Azzurri lusitani

Due incontri non indifferenti a Lisbona...
  • La Praça Camoes di Lisbona è luogo di appuntamento di tanti giovani che iniziano le loro notti più o meno brave tra la statua di Fernando Pessoa e quella del già citato scrittore. I due più noti interpreti della cultura scritta portoghese ‘benedicono’ la vita notturna della capitale lusitana che prende forma un po’ più su, nel ‘Bairro Alto’, dove i bar non si contano, così come la birra che viene spillata come se non ci fosse un domani.

    È in questo stesso luogo che la mia vacanza lisboeta ha assunto le sfumature più azzurre. Il primo incontro è stato con il mitico Gonçalo Marques, tifosissimo azzurro dal 2007 nonostante non abbia mai messo piede a Napoli. Da anni ormai amico su Twitter, il buon Gonçalo è stato un grande anfitrione nella capitale lusitana, portando me e il mio amico a bere una gustosa jinjinha, il tipico vino liquoroso del posto. Ma non si è limitato a questo. Gonçalo, oltre a parlare un italiano ottimo, imparato praticamente su Internet leggendo i siti che parlano del Napoli, è un venticinquenne sveglio e colto, oltre ovviamente a portare fiero il suo amore per il Napoli. La foto qui sopra, scattata con la sciarpa che porto ovunque quando viaggio, è stata scattata proprio nel luogo di appuntamento. Eravamo in due, ma buoni.

    Pochi giorni dopo, invece, nei pressi della stessa piazza ho incontrato una persona che a Napoli ci è stata, ma non solo. José Luis Vidigal ha difeso i colori azzurri per 4 anni come nessuno, e una volta che l’ho contattato ha accettato con piacere di concedermi un’intervista. Mentre sorseggiavamo una birra locale, l’ex centrocampista azzurro mi ha trasmesso la sua nostalgia per la mia città, un luogo che anch’io ho abbandonato da tempo e che mi vede tornare poco spesso. Per me è stata la possibilità di conoscere dal vivo un mio ex beniamino, di cui ricordo ancora un gol contro la Reggina festeggiato in piena Curva A, mentre per lui è stata l’occasione per ricordare il suo splendido soggiorno a Napoli. Nonostante i risultati deludenti, in quelle stagioni Vidigal capì che la sofferenza forgia delle persone migliori. Una frase su tutte mi ha colpito: “Quegli anni passati a soffrire mi hanno reso più napoletano”. C’è bisogno di aggiungere altro?

     

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