Michu, più di un vice Higuain

L’attaccante spagnolo è un elemento affidabile e poliedrico, che può servire Benitez in vari modi
  • Wikipedia

    di Antonio Moschella

    Gli asturiani sono uomini dalla scorza dura, formati tra le intemperie di una regione popolata da montagne e che si affaccia sull’Atlantico. Miguel Pérez Cuesta, meglio conosciuto come Michu, è uno di questi e la sua formazione calcistica è avvenuta proprio nell’Oviedo, la squadra della sua città. Ciò nonostante la sua carriera da professionista ha avuto il definitivo salto alla fama durante la stagione 2011-2012, quando il mancino spagnolo giocò la sua unica stagione nel Rayo Vallecano, la squadra di ‘Vallecas’, il quartiere operaio di Madrid.

    In quel’anno, agli ordini di José Ramón Sandoval, Michu venne impiegato come seconda punta, o come trequartista centrale, a ridosso del centravanti, che da gennaio in poi fu Diego Costa, mica uno qualsiasi. Tuttavia fu Michu il capocannoniere della squadra madrilena con ben 15 reti, tutte messe a segno in campionato. Poco prima degli europei del 2012, che avrebbero visto la Spagna imporsi sull’Italia nella finalissima di Kiev, il popolo del Rayo spronava a gran voce Vicente Del Bosque affinché convocasse l’asturiano in nazionale: in effetti nella primavera del 2012 Michu visse un autentico periodo di grazia, segnando in continuazione e imponendosi non solo come assistman ma soprattutto come goleador, anche perché la sua stazza (185 cm per 80 kg) lo aiuta a farsi valere in area.

    La sua tappa allo Swansea non è stata altrettanto eccellente, ma grazie agli insegnamenti di un maestro come Michael Laudrup, Michu ha anche imparato a scontrarsi con le dure difese inglesi e ha messo comunque a referto 20 reti in 52 partite, nonostante un infortunio. Finalmente convocato da Del Bosque in nazionale il 6 ottobre 2013 per l’incontro di qualificazione ai mondiali 2014 contro la Bielorussia, l’asturiano non è più riuscito a vestire la maglia della sua nazionale. Adesso però Benitez lo ha chiamato a Napoli: i due non si conoscono direttamente, ma del resto neanche Albiol, Higuain e Callejón avevano mai giocato agli ordini di Rafa. La sua duttilità tattica e la forte voglia del tecnico spagnolo di acquistarlo sono di per sé ottime referenze. Il resto lo vedremo in campo.

    Condividi questo post