Tutto quello che non va del Napoli. Al 28 agosto 2014.

Il giorno dopo è ancora più amaro. Il risveglio post-Bilbao è duro e senza attenuanti: il Napoli è già in crisi. Senza identità, senza gioco, senza mordente. E con troppi elementi non all'altezza di un progetto ambizioso
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    di Dario Bevilacqua

    Diciamolo subito: il Napoli, a oggi, è da quinto posto in campionato. Punto.

    Al di là delle colpe, da distribuire qui e là ai vari De Laurentiis, Benitez, Maggio, Albiol e Rafael, al Napoli mancano ancora troppe cose per aspirare allo scudetto.

    La società. De Laurentis non è un pappone. A lui dobbiamo molto e finora ha amministrato la SSC Napoli con oculatezza e intraprendenza. Ma quest'anno ha commesso troppi errori. Ha scommesso sui soldi della Champions per rimanere con un pugno di mosche. Con un mercato troppo prudente ha innervosito Benitez, che ovviamente non ha ancora rinnovato. Non ha tagliato i "rami secchi" (Dzemaili, Pandev, Britos, Gargano e Maggio) per tempo, per sostituirli come si doveva. Ha lanciato segnali di debolezza a tutto l'ambiente e si è rivelato ambiguo a livello di "Palazzo", con il sostegno a Tavecchio.

    L'allenatore. Benitez, sin qui, è stata una mezza delusione. Per carità, qualche soddisfazione ce l'ha regalata. E l'hanno scorso è stato comunque positivo, considerando la superiorità di Roma e Juve. Però il tecnico spagnolo ha almeno due difetti: non riesce a trasmettere carica e rabbia alla squadra (sullo stile dei vari Conte, Mourinho, Mazzarri e Garcia, per intenderci) e usa un modulo inadatto al calcio italiano, difficile da cambiare in corsa, che mette in affanno i difensori, che necessita di interpreti di primo livello, che limita il potenziale di alcuni talenti (Insigne e Hamsik). Azzardo: non mangerà il panettone.

    La squadra. Ogni reparto ha un problema.
    Rafael è ancora acerbo: ha talento e potenzialità, ma commette troppe leggerezze e non trasmette sicurezza alla difesa.
    Maggio è ormai a fine carriera. Al Verona avrebbe fatto il suo, nel Napoli è inadeguato. Troppo lento, inadatto alla difesa a quattro, poco concentrato perchè spesso in debito di fiato e lucidità. Albiol è un buon centrale, ma con lo schema di Benitez servirebbe ben altro. Normale che dopo un certo minutaggio, tutto passato a sventare attacchi improvvisi, la concentrazione cali. Koulibaly è bravo, ma ancora giovane. Inoltre, a pensarci bene, i due appena citati sono già insostituibili: saranno in grado di giocare 50 partite? Io credo di no. Britos è inaffidabile, sia da esterno, sia da centrale, andrebbe ceduto immantinente. Henrique è bravo, ma dove è finito? E cosa potrà mai risolvere? Goulham è fuori forma (e ora anche infortunato) e nella fase difensiva non è un mostro. Zuniga? Bel mistero. Lo attendiamo come un messia, ma chissà se e quando lo rivedremo in campo. Basterà?
    Il centrocampo non sta messo meglio. Vediamo di che pasta è fatto De Guzman e se arriverà qualcuno. Intanto ci aggrappiamo al dinamismo di Gargano, che ovviamente non basta. Jorginho è ancora poco affidabile e Inler è scomparso (ma come si fa a essere fisicamente fuori forma in questa fase della stagione?). Hamsik è comunque fuori posizione, svagato in un ruolo che non lo esalta. La mediana è la zona nevralgica del campo e la superiorità di Juve e Roma, l'anno scorso, è tutta lì. E il gap, come è evidente, non è stato colmato.
    L'attacco stenta. E Higuain potrebbe diventare un problema serio. Bisognerà parlarci, occhi negli occhi (chi lo farà? Benitez? De Laurentis? Sono in grado di farlo?), chiedendogli una grande stagione per poi promettergli una cessione ad una grande squadra (è chiaro che con questi risultati non puoi tenerlo più di tanto). Altrimenti prepariamoci a rivederlo di nuovo nervoso, ingrassato e svogliato. Callejon è un fantasma, si riprenderà, ma i due passi falsi del preliminare preoccupano. Mertens, per ora, non ha più di 60 minuti nelle gambe. Insigne è isterico e, lo ripeterò all'infinito, fuori ruolo (è una seconda punta e basta, non può fare l'ala). Michu è un oggetto del mistero e Zapata è solo un giovane rincalzo.

    Il quadro, neanche a dirlo, è tragico. Come si risolve?

    Tocca a De Laurentiis e a Benitez, ora.

    Il primo deve vendere o prestare Andujar, Maggio, Britos, Gargano, Dzemaili, Pandev e Zapata.
    E comprare Marchetti, Arbeloa, Agger, Sandro, Leiva, Mpoku e un'altra punta.
    Lo so: la metà di questi non verrebbe mai a giocare a Napoli senza Champions. Li convinca, come hanno fatto altri presidenti prima di lui con gente come Vidal, Pirlo, Strootman, Pjanic, Vidic, M. Gomez, Cuadrado, ecc.

    Il secondo deve rivedere il suo modulo tattico, provando il 4-3-3. Avrebbe un centrocampo più solido e una difesa più protetta. Ma soprattutto una molteplicità di soluzioni: con Hamsik dietro Higuain e Insigne; con le ali larghe senza troppi compiti di copertura, con diversi interpreti a centrocampo con caratteristiche diverse, a seconda dell'avversario. Il tutto a vantaggio dei suoi interpreti (Inler, Jorginho e De Guzman giocano meglio in un centrocampo a tre). Con la consapevolezza che poi, a partita in corso, potrà sempre virare verso il suo amato 4-2-3-1.

    La situazione è drammatica, ma non tutto è perduto. Ci sono ancora 4 giorni. Qualcuno faccia qualcosa. Noi tifosi saremo pronti. E sosterremo il Napoli comunque.

     

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