Ritratto di Antonio Juliano

Giuliano Compagno ne "I Differenti" dedica un capitolo allo storico capitano del Napoli
  • Il giornalista e scrittore Giuliano Compagno nel suo ultimo libro "I Differenti" edizioni Fahrenheit 451 dedica un ritratto ad Antonio Juliano, mitico capitano del Napoli (squadra per cui l'autore fa il tifo) incarnazione di quelle che un tempo non a sproposito venivano definite bandiere. Noi di Extranapoli siamo orgogliosi di potervi proporre questo racconto, autentico affresco di un calcio ormai sparito.

    « Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. È il destino dell'Europa di diventare Napoli.» Curzio Malaparte

    In epoca, questa, in cui disprezzo le miserie e gli sfarzi del calcio, mi tornano spesso in mente episodi e personaggi di tutt'altre leggende. Ad esempio il match di ritorno di Coppa dei Campioni a Manchester, dove il Milan dei suoi epici difensori eresse un insuperabile catenaccio dinanzi a Cudicini. Uscendo dall'Old Trafford con una sconfitta di misura e, in tasca, il passaporto per la finalissima. Ma la cosa indimenticabile fu che all'uscita dal campo i giocatori di casa – e George Best in testa - si disposero su due ali per salutare con un applauso gli avversari italiani. Non era lo stesso Milan che nel 1991, per demerito di un penoso Galliani, si sarebbe gaglioffamente ritirato dal campo di Marsiglia per farla franca con l'imbroglio. Ed è un altro football quello che mi rimanda indietro agli anni Sessanta, quando bambino scelsi la mia squadra del cuore per via di un angelo dalla faccia sporca, di un calciatore da sogno che il Napoli aveva appena acquistato dalla Juve. D'accordo, Omar Sivori era uno che con la palla ci poetava ma in fondo quella sua calata al meridione era l'ultimo atto, un po' mercenario, di una carriera oriunda. Chi gli stava dietro a centrocampo, a far ordine, era un ragazzino di ventitré primavere, nato tra i botti di Capodanno a San Giovanni a Teduccio, che al Napoli aveva fatto tutta la trafila, dai pulcini in su, e che la maglia azzurra col suo bel numero 8 non se la sarebbe tolta mai, come accadeva in quel mondo tanto differente, in cui ci si affezionava a simboli e luoghi (Gigi Riva aveva rifiutato palate di milioni pur di non tradire Cagliari). Io andavo orgoglioso di quella mia scelta “perdente”, anche se al parco non facevo che incontrare bambini gregari, che imitavano Mazzola e Rivera e che si erano venduti al nord scudettato e ricco. Io non vincevo mai, e se il mio Napoli ogni tanto andava forte, ecco che arrivava un arbitro venduto a tagliarci le gambe, come contro l'Inter a San Siro nel 1971. Per Juliano il Milan aveva offerto 800 milioni (del 1968!) ma aveva ricevuto uno scugnizzo diniego. E lui, il capitano, si era inorgoglito d'essere la bandiera inalienabile del sud italiano. Ma sino ad allora erano soddisfazioni puramente morali, per la gioia agonistica occorreva aspettare. E sembrò arrivato il momento quel 31 marzo del 1975, quando gli azzurri di Vinicio – il primo allenatore “a zona” - salirono al Comunale di Torino, due punti in meno della Juve e un gioco infinitamente più bello. Ma segnò subito un bianconero da Lecce, Franco Causio. Io, radiolina all'orecchio trepidavo, finché l'urlo di una curva tutta napoletana coprì la voce di Ameri: “ Scusa Ciotti! Attenzione! Ha pareggiato Juliano!”. Sei ragazzino, il cuore ti va in gola, speri di vincere per la prima volta! Quel giorno il Napoli non farà che attaccare, dominerà la partita ma perderà all'ultimo minuto per un golletto brutto di Altafini, detto Coniglio. E “Tuttosport” intitolerà l'indomani: “La sfortuna, più grande di Juliano!”. Si ritirò, Totonno, senza scudetti sul petto, ma fu lui, da dirigente, a ritagliarne uno sontuoso...Fu quella notte che da Barcellona inviò un fax a Corrado Ferlaino. Erano cinque parole:” Venga Presidente. Maradona è nostro!”. E furono altrettanti anni di trionfi. Io, certo, Diego l'ho amato tanto, ma sono un tifoso all'antica e per me Antonio Juliano resterà sempre il più grande calciatore del Napoli di tutti i tempi.

     

    Condividi questo post