"No a Clementino e Rocco Hunt, ci vuole un inno d'amore"

Intervista a James Senese sul nuovo inno del Napoli: no al rap sì a Gragnaniello.
  • jazzi italia

    di Francesco Albanese

    Più della finale con la Fiorentina, più del prossimo incrocio con l'Inter di Mazzarri è il capitolo nuovo inno del Napoli a tenere banco nel dibattiti tra i supporter azzurri. “Colpa” di De Laurentiis che ha lanciato l'idea di un inno rap per la squadra. Sul tema abbiamo allora interpellato uno dei musicisti che più hanno influenzato la scena musicale partenopea degli ultimi quarant'anni: James Senese.

    James lo scriveresti un inno per il Napoli?
    Se me lo chiedessero senz'altro!
    Che cosa ne verrebbe fuori?
    Sarebbe un inno interessante, vorrei percorrrere nuove strade musicali senza rifarmi alla tradizione napoletana, altrimenti il risultato sarebbe una “pacchianata”, del resto sono un musicista d'avanguardia e non potrei fare diversamente.
    L'idea di un motivo rap ti solletica?
    Quella del rap mi pare una grande “strunzat”. Ci vorrebbe un inno d'amore. Noi siamo melodici, mica rappisti.
    Per scrivere l'inno collaboreresti anche con altri musicisti?
    Dipende. Se dovessi scegliere il partner allora punterei sicuramente su Enzo Gragnaniello.

    Ma insomma i nuovi rapper come Clementino e Rocco Hunt proprio non ti piacciono per un simile progetto?
    Lo so che mi farò dei nemici, ma non me ne frega proprio. Non li reputo adatti.

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