Le retropagelle di Chievo-Napoli: Higuain come Cavani, più di Cavani

In quel gol c’è qualcosa della magìa di Bruno Giordano a Torino contro i granata, nell’anno del primo scudetto: la vedete in foto, disegnata da Paolo Samarelli, grazie a un grande amico di Extranapoli che ci ha regalato un incredibile tesoro
  • di Errico Novi

    REINA – E no Pepe, non puoi farci soffrire così: quella rimessa con le mani a cinque minuti dalla fine ha messo a dura prova l’apparato cardiocircolatorio, e non solo quello, di molti di noi. Da te ci aspettiamo sempre il karma del maestro di Karate kid, non imprudenze alla DE SANCTIS

    HYSAJ – Aspe’, com’è che si chiama quell’altro che dovevamo prendere e non abbiamo preso? Vrasljko? Sta bbuon aro’ sta. Uno come Elseid fa venire in mente l’ottimo MASSIMO FILARDI, grande sottovalutato dell’epoca

    ALBIOL – Se solo fosse nato, non dico a Sassano come Pale ’e Fierro, ma alla Speranzella o magari alla Loggetta come Cannavaro, non si sarebbe mai pigliato l’incarico di fingersi Beckenbauer: tiene i piedi, la tigna e l’“ignoranza” dei nostri migliori randellatori del passato. Al Bentegodi ha ricordato in particolare RENICA

    KOULIBALY – Quando l’ho visto presentarsi palla al piede al limite dell’area avversaria dopo una fuga di 60 metri mi sono commosso come quando un figlio scrive per la prima volta “papà” sul quaderno degli scarabocchi. Non ci sono vere analogie tra gli azzurri del passato: l’unico ad avere un fisico come il suo era probabilmente il magazziniere Starace quand’era giovane. Il tentativo di fare una puttanata ogni tanto fa parte dello show, ma a volerne trovare uno tosto come Kalidou, senza scomodare per forza Bruscolotti, bisogna risalire addirittura a GIOVANNI VAVASSORI. Il quale, prima di diventare allenatore dell’Atalanta, era stato lo stopper del mitico Napoli di Vinicio

    GHOULAM – Qualche iastemma sarà ingiustamente arrivata anche da parte di altri, non solo da me, quando ha lasciato passare Castro sul contropiede clivense nel primo tempo: a rivederla bene si è scansato come minimo un’ammonizione per fallo tattico. Capitan Hamsik a parte, Faouzi è l’unico che il Pipita non manda mai affanculo. Non solo perché gli mette in mezzo palle perfette come quella del gol ma anche perché ha la faccia di uno che non la prenderebbe con sense of humor. Non me ne vogliano i puristi del ruolo ma per me il paragone con il CIRO FERRARA del primo scudetto – che spesso giocava terzino sinistro e che a Firenze, per dire, diede a Diego un assist molto simile a quello del Bentegodi – ci sta tutto

    ALLAN – Domenica s’è riposato, praticamente. D’altra parte si era capito dalla foto nel pullman per Midtjylland, cioè per Herning, che aveva sonno. PECCHIA

    JORGINHO – Se siete così malati da esservi registrati la partita come ho fatto io, andate al quarto d’ora del primo tempo e guardate il cazziatone del nostro a Ghoulam che non approfittava dello spazio davanti: mai visto niente di simile se non con Antonio Juliano, a voler restare nel ruolo. Ho l’impressione che l’abbinamento al grande Totonno ricorrerà spesso durante la stagione, ma domenica Jorginho ha fatto una partita da uomo squadra e da combattente. Come Totore nostro, cioè BAGNI

    HAMSIK – Non ci sono parole, fa quasi sempre la cosa giusta, se ne strafrega di non essere più l’uomo immagine: in pratica è il capitano che spesso abbiamo sognato più che visto. Anche se ALEMAO è ormai per tutti la precedente incarnazione di Allan, al Bentegodi Marekiaro ha ricordato proprio il grande brasiliano che non mollava mai

    CALLEJON – Cioè, se poi si mettesse a segnare pure lui che sfizio ci sarebbe? RENATO BUSO

    HIGUAIN – Ovviamente non ci sono parole. Assomiglia maledettamente al re degli spartani Leonida nel film 300. Nella nostra storia c’è un Olimpo riservato ai centravanti, con due soli troni: uno è per Careca, l’altro è per lui, Vinicio non ce ne voglia. Stavolta tanto per rompere la monotonia diciamo che per forza, ferocia e stile il miglior CAVANI potrebbe essergli accostato. Ma con molta, moltissima generosità nei confronti di Cavani

    INSIGNE – C’è da dire una cosa: nel vederlo per l’ennesima volta fulminato dal terrore di essersi scassato il ginocchio, Gonzalo deve aver finalmente provato compassione per lui. E forse d’ora in poi lo insulterà con più dolcezza. CLAUDIO BELLUCCI

    MERTENS – Bastano venti minuti e i difensori del Chievo escono più rincoglioniti di un turista che ha beccato i treccartari a Garibaldi. CIRO MURO

    DAVID LOPEZ – Incredibile ma si sta quasi ’mparanno pur iss. FAUSTO PARI

    GABBIADINI – Assurdo entrare dopo l’esibizione del Pipita: è come se al concerto del ’90 allo stadio Flaminio Vasco avesse cantato prima dei Ladri di biciclette. BUCCHI

    All.: SARRI – A molti partenopei quel nome fa girare le scatole, lo so, ma nella rabbia che ha trasmesso l’altra sera ai ragazzi c’è qualcosa del miglior LIPPI, di quello che vinse in Germania contro tutto e tutti, più che del Lippi napoletano. C’era un furore, quasi un odio per le troppe volte che il Chievo ci aveva inopinatamente bastonato, che fa venire in mente una cosa ancora più politicamente scorretta: i calci e i pugni dati da Diego e i suoi compagni di allora del Barcellona (lui per primo) a quelli del Bilbao, la prima volta che blaugrana e Athletic giocarono dopo la porcata di Goicoechea. Una rabbia covata dentro tanto tempo che finalmente può esplodere

    P.S. – Nel disegno come vedete c’è un gol che la meraviglia di Gonzalo a Verona ha un po’ ricordato: quello di Bruno al comunale di Torino contro i granata, nell’anno del primo scudetto. È nella versione mitologica di Paolo Samarelli, il disegnatore oggi a Repubblica che nell’87 era tra i grandi del Guerin Sportivo. L’abbiamo preso dal Guerin Sportivo Mese che uscì a fine campionato, grazie a Matteo Manfredi, un grande amico di Extranapoli che ha trovato il cimelio nell’emeroteca di Guayaquil, in Ecuador, e l’ha digitalizzato tutto. Matteo per me è come gli archeologi che mettono in salvo un reperto dopo mille anni. E per tornare alle retropagelle, è come quei direttori sportivi che ti regalano l’acquisto di tutta la vita. Extranapoli farà tesoro di questa meraviglia, del Moviogol di Samarelli, sarà la miniera dei nostri amarcord prima di ogni gara importante, e anche dopo. Così come facemmo noi napoletani quando TOTONNO JULIANO, ancora Totonno, ci regalò Diego dopo aver lottato per trenta giorni a Barcellona con le unghie e con i denti

     

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