La Top 5 azzurra senza Higuaín

I momenti più importanti dell'annata azzurra al di là dei gol dell'argentino
  • di Antonio Moschella

    Rigorosamente in ordine cronologico, ma non di importanza, ecco la mia umile selezione dei cinque momenti più importanti della stagione azzurra, che non vedono la firma diretta di Gonzalo Higuaín.

    4 ottobre 2015 - Il primo gol di Insigne al Milan. Uno, due, tre, e poi si perde il conto dei tocchi. Un'azione apparentemente stucchevole, compassata. E invece no. Da destra a sinistra, lentamente, con pazienza, senza quasi mai tornare indietro, a fisarmonica. Poi Insigne si libera, finge un assolo, invece duetta con Higuaín prima dell'intonatissimo acuto finale. Un gol che non solamente sublima l'armoniosa sinfonia imposta dal direttore d'orchestra Maurizio Sarri ma che dà anche il via a una cavalcata irresistibile fatta di bel gioco e di grandi giocate, proprio come questa.

    30 novembre 2015 -  La parata di Reina su Miranda. Era la notte del sorpasso, e in effetti sembrava tutto procedere per il meglio, con Higuain a segno due volte nei primi 50' e l'Inter in 10 per quasi un'ora. Poi, d'improvviso, Ljajic riapre i giochi, e cala il buio. Negli ultimi minuti il pallone pesa tantissimo. Due pali salvano gli azzurri, ma se su quello di Jovetic è pura fortuna, sul colpo di testa di Miranda a pochi secondi dal fischio finale è un dito, neanche una mano, di Pepe Reina a fare esplodere il San Paolo. Neanche avesse fatto un gol.

    10 marzo 2016. Tuffi in allenamento. La rincorsa alla Juve è ancora fattibile e, nonostante la fresca eliminazione dall'Europa League, il gruppo è disteso e mostra il sorriso alla fine degli allenamenti con una serie di tuffi in una pozzanghera. Un segnale di coesione in un momento comunque evidente di appannamento fisico.

    8 maggio 2016. gol di Callejón a Torino. Può sembrare poco trascendente. E invece il 2 a 0 di Callejón nella prima partita allo stadio ribattezzato 'Grande Torino' è un segnale importante perché arriva dopo un'azione corale e non da una giocata sporadica di Higuaín. È un gol che poi sarà decisivo per la vittoria finale in un campo difficile, necessaria per tenere lontana la Roma prima dell'apparente formalità contro il Frosinone.

    14 maggio 2016. Hamsik sblocca il risultato col Frosinone. Essere del Napoli vuol dire soffrire anche quando non si dovrebbe. Il Frosinone viene a Napoli senza niente da giocarsi, onore a parte, ha in porta il terzo portiere e il suo allenatore è un certo Roberto Stellone. Per di più resta in 10 uomini da metà del primo tempo. Una passeggiata di salute, sembrerebbe. E invece non è così, la porta di Zappino sembra stregata, fino a quando un batti e ribatti in area non favorisce Marek Hamsik, che da capitano fa 81 gol in azzurro, raggiungendo Diego Armando Maradona e soprattutto sbloccando a fine primo tempo un incontro che poteva essere molto più spinoso di quanto si pensasse. Poi, la festa di Gonzalo. Ma questa è un'altra storia.

    Condividi questo post