La playnapolist di Napoli-Cesena

I fischi del San Paolo compongono una strana armonia che va dagli Smashing Pumpkins ai Joy Division.
  • di Raffaele Calvanese

    E’ stata una partita strana, aleggiava sul San Paolo uno strano sentimento negativo, c’è quasi da parte di alcuni una voglia di aspettare l’errore dei nostri per fischiarlo, per trovare la spiegazione ad alcuni risultati negativi. I fischi al Pipita sono stati di certo uno di punti più bassi registrati al San Paolo in questa stagione. Il pubblico va allenato, come i giocatori, come gli schemi. La passione purtroppo non si può insegnare. Questa squadra è di sicuro in riserva d’energia, ma più che fisica, l’energia che manca è quella psicologica. Nonostante questo il risultato serviva ed è stato raggiunto, ora sguardo rivolto a Torino e poi si vedrà.

    Atmosphere - Joy Division 

    18 Maggio 1980 se ne andava Ian Curtis, andava va troppo giovane, per sua stessa scelta. Per lasciare il segno non c’è bisogno di un tempo o di un’età precisa, se si ha qualcosa da dire non è mai troppo presto per farlo. Il Napoli scende in campo contro il Cesena in uno stadio, nonostante tutto, abbastanza gremito. L’atmosfera però non è delle migliori, è come se il pubblico aspettasse solo di poter dare addosso alla squadra, infatti al vantaggio di Defrel c’è persino qualcuno che applaude. In Curva B appare uno striscione polemico. Poi la squadra reagisce ed il risultato viene rimesso al sicuro, ma di certo sembra una serata di finti sorrisi.

    Holland Road - Mumford and Sons 

    La strada che viene dall’Olanda ci restituisce finalmente Mertens che sfodera la prestazione che aspettavamo da mesi, prende la squadra per mano e con una doppietta rimette in piedi una partita su cui aleggiava una strana aspettativa. Era un risultato obbligato, e proprio perché obbligato difficile da raggiungere, anche se contro una squadra già retrocessa.

    Try, try, try - Smashing Pumpkins

    Il risultato è quello che serviva, restano poche giornate fatte di calcoli, dietrologia, sospetti e illusioni. Senza guardar troppo in casa d’altri noi dobbiamo cercare di vincere le partite che tocca ancora affrontare e fare i conti solo con noi stessi. Quel che è stato è stato, spariamo le nostre ultime cartucce e poi alla fine faremo i conti. Fino a quel momento è un dovere provarci. 

    The end has no end - The Strokes 

    La fine pare non arrivare mai, questa stagione, indimenticabile per molti motivi, a livello nervoso è stata estenuante per i tifosi partenopei. Un anno che pare non finire mai, il numero di partite giocate è impressionante, i calciatori palesano nelle gambe e nella testa la stanchezza di un campionato condito da altre due competizioni condotte fino alle battute finali. Proprio le battute finali di Coppa Italia ed Europa League hanno dato delle belle batoste alla compagine partenopea. Ora restano due possibilità, fino alla fine, anche quando la fine non sembrerà la vera fine.

    Eye in the sky - Alan Parsons project

    Una partita importante per molti motivi, alcuni on legati al campo. Era la prima di Fabio Pecchia in panchina dal primo minuto. Era la prima di Rafa lontano dalla panchina, guardava la partita dall’alto, squalificato per la querelle di Parma. Era una partita strana, i fischi a Higuain molto sottolineati dalla stampa sportiva, sintomo di una parte della tifoseria incontentabile, inguaribile, la parte che spesso contribuisce a tirare giù questa squadra, il fattore per il quale spesso per il Napoli giocare in casa è più complicato di giocar fuori. Benitez ha guardato la sua prima partita lontano dalla panchina, in giorni in cui tutti danno notizie certe di partenze eccellenti dal Napoli noi sappiamo che affezionarsi a qualcuno nel calcio è ormai un sentimento fuori moda, resta solo la maglia e la passione per una squadra. Forza Napoli Sempre.

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