'O trammammuro di Porto-Napoli, chi sale e chi scende

I nuovi acquisti si fanno apprezzare, un paio di veterani si fanno attendere. L'ascensore Napoli ricomincia a salire e scendere e per una volta, incredibile, non ci sono difensori tra i peggiori
  • spazionapoli

    di Boris Sollazzo

    Dal Do Dragao, stadio caldissimo ed esaurito in ogni ordine di posti, gli azzurri escono imbattuti e con diverse indicazioni su ciò che si deve migliorare e dove, invece, si può essere soddisfatti. E anche se Benitez ci ha abbandonato, noi il trammammuro ce lo teniamo.

    SU: Vlad Chiriches. Il romeno dopo un buon secondo tempo a Nizza a studiare i compagni, si mette accanto ad Albiol e sul centrosinistra domina come neanche Matteo Renzi. Esce palla al piede, come un difensore. Ha i tempi giusti nei tackle, negli anticipi, nelle scivolate. Come un difensore. Di testa le prende tutte o quasi, pure nell'area avversaria. Come un difensore. Insomma, facciamo finta di niente, non entusiasmiamoci, ma pare che abbiamo comprato un difensore. Uno vero. Non un esile argentino con il fisico da intellettuale, né un fuochista per barbecue uruguagio o tanto meno un quattrocentometrista francomaliano. Un difensore. A Sarri non sembra vero e lo fa giocare per tutta la partita. E' l'unico degli azzurri a farlo.

    SU: Gonzalo Higuain. E' magro. Ed è una notizia. Si arrabbia con l'arbitro per un fallo di mano avversario non sanzionato con alcun cartellino che ferma un pallone che lo avrebbe lanciato a rete - grazie a un ottima intuizione di Insigne - dopo pochi secondi dal suo ingresso. E non è un notizia. Ma lo è che pochi minuti dopo Lorenzinho si incaponisce a tirare con lui libero, e lui sorride. Invece di jastemmare anche i suoi cugini di terzo grado. E' in forma: corre, dribbla, passa, si diverte. E quasi segna. Sembra tornato il vero Pipita. Il gioco di Sarri sembra fatto per lui.

    SU: Allan. Portatore d'acqua di livello, ha ottimi fondamentali e non butta mai via la palla. Gli manca solo il tiro: lì ricorda Behrami. Ma nell'arpionare i palloni ha la grinta di Crippa, nello spezzare il gioco altrui e trovare anche con un tocco sporco un compagno la cazzimma di De Napoli. Se il Napoli pressa tanto e bene, molto lo deve a questo brasiliano che davvero, con il tempo, potrebbe diventare il nuovo Alemao. Quando cresce lui, cresce il Napoli che nel secondo tempo a quattro occasioni da gol (mentre nel primo rimane chiuso e riesce a impensiere Casillas solo Insigne).

    SU: Maurizio Sarri. La squadra ha un'identità. Corta, sulle fasce Hjsay e Maggio si muovono bene, si pressa alto e ordinati, nel primo tempo la difesa subisce ma non si scompone. La sua impronta si vede, ora serve che gli entri la carta giusta per vincere. Ed è il re ovviamente, Gonzalo.

     

    GIU': Marek Hamsik. A destra si perde e l'impressione è che la coabitazione con Valdifiori non sia così scontata. Va detto che durante la preparazione si è dovuto fermare per infortunio e che i carichi di lavoro su di lui hanno avuto un effetto, per via del recupero, ancora più "pesante". Ma certo, l'anomalia tattica Marekiaro probabilmente non fa dormire Sarri. Se Reja è l'unico ad aver capito lo slovacco (rendendo i non ruoli del capitano e di Lavezzi il motore caotico e anarchico della squadra), gli altri ci hanno sempre sbattuto la testa. Lui ha sempre segnato e fatto assist, ma ha sempre subito critiche. Troppo disponibile e quindi sbattuto dove serve e non dove rende? Forse: Walter lo mandò un giorno addirittura in marcatura su Daniele Conti, Rafa lo ha sostituito più di quanto Capello abbia fatto con Montella e Del Piero. Ora Maurizio gli ha dato il ruolo che più ama. Ma, come in Nazionale, non brilla neanche così.

    GIU': Manolo Gabbiadini. Il suo procuratore Pagliari si lamentava del suo scarso utilizzo? Si è forse dimenticato che sia Mihajlovic che Benitez non l'hanno usato come titolare fisso (forse anche per la sua fragilità fisica: la stagione scorsa si procurò un infortunio muscolare pur avendo giocato meno di tutti i compagni d'attacco). Al di là di questo, quel fenomeno del procuratore che avrà immaginato che Sarri fosse più facile da manipolare dei precedenti mister avuti dal suo assistito, dovrebbe vedere la partita di oggi. Il Gabbia era inesistente, per sostituirlo hanno dovuto chiamare un ghostbuster.

    GIU': Jorginho. Entra e mette in mostra la sua specialità, subito. Il lancio alla Inler. Uno di quelli che con un campo più lungo di 30 metri sarebbe stato preciso. Poi, in un modulo che mette quelli come lui nella condizione migliore (tanto che Valdifiori nella sua partita peggiore da quando veste la maglia azzurra ha comunque ben figurato), come sempre scompare. L'abbiamo pure riscattato: diamo lui all'Empoli e teniamoci Maiello.

     

    Condividi questo post