Basta con la retorica del Savonarola azzurra

Occasionali e ultras, trasfertisti professionisti e poltronisti criticoni. Quanto fa male al Napoli e a noi tifosi questo continuo dividersi. In nome di sacrifici che, in realtà, sono lussi
  • di Gianmario Mariniello

    Il tifo napoletano ha i suoi Savonarola. Sono quelli che ti rimproverano "perché tu segui la partita con il culo al caldo davanti a Sky e Mediaset mentre io faccio i sacrifici per andare in trasferta".
    Sono quelli che "meritiamo di più perché facciamo i sacrifici per seguire il Napoli in Italia e in Europa". 
    Savonarola fece una brutta fine. Era il nostro Lutero in una Nazione già troppo pagana anche sotto lo Stato Pontificio. 

    Questa storia dei sacrifici di chi segue la partita in trasferta ha rotto. I sacrifici sono una cosa seria. Viaggiare ogni due settimane per assistere a uno spettacolo è un lusso. Diamo il giusto nome alle cose. 
    Tra l'altro per seguire uno spettacolo che senza i soldi di Sky e Mediaset non ci sarebbe nemmeno. Piaccia o meno, questo "caccio modenno". 
    A questi tifosi che si alzano presto una mattina per andare fino a Bratislava o a Praga (figo questo girone dell'Eurotika League) consiglio di fare il sacrificio di concedersi un viaggio quotidiano (solo posti in piedi) sul Regionale dell'alba che collega Napoli a Roma. O sull'Intercity Torino-Reggio Calabria. 
    Magari capiranno che 'o sacrificio è di chi si alza ogni giorno in piena notte per provare a dare il pane ai propri figli. E magari si tratta di tifosi sfegatati del Napoli che non solo non seguono il Napoli in trasferta (quanto gli piacerebbe...), ma manco hanno Sky o Mediaset. Non possono. Devono sacrificare la propria passione calcistica per qualcosa di più importante.  

    No, non vogliamo proprio misurarci la palla. E non parlo solo del Napoli. Se confondiamo un lusso con 'o sacrificio, possiamo pure finirla qui e dedicarci al Polo. Dove la migliore trasferta è a Buenos Aires. 

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