L'asado, la miglior maniera di compattare il gruppo

  • Di Antonio Moschella

    Non me ne vogliano i vegetariani e i vegani, ma la carne è un’altra cosa. Soprattutto se ai fornelli, o meglio alla parrilla, si piazza un argentino. Chi non è stato in Argentina o non ha avuto la fortuna che qualche gaucho gliene preparasse uno come si deve, tra un enorme bicchiere di Fernet Cola e un assaggio di formaggio, difficilmente potrà capire quanto questo rituale vada al di là del semplice e vorace consumo di carne.

    L’asado è quella tradizione che serve per unire sorrisi, animi e intenti, come sono i sudamericani sanno fare. Mentre uno fa scoccare la scintilla del carbone, altri preparano i diversi tagli di carne o il Fernet. Così un pranzo si trasforma in una scusa per condividere tutti insieme uno stesso spazio, spesso senza neanche sedersi a tavola ma semplicemente addentando in piedi un pezzo appena cotto e direttamente dal coltello di chi si prende la briga di passare tutta la giornata cucinando per tutti..

    In questo, almeno verrebbe da dire, Il povero Britos, da tutti bistrattato, ci sa fare. E ieri insieme ad Andujar hanno pensato bene di allietare qualche ora la truppa azzurra, per la gioia di Higuain, Gargano e sopratutto di Benitez, uno che ama la buona cucina ma che è molto severo con la dieta dei suoi. Ne sa qualcosa Kily González, che a Valencia se la prese con il tecnico per un presunto rifiuto da parte di Rafa di concedersi un gelato a fine pasto.

    Mentre Marek Hamsik resta a guardare, fedele al suo credo di non nutrirsi di animali, - vuoi vedere che sia proprio la mancanza di una ‘fella di carne’ la causa dell’abulia del nostro capitano? - l’atmosfera dell’asado scatena allegria e gioia in un gruppo che è cosciente di essere arrivato al punto di non ritorno. Ben venga dunque una bella dose di proteine e di ferro per questo aprile la cui metà sarà decisiva per la botta d’adrenalina finale.

    L’armonia dell’asado come metafora della spensieratezza. A fine pasto si è sazi e contenti. Con il sorriso si può quindi affrontare meglio ciò che arriva. Ritiro o non ritiro. Senza dimenticare il mate, che si beve passandosi termos e zucca, come a voler simboleggiare la comune convinzione e determinazione degli azzurri tutti. Tutti dalla stessa bombilla, per lo stesso obiettivo. 

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