Storie di ordinaria discriminazione territoriale a Torino: ma Napoli reagisce!

Chissà se la curva B solidarizzerebbe anche con questo negoziante ignorante e razzista. Chissà se un cartello è come uno striscione: solo uno sfottò
  • extranapoli

    di Ciro Mitrione

    L’ altra sera mio padre viene a trovarmi: mi accorgo subito che sul suo volto c’è un’espressione strana, era mortificato. Mi racconta di un cartello letto dal nostro fruttivendolo. Sì, proprio quello che vedete nella foto.
    Allora io decido il giorno dopo di andare dai carabinieri perché convinto che la legge non potesse permettere una tale infamia. E infatti il maresciallo mi ha dato ragione. Ma non ho voluto agire tramite la legge, attraverso le forze dell’ordine. No, forte dei miei diritti e del mio orgoglio sono andato al negozio e ho chiesto di togliere quel cartello spiegando le mie ragioni.

    Gli ho detto che quelle parole sono un’offesa per i tanti coltivatori corretti e per le innumerevoli ditte campane che lavorano onestamente, in quanto la “zona a rischio” è una piccolissima parte del territorio della nostra regione, attualmente i prodotti provenienti da quei posti non sono commerciabili, e i controlli sono tanti e implacabili. Inoltre ho detto a lui ciò che ignorava: le norme dello Stato italiano consentono che sui prodotti venga specificata la provenienza degli stessi, ma proibisce che venga esplicitata la “non provenienza” da un posto specifico, cosa che sarebbe chiaramente dannosa per quest’ultimo e ovviamente discriminatoria. Puoi dire “queste mele vengono dal Trentino”, ma non puoi dire “queste mele NON vengono da Napoli”.

    Insieme con altri soci del Napoli Club Cuore Azzurro di Cambiano-Torino, abbiamo fatto capire ai titolari che quel cartello schifoso era illegale, abbiamo esposto le nostre ragioni con pacatezza ma con decisione e loro di spontanea volontà lo hanno subito tolto. La vicenda si è conclusa positivamente, anche perché quell’ignoranza l’abbiamo affrontata faccia a faccia.

    Il negoziante di Santena, in provincia di Torino, ha ammesso la sua ignoranza ed è tornato sui suoi passi. Quel cartello infame ora non c’è più, e chiedo a voi tutti, napoletani in trasferta come me, di fare lo stesso. Ogni giorno, di fronte a ogni ingiustizia. Perché la nostra terra, la nostra cultura, i nostri diritti di cittadini, il nostro orgoglio partenopeo dobbiamo difenderlo sempre, nel quotidiano.

    Fratelli d’Italia? NO GRAZIE!

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