Né Mertens, né Callejón. Koulibaly

Il franco-senegalese è la nota più interessante della vittoria di ieri
  • Di Antonio Moschella

    Mi ha sempre ispirato fiducia, fin dal primo momento. Ieri, contro una squadra del suo ex campionato, Kalidou Koulibaly ha mostrato ancora una volta i riflessi di diamante grezzo da smussare che potrebbe cambiare la difesa azzurra. Sempre attivo, ma remissivo, il centrale franco-senegalese, la cui scelta di giocare per la nazionale dei suoi genitori lo rende ancor più napoletano, anche nei pochi interventi sbagliati non ha mai tentennato. La sua principale qualità è quella di non tirare mai indietro cuore e gamba, oltre alla capacità di ripartire immediatamente.

    L’unico marcatore puro della retroguardia azzurra, nonché il più giovane, è sicuramente quello dal potenziale più elevato. Del resto, quanti difensori stranieri sbarcati in Italia hanno stupito sin dal primo anno? Forse nessuno, nemmeno Thiago Silva. Il prode Kalidou, che per fortuna non è stato ceduto per far cassa tipo Fernández, ha voluto con tutte le sue forze restare a Napoli e, non curante della concorrenza di Chiriches, sta sgomitando per un posto da titolare a fianco ad Albiol, che continua ad essere intoccabile più per esperienza e feeling con Reina che per le sue attuali prestazioni.

    Eppure il futuro è li, in questo ragazzone un po’ dinoccolato che a 24 anni può e deve ancora migliorare. Con gli allenamenti di Sarri e il necessario tempo per assimilare i vari automatismi, nonché grazie alle urla di Reina, Koulibaly può essere quel nuovo acquisto nella retroguardia che in molti si aspettavano. Se si sta avendo pazienza con l’allenatore, è giusto che la si abbia anche con lui, del quale sentiremo, e non poco, la mancanza durante la prossima Coppa d’Africa.

     

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