Presidente, ma quale Keita, dobbiamo blindare Insigne

Non possiamo perdere Lorenzo, napoletano e tifoso del Napoli. Dietro questa storia dell’aumento c’è il legittimo desiderio di vedersi riconosciuta la consacrazione a giocatore portabandiera della sua città
  • europacalcio.it

    di Francesco Bruno

    Lorenzo Insigne è il giocatore azzurro - probabilmente con Pepe Reina – che infiamma maggiormente le discussioni di un ambiente partenopeo sempre incline al tafazzismo. Gli argomenti al centro del dibattito sono generalmente due: l’effettiva grandezza del suo talento e le sue pretese contrattuali, giudicate da molti eccessive.

    Il volubile barometro del tifo azzurro in questo momento ovviamente tende al bello. Sabato sera ha dato sfoggio della sua classe nella “Scala del calcio italiano” con il gol spettacolare all’incrocio dei pali e con quel pallonetto da quaranta metri che stava per cogliere fuori porta Donnarumma. Anche con la Fiorentina in Coppa Italia ci ha deliziati con intuizioni sopraffine e giocate a tutto campo. Sembra che, dalla doppietta di Udine in poi, sia uscito dalla gabbia delle sue incertezze e sia diventato piu’ sfrontato. Ha smesso di incaponirsi in giocate ripetitive - il suo tiro a giro di destro è ormai famoso per far scatenare i fischi del San Paolo sempre eccessivamente severo con lui come con parecchi figli di Napoli - e ha liberato a tutto campo il suo estro e la sua fantasia.

    La telenovela del suo rinnovo contrattuale scrive intanto nuovi capitoli. Pare che di fronte ad una richiesta di Lorenzinho di quattro milioni ed un’offerta del Napoli di tre, si stia provando a sondare le intenzioni di Keita per cautelarsi in caso di separazione. Il rendimento del folletto di Frattamaggiore non ha ancora convinto chi pensa che, ancorchè napoletano, debba accontentarsi della cifra proposta dal club. L’impressione è che ci si stia incartando su questioni di principio, piu’ che su aspetti meramente economici. Basta vedere la grinta e la motivazione che Lorenzo mette in campo per capire il suo attaccamento alla maglia. Da napoletano chiede che gli venga legittimamente riconosciuta la consacrazione a giocatore portabandiera della sua città, vuole rispetto del suo talento e fiducia nel suo attaccamento ai colori per cui tifa da bambino.

    Le parti si stanno riavvicinando per trovare un accordo che soddisfi club e giocatore. Il punto che tutti – tifosi e società - dobbiamo avere chiaro è che Insigne è un patrimonio del Napoli. E’ uno scugnizzo come noi, ha venticinque anni ed ha ampi margini di crescita. Vediamo dunque di chiudere rapidamente l’ormai annosa diatriba, perché perdere Lorenzo per un Keita qualsiasi sarebbe veramente un autogol clamoroso.

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