L'albero dei gufi Cagliari-Napoli

"Fare punti contro Zeman non sarà semplice". Stavolta ringraziamo la vecchia gloria Gianfranco Matteoli.
  • di Lucio Fava Del Piano

    Non parlate di secondo posto. Non parlate di terzo posto. Non parlate di Champions.

    Il Napoli è quarto, la vittoria contro un Cagliari allo sbando non vale niente, le romane sono fortissime, i punti id distacco sono troppi e le partite che mancano pochissime. Punto. 
    Ah, già che ci siete, tutti voi che fino a 8 giorni fa parlavate di stagione fallimentare, di squadra da rifondare, di allenatori da trovare, restate della vostra idea. Perché la caccia al gufo, anche se da qualche giorno a questa parte non assicura carnieri pieni, non è finita.
    Tutto ciò detto e premesso, l’ultimo turno di campionato ha parzialmente ridisegnato la classifica. Avviando, per esempio, il conto alla rovescia per la certificazione del quarto scudetto consecutivo della Jvutn… della Juvnet… vabbè, insomma, avete capito, di quella squadra impronunciabile con sede in zona prealpina, tifosi in tutte le parti d’Italia tranne che a casa sua e una stantia maglia bianca a strisce nere, o nera a strisce bianche, a seconda dei capricci dello sponsor tecnico.
    Non è invece andata come pensavano dalle parti di Roma nord, zona Formello. Dove le tante vittorie consecutive, la finale di Coppa e il sorpasso sulla Roma avevano portato qualcuno a sognare cose che voi umani non potete neanche immaginare. Come Vincenzo D’Amico, che pronosticava una Lazio che "andrà sul campo della Juventus per vincere”, magari approfittando di una squadra “distratta” dagli impegni europei. O come il mister biancoceleste Pioli, che avvertiva “vogliamo vincere”, indicando la sua squadra come “quella che sta meglio”.
    Poi, appreso con moderata e sobria soddisfazione della sconfitta laziale, e del successivo gagliardo pareggio casalingo romanista, restava il problema che il Napoli dovesse vincere la sua partita. Che non era cosa scontata, e non solo per la drammatica abitudine a perdere le buone occasioni che tanti imputano ai nostri giocatori. E infatti il mitico Gianfranco Matteoli alla vigilia profettizzava “non sarà facile far punti contro Zeman", il cui Cagliari poteva puntare “tutto sul fisico”. Da parte sua, il boemo, più sobrio, si limitava ad augurarsi “che il Napoli si sia stancato in Europa”.
    Adesso tocca vedere come proseguiranno le cose. E dopo il riposo concesso oggi da Rafa ai suoi ragazzi, da stasera, massimo domani, ripartirà il tormentone ritirosì-ritirono. Per fortuna, c’è sempre la stampa nostrana ad avere idee chiare sull’argomento e a dirci come stanno le cose: per il Corriere del Mezzogiorno “il ritiro imposto da De Laurentiis ha sortito gli effetti sperati”, per Mimmo Malfitano della Gazzetta - sempre dalla parte del presidente - “il ritiro non serve ad un tubo, non penso che la reclusione forzata sia stata il motivo di questa metamorfosi”. Magari un giorno scopriremo chi aveva ragione.
    Finale per la disciplina calcistica che occuperà i prossimi mesi dei  giornali, il mercato. Che, con lo scudetto praticamente in tasca, nella Torino bianconera è già iniziato. In particolare sulle colonne di Tuttosport (quotidiano per il quale la squadra in questione acquista almeno due dozzine di top player ogni estate, salvo poi ritrovarsi con Bendtner), per il quale “decolla la pista Higuain”. Più o meno le stesse parole che scrissero due anni fa per oltre un mese. Fino a quando DeLa si presentò a Madrid con un assegno da 40 milioni e si portò a casa Gonzalone.

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