Una vedova di Benitez dà il benvenuto a Sarri

Per essere dei vincenti non conta solo il curriculum. In fondo a Maradona diedero uno che aveva appena salvato il Como...
  • di Lucio Fava Del Piano  

    Lo ammetto, sono una vedova di Rafa. Mi piaceva, mi piaceva il fatto che un personaggio - un personaggio, non solo un tecnico - di quel livello fosse l'allenatore del Napoli.

    Sono una vedova di Rafa, eppure so che in questo biennio non tutto è andato come avrebbe potuto. Non sono di quelli che usano la parola fallimento, e però non posso nascondere una certa delusione. Non canto "meritiamo di più" e neanche "devi vincere". E non mi lamento per i risultati in sé - a maggior ragione se valutati sul metro dell'intero palmares del Napoli - ma per quella sensazione epidermica che questa squadra avrebbe potuto fare qualcosa in più.

    Sono una vedova di Rafa, ma una vedova proverbialmente allegra. Pronta a buttarsi tra le braccia del prossimo che andrà a sedersi su quella panchina.

    Che, a quanto pare, sarà Maurizio Sarri. Apriti cielo.

    Torme di opinionisti famelici e un tanto al chilo si sono tuffati sulla notizia, parlando immediatamente di delusione, confusione, ridimensionamento e Valdifiori. E ovviamente è subito partito il tam tam Higuaìn. Come può restare con Sarri allenatore, cosa penserà di essere allenato dall'ex tecnico dell'Empoli, che faccia avrà fatto alla notizia?

    Già, cosa avrà pensato? Magari ha pensato "meno male, l'anno prossimo non ce lo troveremo più contro, visto che l'anno scorso non ci ha fatto vedere palla per due partite"! Che faccia avrà fatto? Ma scusate, secondo voi Maradona che faccia ha fatto quando 30 anni fa Ferlaino gli disse "Diego, l'anno prossimo altro che Marchesi, in panchina arriva un fenomeno, pensa che l'anno scorso addirittura ha salvato il Como all'ultima giornata"?

    L'idea mia - che per carità, è personale, e quindi facilmente sbagliata. Anzi, essendo mia, molto facilmente - è che giudicare, valutare e scegliere un allenatore solo dal curriculum è un po' come dare il ruolo da protagonista sempre a Di Caprio. Che è un mostro, nessuno dice di no, però magari rischi che giggioneggi un po', che faccia troppo Di Caprio E magari ti perdi l'occasione di scoprire Eddie Redmayne.

    Detta più pane e salame, se le squadre ambiziose - non dico grandi - scegliessero sempre e solo allenatori dal pedigree chilometrico, non avremmo mai avuto i Napoli di Bianchi, Bigon e Lippi, i Milan di Sacchi, Capello e Allegri, la Juve di Conte, i Barcellona di Guardiola e di Luis Enrique e chi più ne ha più ne metta.

    Certo, sull'altro piatto della bilancia ci sono anche la Juve di Maifredi, l'Inter di Orrico e il Milan di Inzaghi. Ma insomma, è solo per dire che un allenatore proveniente dalla provincia, dalla serie B, dalle giovanili o da chissà dove non è destinato a fallire per forza, anzi.

    Se sarà davvero Sarri il nuovo allenatore del Napoli, da oggi sono un sarriano convinto. Quest'anno ha fatto vedere un bel calcio, è tifoso del Napoli, non è tacciabile di integralismo tattico e sono sicuro abbia una gran voglia di far vedere quanto vale.

    Chi è tifoso del Napoli da oggi sia tifoso di Sarri.

     

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