Le pagelle di Napoli-Roma 1-1

Dries Mertens fa parzialmente giustizia. Un Napoli provato dalla Champions, sfortunato e forse per la prima volta vittima di una scelta sarrista (9 titolari e mezzo confermati rispetto alla partita del PSG) meritava di vincere. Ma deve anche riflettere.
  • di Boris Sollazzo

    Ospina 6,5: ottimo nelle uscite basse su Dzeko, freddo, goffo e spericolato come sa essere solo lui. Non può nulla sul gol, continua a prendere troppo spesso reti alla prima azione degli avversari, ma questa è colpa della sfiga e dei compagni. Sembra persino più sicuro con le mani, anche se sulle uscite alte ha una preoccupante tendenza al doppio tocco. 
    Ospinapoli

    Hjsay 4,5: sul gol paga l'erroraccio di Koulibaly che esce male e ripiega peggio, lasciandolo solo in area. Lui però li vede entrambi gli avversari, sceglie quello sbagliato ed è troppo molle sulla traiettoria del pallone. Meglio rischiare il rigore e l'eventuale giallo purtroppo che rendere così facile il vantaggio romanista. E rischia di farne fare un altro quando da ultimo uomo prima non spazza, poi perde il tempo dell'intervento e infine si rende ridicolo. Lo salva un fallo preso alla Dybala. E' un giocatore mediocre, che troppo spesso fa la scelta tattica e tecnica sbagliata, sopravvalutato grazie ai suoi allenatori e a una corsa non comune.
    Abbiamo dato al Chelsea il pupillo di Sarri sbagliato

    Koulibaly 5: ruba l'occhio con gli anticipi, le sgroppate in attacco senza costrutto, qualche intervento difensivo. Ma sbaglia troppo spesso posizione, perde sempre tempo sull'appoggio iniziale, sembra vittima di un incantesimo che lo fa giocare sempre male contro la Roma (tranne quella volta che con Benitez fece il terzino, e infatti oggi spesso si mette sulla fascia per disperazione). Troppi complimenti a Parigi e il nostro gigante quando se la crede troppo, inciampa.
    Se Kali dou, è finita

    Raul Albiol 7: è l'unico che lì dietro riesce a mantenere la barra dritta. Para di testa un tiro di Dzeko a colpo sicuro, regala un cross alla Insigne, in attacco, per il palo di Callejon, riesce a far ripartire la squadra anche quando la Roma pressa e difende meglio. E toccando appena, di astuzia, Dzeko in area probabilmente evita guai peggiori e lo fa pure ammonire per simulazione.
    Palle quadrate.

    Mario Rui 6: si impegna, copre, attacca. Crossa meno di quello che dovrebbe e potrebbe. Ha talmente tanta tigna che spesso ti illudi sia più forte di quello che sembra, ha la giusta faccia da cazzo per provare a esserlo (tanto da provare un tiro a giro in area). Grazie Mario mio, sono mesi che tira la carretta, ma ammetto che aspetto Ghoulam con una certa apprensione.
    Faouzi, dagli tregua.

    Callejòn 6,5: sembra aver perso la sua già non felicissima vena realizzativa. Ricordiamo con nostalgia quell'inizio campionato con Benitez in cui segnava un gol a partita, ora invece sbaglia persino la girata a 5 metri da Olsen che poi diventa un assist per Mertens. Ma si impegna, tiene distanze e difende, è l'equilibratore di due reparti. Difficile arrabbiarsi con lui perché quei sette metri e rotti non li vede neanche col binocolo.
    Insostituibile.

    Hamsik 6,5: due partite da titolare giocate con personalità. Habemus regista, ma ha pur sempre 31 anni e si vede poco prima che esce: aveva la lingua di fuori. Piace il ritorno al tiro nello specchio e l'inserimento che poi non viene concretizzato da Insigne, da vecchio Marek (anzi, giovane). Deve trovare la sintesi tra le due identità e poi farà finalmente stare zitti quelli che per un pareggio torneranno a urlare contro il pappone che l'avrebbe usato come alibi per non comprare un regista vero. Che vedessero quante palle sporche ha riciclato, come ha saputo mantenere piede e testa "fermi" nei momenti peggiori. 
    O capitano, mio capitano

    Fabian Ruiz 7,5: Per un pareggio un voto così alto sembra strano. Ma gli avremmo messo anche 8 se su quella serpentina in cui ne semina 4 non avesse avuto il "piedino" - è un mancino che non sa di essere ambidestro e se non è abbastanza sotto adrenalina non lo usa - e l'avesse scaricata a un sorpreso e poco in forma Insigne. Avevamo vaticinato che entro 2-3 anni potesse diventare tra i migliori in Europa, ma se continua così già a marzo sarà sui taccuini di tutti i ds più importanti. Non ha sbagliato un pallone, ha i piedi di Liedholm e una tecnica da trequartista (era un piccolo Messi, poi durante l'adolescenza in sei mesi prese 30 centimetri, il sogno di chiunque. In altezza, però: divenne un mediano ma continuò a giocare da 10), cazzimma e grinta. Quando imparerà a coordinarsi con Allan, invaderanno la Polonia.
    Fabian Maximus

    Allan 6: la convocazione in nazionale, forse, l'ha distratto. Intendiamoci, non gioca male, ma non è perfetto come al solito. Se quei due-tre recuperi, quella copertura in difesa la facesse un altro, il 7 lo metteremmo senza problemi. Ma se un supereroe non usa i suoi superpoteri ci rimani male. Il bello di questo ragazzo è però l'esempio che dà: protesta a fine partita per il mancato supplemento del recupero. Se non molliamo fino alla fine è merito della sua garra.
    Allàn Allàn Allàn ma chi t'ha fatto fà...

    Milik 5: si trova sempre al posto giusto nel momento giusto. Ma un secondo dopo o un centimetro prima. E' un'ottima seconda punta col tiro da fuori e il colpo di testa, oppure da prima punta vale un Lasagna più forte, uno Zapata con medie milgiori. Il punto è che pur segnando con medie di minutaggio buone, dubitiamo che raggiungerà mai i 25 gol in campionato in carriera. A giudicare dalla fine dello scorso campionato, potrebbe essere più utile entrando dalla panca. Come sempre la Roma è utile solo a stabilire la gerarchia tra i nostri attaccanti.
    Diciamocelo, è un undici meno meno.

    Insigne 6: avevamo il 5 in canna. Era scarico, in una delle sue giornate no, con almeno tre occasioni sulla coscienza e un altro paio di giocate in cui doveva metterci più cattiveria. Poi entra il suo Zielinski - quei due si trovano a occhi chiusi - e lui azzanna un pallone perso per un cross soave. Callejòn lo cicca, ma Mertens non perdona. E solo i grandi campioni sono decisivi nelle loro prestazioni peggiori. Certo, se avesse segnato prima, di questa Rometta ci saremmo ricordati solo lo spavento e non i due punti rapinati.
    Insigne non sparirà mai, cara Treccani.

    Mertens 7: prende falli, si danna, cambia fascia, scuote la squadra. Ama la maglia come pochi e quando si sente ingiustamente accantonato moltiplica le forze. Ma è il gol a dirci che è lui il bomber titolare: chi dice che è stato fortunato non vede il movimento in anticipo alla Inzaghi. Guarda Callejòn, capisce che probabilmente sbaglierà, e a scanso di equivoci scatta con mezzo secondo di anticipo sull'eventuale errore o ribattuta e il pareggio se lo prende lui. Come il pallone che porta subito a centrocampo.
    Dries alla meta.

    Malcuit 6,5: entra e vivacizza il gioco. Anche con una grande ci dimostra di essere giocatore vero. E anche qui la gerarchia, fermo restando che giocheranno tutti, dovremmo ribaltarla: Kevin titolare, Elseid pronto per il turn-over (doppio, a destra e sinistra). Ha la giusta sfrontatezza e dietro, pur con qualche incertezza, non delude. 
    Chiamamolo Kevin 'sto terzino destro. Famolo strano.

    Zielinski 6,5: entra e non fa nulla di quello che gli chiede Ancelotti. Non tira da fuori, si nasconde, non trova la posizione. Poi lancia meravigliosamente Insigne. E tanto basta.
    Beato chi se lo Piotr

    Ancelotti 6: Genova esclusa, la sua partita peggiore. Il Napoli gioca bene, ma visto l'impegno in Champions che ha succhiato energie fisiche e nervose, colpisce questo Napoli che conferma nove titolari e mezzo. Teme troppo la Roma, non fa la solita rivoluzione e paga dazio. Anche se poi è vero che a tradirlo sono i due non titolari a Parigi, Hjsay e Milik, va detto che con le forze fresche si arriva al pareggio.
    Capita, ma da questa ossessione per i giallorossi lui doveva e poteva liberare. Anche perché dobbiamo cominciare a vincere anche contro le piccole che vengono a chiudersi al San Paolo.




     

     

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