Il Marek d’inverno e Torero José: contiamo su di voi

Lettera aperta al nostro capitano e all'esterno spagnolo: contro l'Inter è la vostra partita!
  • di Boris Sollazzo

    Inutile prenderci in giro. Da una settimana pensiamo solo all’Inter. Neanche il brodino Bruges ci ha distratto. Forse al massimo il canto del gallo Chiriches ci ha per un attimo portato altrove, ma, complice quello stadio vuoto, ci sentivamo come a una partitella del giovedì, pallido palliativo di un’attesa che ci sta consumando. E così su fogli stropicciati continuiamo a immaginare e scarabocchiare tutti i modi in cui Mancini può rovinarci l’umore. A partire da quel Kondogbia scarsissimo che decide di farsi male proprio prima del big match, facendo sì che con Brozovic o con la bestia nera Guarin i nerazzurri al San Paolo giocheranno in 11 e non inferiorità numerica come quando c’è questo francese strapagato. L’angoscia di sapere che finora è andato tutto (troppo) bene, che questo nostro Napoli è così abituato a dominare che, tranne che contro l’Empoli, mai ha recuperato da una situazione di svantaggio. E che quell’attacco solo apparentemente avaro dei milanesi può mettere in crisi la nostra difesa finora granitica, lo sappiamo tutti. E ancora, la nostra mediana dai piedi educati potrebbe soffrire contro i fabbri ferrai Felipe Melo e Medel. E il primo ha già promesso a Higuain la sua cura a forza di falli, che sicuramente sarà somministrata anche da una coppia di centrali difensivi straordinaria – la migliore da anni del campionato italiano – formata da Miranda e Murillo. Insomma, più passano le ore e più quest’Inter fa paura. E non ho volutamente citato Handanovic, l’uomo delle parate impossibili.

    E allora, ascoltando un po’ di musica, mi è venuta l’ispirazione. Contando su Pepe, Kalidou e Raul perché costruiscano un fortino inespugnabile, su Allan perché protegga i suoi fidi compagni a centrocampo, sappiamo tutti che Higuain, stretto in una morsa a tre, soffrirà le pene dell’inferno. E farà fatica a rimanere in piedi. E il piccolo Lorenzo, per quanto proverà loro a sfuggire con le sue magie, rischierà di essere sovrastato dalle forze del Melo, pardon del Male.

    Tocca allora a due cavalieri di re Artù Sarri il compito di mettersi in prima linea, questa volta. Pensando a Enrico Ruggeri – lo so, interista – penso che il Marek d’inverno sarà pure un concetto che nessuno mai considera perché è troppo moderno (come lo è il giocatore slovacco, atavicamente sottovalutato per questo motivo), ma ora deve tornare a schiantarsi con onde impetuose nei porti nemici. Per carità, intendiamoci, il nostro Capitano sta facendo una grande stagione fatta di intelligenza, sacrificio e generosità. Dopo Sassuolo, però, non ha più segnato. Sappiamo quanto gli piaccia, quanto tenga a salire nella classifica dei nostri cannonieri e che, per correre verso il sogno, serve anche quel suo talento lì. Negli inserimenti, nel tiro, nella voglia di spaccare la porta. E contro una squadra da battaglia come quella di Mancini, più che i tocchi di fino di Gonzalo e Lorenzo, servono le armi del guerriero Marek. Quello che si pettina la cresta con rabbia, che aizza la folla quando esce dal campo, che risponde a chi lo definisce fragile di carattere con gli occhi della tigre.

    E non nasconderti neanche tu. Perché stamattina nella mia playlist c’è anche il Torero di Renato Carosone. Olè.

    Sì, parlo a te José. Che hai dimenticato come metter dentro i tiri a incrociare che erano il tuo biglietto da visita, che non vedi più rosso quando sei davanti alla porta ma per la stanchezza dell’enorme lavoro che fai in ogni parte del campo davanti a quei diciotto metri quadrati scarsi non sei più un Torero, anzi un Toro, ma al massimo uno spaurito Michu. Ok, non li dimentico i quattro gol in Europa, tranquillo. Ma in questo tranquillo lunedì di paura, ci servi in forma. Anzi, in formato Inter. Non te lo sei dimenticato che nell’ultima a San Siro a quei biscioni ne hai fatti due, vero? E allora noi quella pettinatura antica la vogliamo vedere scapigliata da 10 ragazzi entusiasti di fronte a una delle tue stoccate. Sei rimasto, sorridi anche di fronte a un lavoro sfiancante, pensi che non ce ne accorgiamo ma vediamo sempre che insieme a Jorginho sei il depositario delle confidenze e delle direttive – e forse persino il consigliori – di Don Maurizio. Ma lunedì sera vogliamo di più.

    E allora Marek e José, pensateci voi. Perché i nostri cuori battono con i vostri. E comunque andrà, sarà un successo, ci basta che diate il massimo e ci facciate divertire. E vi divertiate. Quindi, niente scherzi. Conto su di voi. Anche perché l’Inter concede solo quattro tiri in porta a partita: questa volta, insomma, è vietato sbagliare.

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