Il balzo di Reina: non fa solo gruppo, sa anche parare

Accolto con una buona dose di scetticismo, nelle ultime gare Pepe si è esaltato e ha messo il timbro sulle vittorie del Napoli
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    di Domenico Zaccaria

    La notizia è che Reina è anche un (buon) portiere. E non solo un fedelissimo di Benitez, un uomo spogliatoio, un ragazzo abile a entrare subito in sintonia con i compagni e l’ambiente tra scherzi, risate e forsennate corse verso le tribune dopo ogni gol. Diciamolo chiaramente: per tutto ciò che non concerne il campo, il buon Pepe aveva suscitato immediatamente simpatia e curiosità; per tutto il resto, era stato accolto con una buona dose di scetticismo. Un po’ per l’addio improvviso a De Sanctis che – nonostante le critiche ricevute – per quattro anni aveva difeso con onore la porta azzurra; un po’ per il lungo corteggiamento estivo a Julio Cesar, del quale tutti i napoletani conoscevano bene le qualità; e ancora per le qualità dimostrate dal giovane Rafael nelle amichevoli estive, che sembravano aver garantito al neoacquisto un posto da titolare, al punto da convincere Morgan a cercare fortuna altrove. Della prima gara in campionato di Reina, quella interna con il Bologna, i più ricordano la sua strana parata alla Garella e le sue coinvolgenti esultanze dopo le prodezze di Callejon e Hamsik. Pepe, in realtà, mostrò anche grande abilità nel gioco con i piedi, una dote che consente alla difesa di giocare con meno pressione addosso, consapevole che, in situazioni di difficoltà, quella del passaggio all’indietro resta un’opzione valida e sicura. Lo scetticismo riaffiorò una settimana dopo, dopo i due gol subiti da Paloschi a Verona, proprio mentre Benitez e i compagni esaltavano le qualità umane di Reina, e in particolar modo il suo ruolo di “ambasciatore” (sempre con il sorriso fra le labbra) fra il gruppo storico e i nuovi arrivati spagnoli. Complice anche una struttura fisica non particolarmente atletica, in molti si sono chiesti se Rafè avesse preteso tra i pali un portiere o un giullare. Bene, la risposta è arrivata nelle ultime due partite. Nella gara con l’Atalanta, la sua parata su Denis (a inizio secondo tempo sullo 0-0) è valsa quanto i gol di Higuain e Callejon. Idem con il Borussia, quando Pepe ha ipnotizzato Lewandowski nel primo tempo, ha dato sicurezza a tutta la squadra con le sue uscite alte e ha suonato la carica negli ultimi minuti quando, dopo l’autogol di Zuniga, la squadra sembrava impaurita e un po’ sulle gambe: la parata all’ultimo minuto sulla punizione di Reus ha scacciato gli incubi di una clamorosa rimonta dei tedeschi. E convinto i tifosi del Napoli che la porta è in buone mani.

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