Il mercato estivo del Napoli sarà complicato. Per (almeno) cinque motivi

Dal blocco imposto dalla Fifa al Barcellona al probabile preliminare di Champions, dalle pressioni della piazza al mondiale brasiliano, ecco perché non vorremmo essere nei panni di Bigon
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    di Domenico Zaccaria

    Il blocco del mercato imposto dalla Fifa al Barcellona che rischia di far saltare l’operazione Mascherano. L’incognita, a meno di miracoli nelle ultime giornate, rappresentata dai preliminari di Champions. Il mondiale brasiliano. La ritrosia già mostrata in passato da diversi giocatori ad accettare il trasferimento a Napoli. Le pressioni di una piazza che attende l’arrivo di altri campioni per puntare allo scudetto. Non vorremmo essere nei panni di Bigon: al di là dei proclami di questi giorni e del vantaggio di poter contare sull’effetto-Benitez, per il Napoli il prossimo mercato estivo sarà tutt’altro che facile. Assicurarsi quei 3-4 giocatori di primissimo livello necessari per il salto di qualità definitivo sarà un’impresa titanica, a meno che non si voglia puntare su una serie di operazioni last minute una volta conquistata (si spera) la certezza di giocare la prossima Champions League. Operazioni alla Galliani, per intenderci. Ma stiamo parlando del Napoli, non del Milan, e il paragone non regge, anche se la classifica da un paio di anni dice il contrario.

    1) IL PRELIMINARE DI CHAMPIONS – I miracoli nel calcio accadono, ma al momento ipotizzare un sorpasso in campionato ai danni della Roma pare fantascientifico. Con ogni probabilità il Napoli sarà costretto a giocare i preliminari di Champions a fine agosto, e questo è un bel problema. I grandi giocatori che Benitez sogna e che la piazza reclama pretendono di giocare nella massima competizione continentale. Senza la certezza della Champions, la scorsa estate Higuain, Callejon, Albiol e Reina sarebbero venuti a Napoli sono perché c’era Benitez? La risposta è scontata. Il risultato è che Bigon sarà costretto a fare i salti mortali per convincere altri campioni a vestire l’azzurro prima dello spareggio di fine agosto, e che sarà probabilmente costretto a chiudere alcune operazioni nelle ultime ore del calciomercato. Mica facile, viste le lungaggini burocratiche che caratterizzano il mercato del Napoli. E con almeno altre due controindicazioni: giocarsi il preliminare con una squadra poco o per nulla rinforzata rispetto a quella attuale e dover inserire i nuovi arrivati a campionato già iniziato.

    2) IL MONDIALE IN BRASILE – Tutto ciò premesso, non possiamo dimenticare che siamo nell’anno del Mondiale. Questo vuol dire vacanze più lunghe per i nazionali (con chi giocherà il Napoli il preliminare, o con giocatori in quale stato di forma?) e operazioni di mercato che rischiano inevitabilmente di slittare al 13 luglio. Per molti giocatori il torneo brasiliano rappresenta una ghiotta occasione per ottenere la chiamata di un top team o per rivedere il proprio ingaggio al rialzo: ergo, non sarà facile chiudere operazioni nella prima fase del mercato.

    3) LO STOP AL BARCELLONA – Una sola operazione in entrata sembrava ben avviata, ed era quella che avrebbe portato a Napoli un fedelissimo di Benitez, Javier Mascherano. Sembra che “El Jefecito”, pur di tornare a lavorare con il suo ex allenatore ai tempi del Liverpool, non avrebbe atteso la fine del Mondiale né la certezza della Champions. Ma lo stop di due anni imposto dalla Fifa al Barcellona, se confermato, farebbe saltare tutto. Con grande delusione per Rafa e meno per De Laurentiis, che non moriva dalla voglia di investire 20 milioni per un giocatore di 30 anni.

    4) NAPOLI ATTRAE POCO – C’è poi un altro fattore da considerare, ed è la ritrosia mostrata da moltissimi calciatori rispetto all’ipotesi Napoli. Negli ultimi anni i “no” più o meno clamorosi sono stati tanti e la verità è che in Italia, quarto campionato europeo per appeal, la Juventus, il Milan, l’Inter e persino la Roma continuano ad esercitare sui giocatori un fascino maggiore. Qualche esempio: nell’estate del 2011, con il Napoli in Champions e la Juve reduce da due settimi posti, Vidal e Vucinic preferirono accasarsi a Torino; lo scorso anno la Roma vinse il braccio di ferro con Balzaretti e quest’anno con Bastos e Nainggolan; Matri e Rami hanno preferito il Milan agli azzurri, e persino Constant (?) ha puntato i piedi lo scorso gennaio rispetto all’ipotesi di un suo trasferimento sotto al Vesuvio. Rimpianti pochi, a parte Vidal e forse Nainggolan; ma la tendenza è purtroppo chiara. 

    5) LE PRESSIONI DELLA PIAZZA – C’è poi un ultimo aspetto, non meno importante: le pressioni di una piazza che, giustamente, pretende dalla società gli sforzi economici per fare l’ultimo salto di qualità. Tralasciando la stucchevole polemica con la Juventus su ingaggi e fatturato, c’è un altro elemento che solo in pochi considerano: perché certi giocatori dovrebbero lasciare le loro squadre per venire a Napoli? Prendiamo il caso di Skrtel, del quale si parla da diversi mesi: con il suo Liverpool è primo in Premier League, il campionato europeo più bello e più ricco d’Europa; gioca in una delle squadre più famose al mondo, ha un ingaggio importante ed è amato dai suoi tifosi. Ora, dovrebbe venire nella squadra terza in classifica in Italia solo perché ha un buon rapporto con Benitez o per giocare insieme al suo connazionale Hamsik? Non scherziamo…La verità è che Rafa e Bigon dovranno avere la fortuna e la bravura di “pescare” un’altra volta i jolly giusti fra gli scontenti delle grandi d’Europa, senza poter contare sull’appeal della Champions e nell’anno del Mondiale. Ovviamente la speranza è che ci riescano di nuovo. Ma, ripeto, non vorremmo essere nei loro panni. 

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