L'incubo Gervinho, lettera aperta a un protagonista del venerdì sera

Agile, veloce e pure tecnico. La Roma non è solo Totti, l'ivoriano potrebbe ridurre a brandelli la (lenta) difesa azzurra
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    di Boris Sollazzo

    Caro Gervinho, volevo chiederti un favore. Rimani una settimana in più, una sola, nella tua Africa. La Costa d'Avorio ti ama, ti ha dedicato una canzone che i tuoi connazionali ballano forsennatamente, riprendendosi e postandosi su youtube. Oddio, quel ritmo è terribile e il pezzo parecchio trash, ma magari a te piace. D'altronde se vai fiero di quei capelli, il tuo gusto estetico è decisamente inferiore persino a quello di Antonio Conte. Diciamo al livello delle mogli di Brunetta e Borghezio.

    Veniamo a noi, però. Da giorni dormo male. Mi assopisco pensando a Francesco Totti che inventa gol e assist, a Strootman e De Rossi che occupano militarmente il centrocampo. A Morgan De Sanctis che con quella vostra maglia ci sta proprio male. E dire che adoro Pepe Reina, ma poi sussurro, commosso “non succederà più...”. Alla fine però mi addormento, comunque. Immaginando la goleada che rischiamo di subire venerdì sera. Ma sei tu a svegliarmi. No, non di persona, fortunatamente: in quel caso sarei il primo uomo a morire di infarto e ictus contemporaneamente. La tua attaccatura dei capelli, d'altronde, farebbe paura persino ad Hannibal Lecter. No, chiudo gli occhi, entro nella fase Rem e tac. Ci sei tu, con la maglia giallorossa. Che corri a più di 30 chilometri orari, palla al piede. E su di te non c'è un giocatore di pallone. No, c'è Britos. Sì, hai presente? L'uomo più lento e distratto del mondo. Tu parti dalla difesa, lui è a un metro dal pallone e lo deve appoggiare a un compagno. Ma tu gli recuperi 54,8 metri in 6 secondi. Mi sveglio urlando dall'incubo. E sono solo al terzo minuto della partita. Per tutta la notte si ripete quest'incubo. Su un tuo assist, a un certo punto, segna persino Caprari, il Vargas capitolino. Poi entra Fernandez. E non ho neanche più il coraggio di addormentarmi.

    Gervinho, alla fine si vede, sei un bravo ragazzo. Bello no, ma bravo sì. Non ti chiedo di saltare l'intera stagione, solo di non giocare quella partita scomoda di venerdì. Sarebbe scortese da parte tua: in fondo sappiamo entrambi che tu dovresti allenarti con Bolt e non con Torosidis e Dodò. Per dire: Britos ha sbagliato sport, sono convinto che come albero della cuccagna, ricoperto di melassa, possa dire la sua. Tu dovevi darti allo sprint nell'atletica leggera, è sleale e scortese che tu sappia anche toccare la palla. Oddio, a volte la superi, altre ti dimentichi di buttarla dentro. Se proprio vuoi giocare, almeno torna ad avere i piedi quadrati. O almeno zavorrati con del piombo sui fianchi. Ma così, diciamocelo, sei come una Red Bull. La macchina. Che pure quella, si sa, ti mette le ali. Talmente tanto che tu a San Siro hai fatto sia l'ala destra che l'ala sinistra.

    Gervinho, non ho fatto in tempo a pensare che fossi una gran pippa che ti sei rivelato un campione. Quindi, non costringermi a sperare in uno stiramento, in un tamponamento a catena tra suv (il tuo e quelli di mezza squadra giallorossa, Rudi Garcia compreso) o in un episodio di dolorosa e continuata dissenteria.

    Semplicemente, perdi quell'aereo. Anche se saresti capace di prenderlo in corsa, ne sono sicuro.

     

     

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