Una Lazio ferita attende il Napoli

La squadra di Petkovic attraversa un momento delicato dovuto all'incertezza sulla permanenza del tecnico.
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    di Paolo Colantoni*


    La Lazio che lunedì si appresta ad affrontare il Napoli vive uno dei momenti più delicati della sua recente storia. La vittoria di Varsavia e il passaggio del turno in Europa League con una giornata di anticipo, hanno permesso all'ambiente biancoceleste di dimenticare per qualche ora le polemiche interne che l'accompagnano dall'inizio della stagione. Le sbornie post Coppa Italia, la deludente campagna acquisti, i continui cambi di formazione di Petkovic e l'incertezza sul futuro del tecnico di Sarajevo, sono diventati un fastidioso compagno di viaggio per i tifosi laziali, ancora alla ricerca di un undici titolare su cui poter contare.

    Alla base dei malumori ci sono gli errori societari. Come già accaduto in passato, anche la scorsa estate, Lotito e Tare non hanno colto l'occasione per realizzare il definitivo salto di qualità, commettendo gli stessi errori. Così come nel 2007, con la Lazio al terzo posto e in Champions League, o nel 2009, dopo il trionfo in Coppa Italia contro la Sampdoria di Mazzarri, anche la scorsa estate è stata sbagliata la campagna acquisti post vittoria. Ma mentre nelle due stagioni precedenti Lotito e Tare commisero l'errore di ritenere la squadra già competitiva e chiusero pochi e sciagurati acquisti, la scorsa estate i dirigenti laziali hanno addirittura speso cifre importanti: 20 milioni, anzi, 28, considerando le somme per i riscatti di Candreva e per qualche operazione minore. Acquisti che al momento non sono serviti per rinforzare la squadra. Ad una rosa che palesava lacune difensive e in attacco (dove già lo scorso anno in assenza di Klose si faceva un'enorme fatica a segnare) sono stati aggiunti due centrocampisti: Biglia e Anderson. Il primo, ancora lontano parente del regista ammirato con la maglia della nazionale argentina, il secondo ancora troppo acerbo.

    Acquisti, che non hanno rinforzato la squadra, portando solo confusione. Biglia è entrato in ballottaggio con Ledesma, uno dei leader storici dello spogliatoio, creando un dualismo inutile e dannoso; Anderson non ha fatto altro che aumentare il numero dei fantasisti, aggiungendosi ai vari Hernanes, Ederson, Candreva, Keita. Se poi ci aggiungiamo i dubbi di Petkovic (capace di cambiare dieci moduli in tredici turni e di sconfessare spesso le scelte studiate in settimane) la scarsa vena dei leader (Hernanes, Marchetti, Ledesma, Gonzalez), le continue assenze di Klose (se tutto va bene lunedì andrà in panchina) e la perenne incertezza sugli schemi, ecco spiegati i motivi che hanno portato la Lazio all'ottavo posto. Fino allo scorso gennaio era semplice ricordare a memoria l'undici titolare e le prime alternative. Così come era bello vedere la mano del tecnico nei movimenti sul campo dei calciatori.

    Quest'anno sembra che a Formello sia stato attaccato un cartello che recita "lavori in corso" e che non si riesce a staccare. Al momento le uniche note liete sono arrivate dai giovani: Keita e Onazi su tutti. Contro il Napoli potrebbe essere una delle ultime sfide che Petkovic vedrà dalla panchina. Il prossimo accordo con la federazione elvetica faciliterà un addio nell'aria da diverse settimane, ma al quale solo Lotito (che pure ha rotto col tecnico da diverso tempo) non ha voglia di pensare. Eccolo il paradosso più grande. Lotito non ha più la stessa stima del suo allenatore, non lo confermerà, sa già che diventerà ct di una nazionale, si accorge giorno dopo giorno che la squadra non lo segue più, eppure chiude gli occhi; fa finta di niente e lo tiene sospeso su una panchina che lo stesso Petkovic non sente più sua.

    Ecco un altro dei paradossi che si vivono in casa Lazio, dove le cose semplici diventano impossibili e dove spesso, complicarsi la vita, è lo sport preferito. Chi guiderà la squadra da qui a fine stagione? Chi arriverà a gennaio per rinforzare la rosa? Si ritroverà un pizzico di equilibrio? E soprattutto....lunedì sera Petkovic sarà più attento ai movimenti di Hernanes e Candreva o a quelli di Inler, Behrami e Dzemaili? Come direbbe Lotito...ai posteri l'ardua sentenza!

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