Al Napoli manca solo mezza tacca per essere super, e il carattere per arrivarci c’è già

Con la Juventus abbiamo capito che basta aggiustare qualche dettaglio, e gli azzurri hanno dimostrato di sapersi correggere al volo già dopo le sconfitte di Bologna e con l’Inter in coppa: forza ragazzi, fiato sul collo ai bianconeri costi quel che costi
  • [Il riscaldamento pre-partita del Napoli allo stadium - Foto credit: FPN]

    di Alessio Capone

    Una mezza tacca. Questo ha detto la partita di sabato. Al Napoli manca ancora una mezza tacca. Quella mezza tacca che ti permette in un match clou di vincere i contrasti, di aggredire il pallone con più convinzione e di non perdere una palla ai limiti dell'area di rigore avversaria a tre minuti dal termine. E per realizzare di avere questa lacuna di mezza tacca, la compagine di Sarri doveva necessariamente passare per una partita come quella dello Stadium. È stato lucidissimo il tecnico azzurro nell'analisi post partita: se il Napoli vuole diventare una grande squadra deve affrontare anche determinate partite, determinate sconfitte, determinate difficoltà. E buttarsele alle spalle subito, reagire.

    La Juventus di Massimiliano Allegri, sabato sera, è scesa in campo con il piglio e l'atteggiamento di chi stava affrontando una grande d'Europa: aveva quell'attenzione e quella cattiveria agonistica che si riservano solo a regine come Real Madrid o Bayern Monaco. Squadra corta, nessuna vergogna di portare anche undici giocatori dietro la linea della palla, marcature preparate e mirate. Certo, il Napoli non è il Madrid né per mezzi né per mentalità negli uomini in campo, ma la partita di sabato ha detto che manca davvero poco per diventare una grande, per riempire quella mezza tacca. E sono stati gli stessi avversari a dirlo a Reina e compagni con il loro atteggiamento: a venti minuti dalla fine, i campioni d'Italia sono sembrati accontentarsi anche di un pareggio.

    Il Napoli ha affrontato la partita e lo Juventus Stadium con l'atteggiamento di una grande che puoi battere ai punti, sì, ma non di certo per ko. L'hanno preparata per pareggiarla? Non hanno avuto convinzione? Esistono anche gli avversari. Il Napoli è stato maturo, ha provato il solito pressing a inizio partita e poi ha avuto la lucidità di capire il momento e la forza degli avversari, ha avuto la prontezza di leggere la partita e di comportarsi di conseguenza come solo le grandi squadre sanno fare. È rimasto in partita e ha accettato di giocare ad annullare l'avversario (come del resto hanno fatto anche i bianconeri), perché di giocare a viso aperto, come piace a Sarri, non se ne parlava proprio.

    Fare tesoro di sabato sera e ripartire subito. È un passaggio cruciale, il terzo in questa stagione. Dopo la sconfitta di Bologna il Napoli ha imparato che le partite si perdono solo al novantesimo, che durante l'arco di una stagione ci si può ritrovare in svantaggio, ma questo non può comportare uno sfaldamento nel gioco di squadra, né un demoralizzarsi nella testa. Ed ecco che il Napoli in svantaggio con il Sassuolo, forte della lezione in terra emiliana, non ha fatto una piega. È ripartito e con pazienza ha trovato il modo di ribaltare il risultato senza mai abbandonarsi alla frenesia. Dopo la sconfitta in coppa contro l'Inter, secondo passaggio cruciale nella stagione, il Napoli ha imparato a rialzarsi, a reagire, a dimostrare carattere anche nella bufera inanellando una serie di successi che ha mortificato totalmente le inseguitrici. Perché diciamocelo, ritrovarci a lottare con la Juve è un lusso che nessuno pensava di potersi permettere ad inizio stagione. Ed ecco che arriviamo a questo terzo snodo importante nel processo di crescita della squadra partenopea: la sconfitta di misura a Torino per una serie di dettagli. Già, perché sono i dettagli all'interno di una partita a determinare il confine tra una buona squadra e una Grande Squadra. Il Napoli deve lavorare sui dettagli e dimostrare di saper ripartire senza contraccolpi psicologici. Fiato sul collo. Subito.

    Manca solo una mezza tacca e non è detto che per riempirla si debba aspettare una nuova stagione e qualche nuovo interprete. Il Napoli stesso ha dimostrato a se stesso di poter colmare lacune impensabili nel giro di pochi mesi. Tre ne mancano alla fine della stagione. Tre lunghi mesi per riempire quella benedetta mezza tacca; con ogni mezzo, ad ogni costo, di riffa o di raffa il Napoli deve, può riempire quella mezza tacca: anche di punta, come quella di Bonucci sabato sera. O di tacco, se preferite.

    Una mezza tacca.

    Forza Napoli!

    Sempre, comunque e dovunque

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