Vi racconto i segreti di Cristiano Giuntoli

Intervista a chi conosce meglio di tutti il nuovo ds del Napoli: è un perfezionista, a Carpi costrinse i giocatori a scaricare la app del Meteo...
  • di Francesco Albanese

    Tutti sanno che il neo ds del Napoli Cristiano Giuntoli è l'artefice del miracolo Carpi, ma pochi conoscono ancora i suoi metodi e i suoi segreti. Ce li facciamo raccontare da Enrico Bonzanini giornalista de "Il Mostardino" che ha frequentato Giuntoli nei cinque anni di permanenza a Carpi.

    Come descriveresti Giuntoli? Che carattere ha?

    “Cristiano Giuntoli è un vero talento nel suo ruolo, quasi un artista. E’ non solo un direttore sportivo capace e con grandissimo occhio clinico per i giovani talenti, possiede una personalità forte e un carisma, che trasmette immediatamente ai componenti della rosa; tutte caratteristiche che credo in pochissimo tempo lo renderanno un idolo della tifoseria partenopea”. 

    Quanto è profondo il suo legame con Carpi?

    “E’ un legame fortissimo a partire dall’affetto e dalla reciproca stima che lo lega al Patron Stefano Bonacini e al Presidente Claudio Caliumi che hanno creduto ciecamente in lui quando nessuno lo aveva in nota. C’è poi l’indissolubile legame con la tifoseria che lo osanna come un idolo ritenendolo, a giusta ragione, il fautore materiale della spettacolare scalata del Carpi dal pantano delle leghe dilettantistiche sino all’olimpo della massima serie”. 

    Secondo te è pronto per il salto in una piazza come Napoli?

    “Credo proprio di si. Capace, affamato ed ambizioso, Giuntoli ha scelto una piazza impegnativa, poiché molto esigente, ma che allo stesso tempo sa dare emozioni uniche poiché tutta la città di Napoli vive di calcio. E’ l’unica grande città “pallonara” italiana ed europea dove la fede calcistica non si divide in più squadre a seconda del quartiere ma tutto il popolo partenopeo vive e tifa gli “azzurri. Anche Giuntoli è un uomo che vive di calcio e sono certo che sarà in grado, partendo probabilmente nello scetticismo generale, di dimostrare di essere tra i migliori tre direttori sportivi d’Italia. A mio modo di vedere Aurelio De Laurentiis ha fatto un colpo pazzesco in prospettiva. Abbiate pazienza e vedrete di cosa è capace…”

    Pensavate che la sua avventura fosse giunta al capolinea? 

    “Francamente nessuno si aspettava un addio proprio ora che l’impensabile sogno chiamato Serie A si era materializzato, a maggior ragione ad un mese da un rinnovo che lo doveva blindare a Carpi sino al 2019 con la garanzia di un altro progetto targato Giuntoli. La prima reazione alla notizie del suo accordo col Napoli è stata quasi isterica data la sua importanza nella nostra dirigenza. Sarà durissima per il suo successore sedere sulla sua poltrona”. 

    A tuo giudizio quali sono i "capolavori" di questi anni? 

    “Beh partiamo dal presupposto che tutte le promozioni dalla Serie D alla Serie A sono state ottenute con budget molto limitati. Proprio in questo sta la maestria di Giuntoli nel saper gestire ogni somma che gli venga messa in mano creando sempre e comunque plusvalenze e vittorie. Non scordiamoci che al momento del suo insediamento il Capri poteva vantare in Serie D un patrimonio di poche decine di migliaia di euro con solamente una manciata di giocatori di proprietà. Lascia Carpi ora con ben 18 giocatori contrattualizzati e un patrimonio stimato in 15 milioni di euro. Compra al ribasso e vende al momento opportuno. Insomma chi trova Giuntoli trova un tesoro…”

    È più bravo a scoprire o a rilanciare un talento? 

    “Assolutamente entrambe le cose. Sono le sue qualità più spiccate da direttore sportivo. I giovani, semplicemente li vede prima: non dimentichiamoci che i vari Sportiello (attuale titolare a Bergamo), Riccardo Gagliolo, Gaetano Letizia e Kevin Lasagna sono tutte “magie” sue scoperte nei campionati dilettantistici. Ma anche la revitalizzazione di giocatori che parevano se non finiti, quantomeno in parabola discendente come Gabriel, Aljaz Struna, Simone Romagnoli, Filippo Porcari, Raffaele Bianco e Jerry Mbakogu hanno ritrovato smalto valore e vigore solo grazie alla fiducia di questo geniale dirigente sportivo”. 

    Con i giornalisti che atteggiamento ha ?

    “Un atteggiamento corretto, rispettoso, serio e professionale. Non ama il disfattismo e chi a tutti i costi persegue la polemica attaccando la squadra. Lui si cala totalmente nella realtà in cui lavora diventandone il primo tifoso. Se un giornalista, ovviamente facendo il suo lavoro, dimostra di amare la squadra di cui si occupa con lui si va d’amore e d’accordo. Non vi annoierete di certo data anche la sua spontanea simpatia nelle conversazioni private arricchite da divertenti ma mai banali neologismi con accento toscano”. 

    Ci racconti qualche aneddoto del suo cammino col Carpi?

    “Ce ne sono tanti. La più singolare è quando ha obbligato i suoi giocatori a scaricare sul proprio smartphone l’applicazione “meteo”. Non per una sua sfrenata passione per la meteorologia, bensì per far sì che i giocatori ogni sera controllino la temperatura del giorno dopo preparando di conseguenza a dovere i muscoli effettuando un massaggio con la pomata vaso-costrittore o vaso-dilatatore a seconda dell’escursione termica che ci sarà. Ripeto è un perfezionista, non lascia nulla al caso”.   

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