Napoli-Cagliari 3-2, quando Insigne ci spalancò le porte della Champions

Quel tiro dalla sua mattonella che gonfiò finalmente la rete e la corsa forsennata sotto la curva: torna presto, Lorenzo!
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    di Domenico Zaccaria

    Ne aveva provati tanti, di tiri a giro, nel suo primo anno in Serie A. D’altronde era il suo marchio di fabbrica a Pescara. Ma la massima serie non è quella cadetta, e Lorenzo Insigne lo aveva provato sulla sua pelle: utilizzato con il contagocce da Mazzarri (aveva davanti tre mostri sacri come Hamsik, Cavani e Pandev), il talentino di Frattamaggiore si era un po’ perso dopo un inizio incoraggiante; e soprattutto non era mai riuscito a metterla dentro dalla sua mattonella: nelle precedenti 32 giornate, il suo tiro a giro era sempre finito fuori di poco o fra le braccia del portiere avversario. Il 21 aprile del 2013 arrivò al San Paolo un Cagliari ormai salvo, ma non per questo meno pericoloso; il Napoli, al contrario, si giocava una bella fetta di secondo posto da difendere dall’attacco del Milan. E come spesso capita quando hai tutto da perdere, le cose si misero subito male: gol di Ibarbo e 0-1. L’assalto all’inizio della ripresa consentì agli azzurri di passare in vantaggio ma una magia di Sau riportò il punteggio sul 2-2. E così, al 78esimo, Mazzarri decise di tentare il tutto per tutto: fuori Dzemaili e dentro Insigne. Al 93esimo, capitò sui piedi di Lorenzo una palla sporca proprio sulla sua mattonella; lui non ci pensò un attimo e tirò verso la porta; ma non a giro come al solito, bensì di collo pieno: deviazione e gol del 3-2, il più importante, insieme a quello al Dortmund, da quando veste la maglia azzurra. Quella partita viene ricordata ancora oggi per la famosa frase di De Laurentiis: “Dedico la vittoria a Cellino, Astori e Nainggolan”. Noi, invece, a maggior ragione dopo il suo grave infortunio, preferiamo ricordarla per quel gol di Insigne che ci spalancò le porte della qualificazione diretta in Champions. Torna presto, Lorenzo: non vediamo l’ora di esultare con te mentre corri come un forsennato sotto la curva. Da vero napoletano.  

     

     

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