Ditelo ai 30mila di Napoli-Inter, che la Coppa Italia è una coppetta

È un ormai un classico della competizione tricolore, richiama spettatori nonostante il gelo e la diretta Rai. Ed è giusto così: se vogliamo diventare grandi davvero non dobbiamo snobbare alcun trofeo. Come fanno tutte le grandi squadre…
  • Il gol di Higuain al 90° in Napoli-Inter della Coppa Italia 2015
  • [Foto: sport.ilmediano.it]

    di Francesco Bruno

    Siamo arrivati a metà stagione ed entra nel vivo anche la Coppa Italia, il torneo da molti considerato quello con meno appeal tra le competizioni stagionali. Ingiustamente, direi io. Perché se è vero che quello azzurro è un progetto che mira a portare il Napoli tra le grandi d’Europa in modo stabile, allora occorre iniziare anche a ragionare come loro. Avete mai visto il Barcellona, il Real Madrid, il Bayern o, in Italia, la Juve, snobbare qualche titulo, fosse anche la coppa del nonno? Escono mai, i top club europei, prima delle fasi finali di qualsiasi competizione? Se le coppe nazionali non contassero, non avrebbe senso il triplete che consegna alla storia soltanto poche squadre divenute poi leggendarie.

    A maggior ragione noi, che abbiamo una bacheca non proprio ricchissima di trofei, non possiamo permetterci di lasciare per strada questa coppa che ha la stessa dignità degli altri. Per rivincerla dobbiamo iniziare col superare l’Inter che, per la quarta volta in sei anni, è l’avversario da battere nei quarti di finale. Questo match è speciale perché, fatta eccezione per la sfida dell'anno scorso – comunque memorabile per la gioia regalataci dal Pipita di battere i nerazzurri al 93° –  la squadra che vince alza la coppa a maggio. Nel 2011 passarono il turno ai rigori i nerazzurri, che trionfarono poi a Roma contro il Palermo. L'anno successivo, dopo aver vinto 2-0 con doppietta del Matador, fummo noi a vincere la finale, battendo in finale la Juve e aprendo l'ennesimo capitolo della storica rivalità con i bianconeri.

    Questa volta come nelle tre precedenti, teatro della sfida sarà il San Paolo. A differenza della passata stagione quest'anno, quando si scende in campo a Fuorigrotta, il vantaggio è innegabile. C'è un effetto San Paolo che riesce a sparigliare le forze in campo, lo hanno detto i giocatori del Sassuolo e lo dicono i numeri: 39 reti in 14 incontri. Dal bruciante Napoli-Lazio del 31 maggio scorso, l'arena di Fuorigrotta è diventata un vero e proprio bunker in cui gli azzurri sono imbattuti da sette mesi e mezzo, vincendo, tra campionato e coppe, 12 volte su 14 partite. E, fatto più importante, in questo scorcio di stagione la squadra, dando spettacolo, ha riguadagnato l'affetto di una tifoseria che, iniziata la stagione un po' depressa, sì è rapidamente appassionata di nuovo, letteralmente rapita da un sistema di gioco che soddisfa i palati più esigenti. Sono ritornati i sold out a Fuorigrotta, i cinquantamila che cantano e festeggiano ogni vittoria intonando con i giocatori “Un giorno all'improviso”. Contro i nerazzurri, nonostante il freddo polare e la diretta Rai, anche se non ci sarà il tutto esaurito sugli spalti saranno almeno in trentamila. Andiamolo a spiegare al popolo del San Paolo che la Coppa Italia è una coppetta.

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