Don Chisciotte

Rafa è il simbolo di questo Napoli. Il suo lavoro si basa sul presente e sul futuro, quello prossimo. In barba ai tanti detrattori
  • Di Antonio Moschella

    Mettiamoci l’anima in pace. Rafa Benitez non scioglierà i dubbi sul suo futuro prima del mese di maggio. Niente a che vedere con quanto fatto da Mazzarri, che due anni fa iniziò a flirtare con l’Inter già prima del 3 a 1 rifilato da Cavani ai nerazzurri al San Paolo in maggio. Il buon Rafa non è un freddo calcolatore, bensì un professionista serio che ha lasciato un’ottima immagine di sé ovunque sia andato, fatta esclusione per Appiano Gentile, dove un certo José Mourinho aveva bruciato tutto manco i russi in ritirata da Napoleone.

    Napoli è un piccolo angolo di Spagna per Rafa. Lui, madrileno, aveva iniziato ad amare l’oceano a Tenerife, dove in due anni aveva riportato in A una squadra disastrata, e poi si era inebriato dell’odore del Mediterraneo a Valencia, dove restituì la gloria a un club affondato da Cúper. Napoli è anche un po’ Liverpool, società storica ma sovrastata dai milioni di sceicchi e petrolieri. Rafa ama Napoli, e Napoli ama lui: due mediani o tre centrocampisti, poco importa. Quel che vale è la dedizione del tecnico spagnolo al progetto. Che vada pure in vacanza a Liverpool ogni tanto, i periodi di disconnessione servono a isolarsi per poi ripartire con più slancio.

    Di una cosa possiamo stare certi: fin quando Benitez siederà sulla panchina azzurra darà tutto sé stesso per ottenere il meglio per noi. Inutile, quindi, continuare a subissarlo di domande sul suo futuro. Perché il suo futuro immediato è l’Europa League, la rincorsa al secondo posto e la semfinale di Coppa Italia. Perché il suo futuro immediato è dare al Napoli linfa vitale per poter essere sempre più grande, indipendentemente dai soldi che potranno arrivare da qualche misterioso socio di De Laurentiis.

    Il Napoli è diventato più grande grazie a Rafa. In Spagna, dove vivo, lo seguono in primis per lui, uno che non è sceso a patti con il grande Real Madrid, che ha litigato con i pesi massimi dello spogliatoio del Valencia e poi li ha fatti rinsavire per il bene della squadra. Il bene comune, appunto, è ciò che ossessiona Benitez. Il “ci può stare” è una dichiarazione tagliente ma sottile, di quelle che fanno male a chi sa, e che a noi fa uscire un sorriso dolce.

    Rafa è il nostro Don Chisciotte, anche se per i suoi maligni e invidiosi detrattori non è altro che un Sancho Panza. La sua mentalità lo porta a ragionare in prospettiva, a non sbagliare neanche un colpo di mercato e a far rendere i suoi giocatori al massimo. Proprio quanto si desidera da un allenatore. Il Carnevale è sulla soglia. Poi arriverà la Passione. A Napoli ne sappiamo qualcosa. E allora affidiamoci a lui, che vive il presente e combatte i mulini a vento del Nord, freddi e inospitali. Ma sempre col sorriso.

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