Così parla mister Sarri

Volete sapere che cosa il mister dice ai giocatori durante la partita? Ve lo diciamo noi, insieme a un altro po' di curiosità
  • extranapoli

    di Francesco Albanese

    A mente fredda vale la pena tornare per qualche minuto al pomeriggio vissuto dal sottoscritto in compagnia dell'immarcescibile Boris Sollazzo in quel di Frosinone domenica scorsa.

    Vale la pena perché se avete avuto la bontà di leggere la nostra cronaca (?), saprete allora che abbiamo assistito al match esattamente alle spalle della panchina del Napoli: insomma per un giornalista, per giunta tifoso, un piccolo sogno che si realizza e che è il caso di condividere con chi ci legge su Extranapoli. Come vivono i protagonisti azzurri dunque l'evento più importante della settimana? Quali i loro tic e riti?

    Le righe che seguono sono la cronaca fedele (ad personam) dei fatti accaduti al Matusa prima, durante e dopo il match.

    Sarri: a Frosinone festeggiava il suo compleanno e questo ha forse aggiunto un pizzico di tensione in più al pomeriggio che lo attendeva. Da rimarcare il siparietto con De Laurentiis che lo sorprende alle spalle con uno squillante “Auguri mister!” per poi allungargli un pacco dono che un po' imbarazza l'allenatore. Fortunatamente un collaboratore di Sarri prende in consegna il regalo e permette al tecnico di continuare a scrutare le operazioni di riscaldamento dei giocatori. Se nei novanta minuti il mister è obbligato a non fumare, nel pre gara il nostro si concede una sigaretta (guarda la foto) pur stando in campo: naturalmente nulla di ostentato, ma la “cicca” è accesa. Da rimarcare l'atteggiamento di Sarri poi nel corso della partita. Urla? Zero. Atteggiamenti scomposti? Macché! E' vero che la partita non ha avuto storia, ma vista da vicino la conduzione tecnica appare pacata, ferma, in una parola sicura. Quando Sarri richiama i suoi lo fa lanciando messaggi semplici: “Linea!”, “Interni a posto”. Più di tutto mi ha impressionato anche il rapporto con i giocatori della panchina. Per esempio a inizio ripresa per comunicare a Insigne e Gabbiadini d'iniziarsi a scaldare, Sarri è andato direttamente dai due calciatori, li ha fissati negli occhi, e battendo con l'indice sul loro ginocchio ha semplicemente detto: “Uno e due”.

    Insigne: era il calciatore più vicino rispetto a dove mi trovavo. Chi nel prepartita ha messo in giro la storia del muso lungo per la panchina dovrebbe giustificare la partecipazione all'evento partita che Lorenzo ha avuto pur non scendendo in campo. Il suo era l'atteggiamento di un tifoso costretto ai box: proteste contro il malcapitato guardalinee De Luca, scambio fitto d'informazioni tecniche con lo staff di Sarri, autografi firmati (ma solo durante l'intervallo). A Frosinone l'impegno più grande per Insigne è stato soprattutto il dover respingere le continue richieste di avere in regalo una maglietta. Gustoso il duetto con Sarri avvenuto nel momento del secondo gol di Higuaìn: l'allenatore ha subito cercato con lo sguardo Insigne per fargli capire che a quel punto difficilmente sarebbe entrato. Risultato? Una fragorosa risata per entrambi.

    Gabbiadini: il suo momento è ben sintetizzato dall'esultanza dopo lo splendido gol. Inizialmente resta impassibile, ma poi si scioglie in un urlo che racconta tante cose. Manolo patisce il ruolo di rincalzo è evidente, ma non sa con chi esattamente prendersela. I suoi esercizi di riscaldamento tradiscono una certa insofferenza, in panchina è piuttosto taciturno: per fortuna Maggio non lo molla un attimo e gli fa qualche “coccola”.

    Jorginho: vederlo giocare a così da vicino fa capire l'importanza di questo ragazzo nell'economia del gioco di Sarri. Le sue qualità tecniche sono note, magari si conosce meno il suo apporto in termini di personalità. L'italo-brasiliano chiama sempre il pallone che si fa consegnare richiamando con voce energica dai compagni anche quando ha due avversari addosso.

    Higuaìn: avete presente la playstation? Quella. Meraviglia la sua concentarzione anche quando ormai il punteggio è in cassaforte.

    Mertens: un moto perpetuo che nello stretto fa cose impensabili. Che bello un suo stop volante di tacco visto da non più di quattro metri.

    Hamsik: dopo un minuto di gioco un fallo di un giocatore del Frosinone lo ha catapultato sulla panchina del Napoli: in pratica è atterrato a non più di due metri da noi. Sembrava un cartone animato e invece era tutto vero. Un leader silenzioso che sa come guadagnarsi la stima dei compagni.

    Reina: allenatore in campo.

    Chalobah: pienamente a suo agio col gruppo, non dà l'aria di essere uno di passaggio. 

    Staff tecnico: ottimi professionisti che hanno però il vizio di gridare “gol” anche quando il tiro di un azzurro finisce in curva.

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