A questo Napoli manca la quantità

Sì al turnover selvaggio contro il Villareal, forse dovremmo ascoltare Sarri con più attenzione
  • di Nello Del Gatto

    Ho letto con estremo interesse lo splendido, come sempre, articolo di Francesco Albanese e mi viene in mente una domanda: ma Sarri, non aveva ragione all'inizio del campionato quando disse che il Napoli poteva arrivare quinto? Mi spiego. Abbiamo tutti imparato a conoscere Maurizio Sarri, la sua schiettezza, il suo modo di fare, le sue dichiarazioni mai campate in aria anche quando "finocchia" qualcuno. Rileggendo ora quella dichiarazione, con le numerose altre nelle quali il tecnico partenopeo si richiama (per spiegare la forza delle altre) ai maggiori fatturati delle altre squadre, mi viene da pensare che forse lui conoscesse più di quanto noi potessimo pensare il valore della squadra che allena. Non tanto nei singoli, ma nei numeri. E' oramai noto a tutti che nel Napoli giochino sempre gli stessi. E che Sarri, vedi anche la gara contro il Milan, tiene in campo ombre di grandi giocatori come Hamsik pur di cambiarli. Per quale motivo? Probabilmente, credo, perchè non c'è un vero sostituto del campione slovacco. Il punto è questo: il Napoli ha un problema di quantità non di qualità, sovrabbondanze che possano dare riposo a coloro che tirano in continuazione la carretta, sovrabbondanze che possano anche permetterti qualche volta di cambiare modulo, come era necessario forse prima nella partita con il Milan (ma che il buon senso avrebbe dettato per cambiare il capitano). Per questo forse la proposta di Francesco Albanese non è poi così sbagliata, anzi. Dopotutto, una competizione impegnativa come l'Europa League unita ad un campionato giocato al vertice, richiede giocatori freschi sempre. Il che, se giochi chiedendo a tutti di fare difesa e attacco, se giochi in diverse competizioni impegnative con sempre gli stessi, è difficile. Non voglio assolutamente fare il classico esempio che abbiamo perso con la Juve dopo che hanno messo in campo il terzo e il quarto attaccante. Noi, a parte Gabbiadini, attaccanti non ne abbiamo. A gennaio abbiamo preso Regini (in prestito) e Grassi per otto milioni. Difesa e centrocampo in chiave futura, anche se noi avevamo pensato di puntellare il presente. Anche perché è sul presente o sull'immediato futuro che credo Sarri sia riuscito a convincere Higuain a restare in estate. Non abbiamo pensato a sostituire Hamsik (Chalobah? El Kaddouri? Non credo), non abbiamo pensato a fare numero, né ad acquistare il nome. Su questo ci siamo giustificati con il fatto che non si voleva prendere qualcuno che avesse potuto creare scompiglio nello spogliatoio. Mi sembra di rivivere la favola di Mascherano. Al di là del fatto che nessuno ha mai chiesto il nome, la scusa dello scompiglio mi sembra assurda: in un gruppo con Reina a capo, uno che crea scompiglio farebbe la fine di Alfredo, il braccio destro del professore di Vesuviano ne "Il Camorrista" di Tornatore, sotto la doccia di Poggioreale. Quello di cui c'è bisogno è numeri, truppe, soldati che danno il cambio. Non parlo solo di stanchezza fisica, che ci può stare tutta, ma anche di stanchezza mentale. La Juve in coppa ha giocato con quella rabbia che il Napoli ci ha mostrato durante la prima parte del campionato. Non sono psicologo, non saprei a che cosa far risalire questo declino mentale. Una cosa è certa: la cazzimma è svanita e, unita alla sfiga, si ha un combinato disposto che ci fa soffrire troppo. E' un momento, certo, non dobbiamo farci prendere dallo sconforto. Anche perché il nostro obiettivo è il quinto posto.
     
     
     

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