Napoli-Wolfsburg, il gol di Callejon ripreso da Sennolino

L'operatore-tifoso della curva B ha colpito ancora filmando la rete dell'1-0 che ha sbloccato la gara
  • Un gol per scacciare via tutte le paure dopo un primo tempo difficile: è quello di Callejon, ieri sera al San Paolo, ripreso da Sennolino. Con la sua telecamera in curva B ha colto i momenti più emozionanti di Napoli-Wolfsburg, la gara che ci ha regalato l’accesso alle semifinali di Europa League. Ecco l’intervista esclusiva al tifoso-cameraman più amato dalla rete che realizzò Errico Novi per extranapoli:

    Vedi Pandev che corre palla al piede, supera la metà campo. Quasi non ci credi che sull’1-0 per noi la Juve ci abbia lasciato pure un contropiede. Pensi solo a quanto è lontana la porta. Invece c’è una ragazza in curva nord, quella dove stiamo noi, che appena vede lo “Zio” partire chiama subito Hamsik: “Mareeek, vai Mareeek...”. Solo lei lo sa. Solo lei sa che dopo un attimo la palla finirà al nostro eroe, che corre anche lui e poi ci lascia senza più lacrime di gioia. Gridiamo così forte che l’audio di Domenico va in distorsione. Non si capisce più niente, in Curva Nord e in Tribuna Tevere. L’Olimpico azzurro è esploso di gioia. Due a zero per noi. Coppa Italia nostra. Domenico abbraccia quella ragazza, che è sua moglie e si chiama Serena. Poi la inquadra per un attimo, e la ringrazia. E noi tutti facciamo lo stesso, per quell’auspicio urlato dalla curva e andato magicamente a segno.

    Domenico Marotta, alias Sennolino, è nel cuore di tutti noi. Ci è entrato con quel video di Napoli-Juve 2-0 e con altre decine di filmati. Da un paio d’anni riprende tutto, tutte le partite (o quasi) del Napoli, dalla curva B e dagli stadi dove giochiamo in trasferta. Basta andare su https://www.facebook.com/igoldelnapolidallacurva oppure su http://www.youtube.com/user/Sennolino, e c’è la galleria completa, in Hd. Come fa?

    Ecco, come fai?

    Che faccio io? Niente. Sono gli altri, siamo tutti noi tifosi che facciamo quello che facciamo. Io riprendo e basta, l’esplosione di gioia che finisce nei filmati è una cosa più forte e più importante di me.

    E perché hai cominciato?

    Ho due diplomi: tecnico di ripresa e montatore “Avid”. È la mia passione. Ho una telecamera di quelle non proprio economiche, diciamo che non è una cosa da 200 euro. Poi il resto lo fa il caso: me la porto in curva a Napoli-Bari di due campionati fa, ho la fortuna di riprendere al volo il gol del Napoli. Quella gioia, tutto quello che mi finisce nell’obiettivo è una specie di rivelazione. Capisco che questa cosa incredibile va raccontata e messa a disposizione di tutti. Da lì non mi sono più fermato.

    Cosa ti chiedevano in curva le prime volte, quando tiravi fuori la telecamera?

    Le cose che mi chiedono ancora adesso: ma ti stanchi? Ma ti riprendi tutta la partita?

    Ecco appunto: ti stanchi?

    No, e non riprendo tutta la partita. Mi faccio quelle 20-30 ripartenze del Napoli, i calci d’angolo. Può capitare che qualche gol me lo perda: in Champions contro il Manchester City, per esempio. Non registro le azioni degli avversari. Ma poi succede come a Milano quest’anno: rigore di Balotelli, Serena mi dice “questo lo para”. E allora riprendo.

    Parato, infatti.

    Serena è più tifosa di me. Ci siamo conosciuti che lei andava allo stadio tutte le domeniche, aveva l’abbonamento. La accompagnava suo zio Santino. Io compravo il biglietto quando potevo. La aspettavo davanti ai cancelli. Poi a conti fatti mi costava un sacco di soldi, perché finivo quasi sempre dai bagarini. In genere mi avvicinavano loro: io sono nato a Torre del Greco ma per vent’anni ho vissuto a Portici, alcuni bagarini pure erano di Portici, mi dicevano ‘prenditelo il biglietto, poi domani mi porti i soldi’.

    Il bagarino “oggi ad otto”, come la pizza? Mai sentito.

    Come no. Ce n’era uno in particolare che faceva il fruttivendolo. Andavo a comprare la frutta e gli portavo pure i soldi del biglietto.

    Solo noi, solo a Napoli succedono queste cose. E il negozio di articoli per gli animali qui al Vomero?

    Ce l’ho da quindici anni ormai. Anche questa è una passione, e non può essere diversamente.

    Non è un’attività commerciale qualsiasi.

    Assolutamente no, né io avevo in famiglia qualcuno da cui ereditarla. (Il negozio di Domenico è a via Mario Costa, una traversa di via Cilea al Vomero: anche casa sua è da queste parti, tutti lo salutano, compreso qualche juventino che non manca e che si becca i meritati sfottò)

    Come viene fuori il nickname “Sennolino”?

    Risale a molto tempo fa. Ero il moderatore della chat ufficiale di Ligabue. E lì usavo il nickname di “Senna”, in omaggio alla mia passione per Ayrton. Nelle chat c’era qualche ragazza un po’ frivola che mi citava col vezzeggiativo, “Sennolino” appunto. Me lo sono portato appresso.

    Tu e Serena vi siete conosciuti allo stadio?

    No, ci siamo conosciuti su una nave per Palermo. Andavamo tutti e due a una manifestazione contro la mafia. Allo stadio ci andiamo quasi sempre insieme, certo. Ma gli orari che si sono inventati adesso ci complicano la vita. Di lunedì a Roma contro la Lazio, per esempio, uno dei due doveva restare per tenere il negozio aperto, sono partito da solo. La mattina Serena insegna, al "Lucrezio Caro" di via Manzoni.

    Il tuo canale youtube e la tua pagina facebook sono diventati un “cult”.

    No, non credo di essere un cult. Né mi fa piacere il fatto in sé di essere conosciuto. Io ci tengo a mettere i video a disposizione di tutti: non sono miei, sono di chiunque li voglia vedere, prendere, postare. Dopodiché io mi leggo uno per uno tutti i messaggi che mi mandano. E non li cancello mai, tranne quelli di qualche idiota che scrive ‘Napoli colera’ e simili.

    Però tu sei un esempio dei tanti volti edificanti del tifo napoletano: si esagera sempre tra la nostra passione romanzesca e l’abisso di qualche caso di teppismo, ma si fa finta di ignorare che il tifo partenopeo racchiude in sé tante storie meritevoli di essere raccontate una per una come la tua.

    Sì, questo devo ammettere che è vero e mi fa piacere, senz’altro. Quella che faccio vedere io è la vera immagine del tifo napoletano. Posso dire che mi arrivano di continuo richieste di partnership pubblicitaria di vario tipo, da parte di siti sul Napoli e non solo. D’altronde siamo arrivati ormai a 12 milioni di visualizzazioni totali. Ma non mi interessa fare di questa mia passione un’attività remunerativa. Ho un lavoro, questa del Napoli è un’altra cosa.

    Poniamo che tra due mesi parte Napoli Channel, ti chiamano da Castelvolturno e ti dicono: signor Marotta vuole collaborare con noi?

    Senti, i miei filmati stanno lì, in rete, a disposizione di tutti. Non sono destinati ad alcuna forma di commercializzazione. Lì può prendere chiunque. E non ho mai avuto contatti con il Napoli.

    Ma come fai a non perdere il controllo quando segna il Napoli?

    Ho 38 anni, buona parte dei quali trascorsi allo stadio. Ne ho viste di cotte e di crude. Detto questo, io mi comporto esattamente come farei se non avessi la telecamera in mano: grido, esulto, recito a memoria il calendario...

    Riprendere la passione per il Napoli: un regista napoletano, Romano Montesarchio, sta realizzando proprio in questi giorni un film documentario sul tuo stesso “soggetto”. (Extranapoli ha raccontato di recente il successo ottenuto al Festival del cinema di Roma da un altro lavoro di Montesarchio, Ritratti abusivi, e segue la lavorazione di quello sui tifosi del Napoli. Siamo venuti in contatto con Domenico proprio in seguito alle riprese effettuate a casa sua dalla troupe di Montesarchio, destinate a far parte del film).

    Romano esplora diverse situazioni, riprende i tifosi del Napoli dal barbiere, a Poggioreale tra i detenuti, va in ospedale a filmare gli operatori sanitari che sbirciano la partita in un momento di pausa. Il principio da cui parte è diverso dal mio, non posso assolutamente dire di averlo ispirato.

    Ci sono persone che ti cercano e vengono a trovarti qui in negozio?

    Sì, c’è quello che mi porta le bottiglie di vino da Udine, chi mi scrive per chiedermi dove mi trova in curva e mi viene a salutare. E poi c’è un gruppo facebook, Ultramici, composto da ragazzi che conosco bene, amici: hanno messo su una trasmissione via web radio a cui partecipa anche mia moglie Serena. E poi ci sono quelli che mi scrivono da qualunque parte del mondo. La comunità dei tifosi del Napoli non finisce mai. Ho la fortuna di poter mettere a disposizione una mia passione per raccontarlo.

     

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