-Galatasaray, un tizio in tribuna esclama: “Questo non vede i tiri da fuori”. E quando chiami “alta” la puntazza di Fernandes in Napoli-Udinese la cosa riaffiora, raggelandoci il sangue. Poi però ti abbiamo capito: sei preciso, capace di grandi prodezze, generoso. Dice il tuo agente che per i preliminari di Champions ce la farai, ci contiamo. Intanto in pagella ti becchi il portiere che ti ha preceduto, ma siamo certi che arriverai più in alto. MORGAN DE SANCTIS

MAGGIO – Non ti arrendi al tempo. Lui passa, ti scalfisce, e in un ruolo come il tuo lascia più segni. Ma tu tieni botta, sfoderi l’orgoglio dell’artigiano paziente. E tra un infortunio e l’altro entri nel listone per Brasile 2014. Una vita da mediano di Ligabue parla anche dei terzini come te. E come quell’altro che ci resterà sempre nel cuore, GIANLUCA GRAVA

MESTO – E chi l’avrebbe mai detto? Sei entrato nelle grazie di un grande allenatore, uno che non fa sconti (e Cannavaro ne sa qualcosa). Sei il calcio sudore e lacrime di cui abbiamo nostalgia. COSTANZO CELESTINI

REVEILLERE – Non ti reggevi in piedi, diciamolo: ma sei stato stupefacente nel dissimulare, nel riuscire a non farti portare via in barella. Non dimenticheremo neppure te. MAURO BONOMI

FERNANDEZ – La dimostrazione che anche nel calcio i brutti anatroccoli diventano cigni. Nessuno ha mai saputo in realtà cosa sia successo al cigno della favola dopo essersi specchiato nell’acqua. Confidiamo non si sia montato la testa. MORENO FERRARIO

ALBIOL – Saperlo in Brasile ci atterrisce. Dopo un anno senza tirare mai il fiato ci mancava solo l’appendice Mundial. Non ha mai dato in escandescenze per il sovraccarico di lavoro. E questo pure ci preoccupa, perché si sa che certi tipi impassibili se esplodono fanno un botto memorabile. Ma siamo certi che un goccio di napoletanissima arte del sorriso gli sia entrata nelle vene. TARCISIO BURGNICH

PAOLO CANNAVARO – Poi un giorno ci spiegherete che cavolo è  successo, cari Rafa e De Laurentiis. Ci è sfuggito un dettaglio, che non dev’essere stato tale per voi. Se nei lunghi mesi trascorsi prima che sbocciasse Fernandez si fosse trovato il Capitano al fianco di Albiol avremmo perso meno punti. E Raul non si sarebbe consumato così. S.V.

BRITOS – Il maestro del brivido ha lasciato il suo segno inconfondibile anche quest’anno: discreto, ma l’ha lasciato. Bravo ma basta. SALVATORE FRESI

HENRIQUE – È una mezza sega, questo dicevano, siamo sinceri. Nella migliore delle ipotesi è la versione difensiva di Edmundo: bravo ma tarato sui languidi ritmi brasiliani. Invece va ai Mondiali. Dalla serie B panarense a Brasile 2014. La favola più bella. GIOVANNI VAVASSORI (che però fisicamente era il suo opposto: rugoso e stempiato)

UVINI – Tra i buchi neri dello scouting azzurro. Non ci stupiremmo di trovarlo a vendere bibite sulle gradinate del Maracanà, come una specie di Aristoteles alla rovescia. MARCO ZAMBONI

GHOULAM – Il ragazzo si applica. Come tutti quelli che sgobbano fiorirà solo alla fine degli esami, e ne dovrà superare ancora un bel po’ per convincere gli scettici. LUCIANO MARANGON

ZUNIGA – Ineffabile. Il suo corrispettivo tra gli ex azzurri per questa stagione è un argentino. Anche lui destro adattato a sinistra, anche lui ineffabile. MAURICIO PINEDA

INLER – Fate un attimo una proporzione tra il carico di lavoro che ha sopportato quest’anno e la percentuale di fesserie all’attivo: vi accorgerete che il nostro è in grande crescita. LUCA FUSI

JORGINHO – Si è cullato molto sui primi allori, còlti quando i compagni erano piuttosto a terra, e poi ha tirato un po’ i remi in barca. È con lui che gli insegnamenti di Benitez potrebbero dare i risultati migliori. Intanto nella retró-pagella il nostro Jorge Luiz Frello vale MARIANO BOGLIACINO

BEHRAMI – Si è rotto qualcosa. Anzi si è rotto lui di qualcosa, non si capisce se della città, del nuovo allenatore o della sfiga. Ma facciamocelo pagare a peso d’oro, per piacere, che uno così non si trova dietro l’angolo. MICHELE PAZIENZA

DZEMAILI – Zitto zitto ha fatto 6 gol pure quest’anno che si è visto poco. Cioè tra i marcatori del Napoli è ottavo, il primo dietro gli attaccanti. Non ha piantato grane, d’altronde ha faticato meno per gli stessi soldi. Sarà più semplice da piazzare rispetto ad altrI. EMILIANO BIGICA

RADOSEVIC – Ai croati sembra assurdo che questi anni napoletani non l’abbiano consacrato come il nuovo Dunga. Noi francamente ci stupiamo meno. Ma in una squadra di A con ambizioni limitate può starci bene. CLAUDIO HUSAÍN

CALLEJON – Io vorrei vedere in faccia quelli che l’estate scorsa lo liquidarono come ’nu scart r’o Realmadrìd. Li vorrei guardare negli occhi, poi legarli a una sedia davanti a un 42 pollici e costringerli a rivedersi a catena tutti e 20 i gol di questo signore. Un po’ come il direttore megagalattico di Fantozzi incaprettato davanti a Giovannona Coscialunga, L’Esorciccio e La polizia s’incazza. Un guerriero silenzioso, il nostro Calleti: vittorioso e silenzioso. E anche se Tore non ha mai segnato così, l’unico retró-voto possibile è appunto SALVATORE BAGNI

HAMSIK – Pariargli ’ncuollo? Mai. Perché è come se fosse un fratellino, per tutti credo. Anche se la sua difficile compatibilità con il modulo di Rafa è evidente, sogno di rivederlo ancora in azzurro. Perché la sua storia è la più romantica e “degregoriana” di tutte. RAMON DIAZ

INSIGNE – Questo è tosto ragazzi. Anche il suo modo di mandarci affanculo è stato da ragazzo testardo. Con tutta la mitologia negativa che incombe sui profeti-in-patria ci saremmo scoraggiati molto prima di lui. Invece ha resistito fino a essere decisivo nella finale di Roma, e dopo aver comunque piazzato altri colpi da prestigiatore. Il BRUNO GIORDANO che merita come retró-voto è da riferirsi al primo anno azzurro del nostro grande centravanti, segnato appunto da alcune magìe ma non dal rendimento dell’86-87

MERTENS – Almeno lui non è napoletano. Questo attenua un po’ la nostra patologica insofferenza per i talenti cristallini e imprevedibili. Forse non si rende conto nemmeno lui di quello che è stato capace di fare. Noi non ce ne rendiamo conto di sicuro. GIANFRANCO ZOLA

GORAN PANDEV – Ma come fa a stancarsi così presto? Ma la notte chist che ffa? No perché se non fosse per la tenuta atletica degna di un impiegato del catasto staremmo qui a parlare di un genio assoluto. Continueremo a volergli bene sempre e comunque. JESUS DATOLO

BARITI – Se se putesse vere’. S.V.

HIGUAIN – Di tanto in tanto mi ricordo che sarà il nostro centravanti anche l’anno prossimo. E non ci posso credere. BEPPE SAVOLDI

ZAPATA – Siamo sicuri che se al posto di Genny su quella balaustra ci fosse salito lui non gli avrebbero dato il Daspo, per timore di trovarselo davanti. In realtà è un gigante buono, il nostro Obelix, e se proprio gli devi vedere degli spigoli sono tutti nell’orgogliosa risposta a Massimo Ugolini: “Seconda doppietta, prego”. Il ragazzo si farà, anche se con le spalle più larghe di così non entrerebbe nemmeno sotto la doccia. ROBERTO “PAMPA” SOSA

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