La Cina è l'Eldorado ma bisogna saperla conquistare

Caro Presidente va bene il sito in lingua cinese, ma per dare l'assalto ai capitali d'oriente serve molto di più.
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    di Nello Del Gatto*

    De Laurentiis, da qualche tempo, ha la passione per gli occhi a mandorla. Non tanto per le bellezze femminili orientali, ma per quell'enorme potenzialità economica in termini di vendite che ancora rappresenta la Cina. Il presidente di Napoli e Fimauro c'è stato già due volte ufficialmente, sia in occasione della finale di Supercoppa con la Juve due anni fa che da solo per indagare su possibilità commerciali per la sua azienda.
    E ha ragione: sia per il cinema che per il calcio, la Cina è un Eldorado. Ma non così semplice. Per quanto riguarda il settore dell'azienda di famiglia, una forte censura, un mercato fortemente orientato ai prodotti interni e altri problemi riducono le possibilità, nonostante ci siano accordi tra Italia e Cina per cofinanziamenti di coproduzioni. E' sul calcio che si possono fare affari. Lo sanno bene le squadre inglesi, giunte qui da tempo. Se ne stanno accorgendo le squadre spagnole, che stanno cercando di entrare. Lo sanno bene le italiane che da qualche anno si presentano sul posto a giocare la finale di supercoppa. Ma tutto finisce li.

    Già perchè per fare affari in Cina ci vogliono principalmente tre cose: soldi, tempo e giuste conoscenze. L'idea che una volta atterrati a Pechino o a Shanghai si trovi una fila di cinesi pronti a comprare o a investire, è totalmente falsa. Qua si sbatte il muso contro enormi esborsi economici, tempi biblici e situazioni difficili. Bisogna investire moltissimo. Realizzare, come giustamente ha fatto il Napoli, una versione in cinese del proprio sito, è cosa meritoria. Ma bisogna investire per far si che i cinesi lo conoscano. Da quando sono qui, non ho mai letto nulla a riguatrdo. E io ci vivo da 5 anni e ogni giorno, per lavoro, leggo tra i 50 e i 60 giornali e siti cinesi, monitorando la rete. Per sfondare, è necessario investire: promuovere l'attività del sito in cinese, promuovere la storia e la squadra, aprire account su quello che realmente funziona in cina: i microblog. Il Napoli nella sua pagina in cinese non ha un  collegamento a Sina Weibo, a We Chat, QQ, Yukou e altri. Tutto quello che i cinesi leggono. I ragazzi qui, infatti, non vanno sui siti internet, ma utilizzano i programmi di messaggistica. Se non hai follower su Weibo, non sei nessuno. Un po' come funziona da noi con Twitter (che qui , come Facebook e Youtube - a proposito, togliamo quei collegamenti nel sito? altrimenti non è visibile - sono censurati), ma molto di più.
    Ci vogliono soldi per investire in qualche social media manager che gestisca questi update. Anche Vinitaly ha account sui social network cinesi. Così come i grandi club mondiali.

    Qui il Napoli è conosciuto per Maradona. I cinesi sono fan di Inter (Intermilan come la chiamano qui) e Milan, forse per la loro storia, forse per l'alto numero di cinesi a Milano. E ne sono ricambiati: l'Inter organizza spesso tournée con le vecchie glorie, hanno aperto un negozio. Squadre inglesi hanno addirittura aperto bar dove seguire le partite.
    Già le partite: ma quando e come si possono vedere? La televisione di Stato ne trasmette una alla settimana e ovviamente devi essere fortunato se capita il Napoli. Eppure ci sono servizi in digitale, si potrebbero fare accordi.
    Napoli, non il Napoli, è un brand riconosciuto in Cina: ne è dimostrazione il fatto che la città sia stata al centro di una seguitissima settimana a Shanghai fatta di cultura, eventi, cibo, spettacoli, e altro. Mancava il calcio, anche se era stato invitato. Decine e decine di migliaia di persone hanno partecipato agli eventi.
    Investimenti. Bisogna investire sul brand, sulla conoscenza del Napoli. Magari sfruttando anche la rete già presente, i numerosi tifosi del club Napoli Cina. Ottima l'iniziativa dei giornalisti cinesi a Castelvolturno accompagnati dal console generale a Chongqing e membro del club Napoli Cina Diego Armando Maradona, Sergio Maffettone. Ma bisogna investire. Quando si fa una conferenza stampa in Cina, i giornalisti vengono pagati. Dai 60 ai 150 euro. Si mettono soldi in una busta rossa e gliela si dà insieme al press kit. Altrimenti non scrivono. Investimenti. Si deve mettere mano al portafoglio, bisogna rivolgersi alle persone giuste e non avere fretta. L'"io sono", in Cina non funziona.

    *corrispondente Ansa da Shangai e Presidente Club Napoli Cina Diego Armando Maradona

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