Che, ¡te toca a vos!

Higuaín, i cui gol sono sempre decisivi, ha nei piedi il destino suo ma soprattutto del Napoli
  • di Antonio Moschella

    L'annata è stata lunga, spossante ed esigente, sia per le gambe sia per la testa. Nell'ultimo scatto di 90 minuti necessario per ritrovare l'appuntamento con la sinfonia ad archi più ambita da qualsiasi calciatore, Gonzalo Higuain ha nei suoi piedi il destino azzurro e il suo. Le tre giornate di squalifica seguite la sceneggiata di Udine gli hanno sì impedito di andare spalla a spalla con Luis Suárez per la Scarpa d'oro, ma non di puntare al record di Gunnar Nordahl, a 'soli' 2 gol di distanza. 

    Ora, sia ben chiaro, il primo obiettivo è quello di vincere stasera per conservare un secondo posto che vale oro, per il morale del presente e per la continuità di un futuro si spera ancora migliore. Visto che, però, per il Napoli i gol di Higuain significano sempre vittoria, ecco che il compito dell'argentino è doppio: portare i tre punti in cascina e siglare un record storico a livello nazionale, perché il buon Gonzalo è già storia azzurra per il numero di reti siglate in una sola stagioe di Serie A. 

    Tuttavia, il fatto che il Frosinone non abbia più niente da chiedere al campionato e sia ormai destinato a tornare in B non gli mette automaticamente addosso i panni della vittima sacrificale. Il Napoi e Higuain dovranno sudarsi la vittoria come sempre. Per questo guai a prendere sottogamba l'incontro di stasera, perché si parte tutti 0 a 0 e se si dovessero assegnare i titoli a tavolino per il valore delle squadre sulla carta non esisterebbero miracoli come quello del Leicester in Premier League o come quello dell'Atletico Madrid in Champions.

    La doppia motivazione di Higuain sarà fondamentale stasera. Gonzalo dovrà scendere in campo affamato come sempre, perché i record si raggiungono anche in partite come queste, trascendentali anche per il destino della propria squadra, un gruppo che mai come quest'anno, grazie soprattutto a Maurizio Sarri, Gonzalo ha sentito suo. Quindi, come direbbero in Argentina, "che, ¡te toca a vos!"

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