Arkadiusz Milik: nessuno tocchi il bomber polacco

Gli avvoltoi azzurri si stanno producendo in un volo concentrico sul cadavere del bomber che solo un anno fa aveva il consenso di tutti, loro compresi. Milik rimane un campione e prendersela con lui è stupido, dannoso e pure in malafede
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    di Boris Sollazzo

    Arkadiusz Milik è un giocatore dalle doti atletiche, tecniche e anche tattiche uniche e fondamentali per il Napoli. E' la sola possibilità di fare un salto di qualità rispetto allo scorso anno, dal momento che la scorsa stagione lo ha visto ai margini a causa di un infortunio. E' un calciatore completo, altruista e con qualità che nessun altro nella rosa azzurra ha. Eppure ora è al centro di un linciaggio imbarazzante e straordinariamente stupido da parte dei propri tifosi - va detto, quei ds, allenatori, presidenti da social network che imperversano su facebook e twitter e che avrebbero già vinto 6 scudetti e almeno 3 Champions League, non quei tifosi che ieri, allo stadio, l'hanno applaudito e sostenuto -, che deve finire prima di subito.

    E vanno tirate le orecchie a Mertens che, dopo una partita straordinaria, si è lamentato di essere stato sostituito: non perché non avesse ragione - forse Insigne, pur ottimo, meritava trenta minuti di riposo -, ma perché ha pensato bene di individuare a caldo in Milik la causa della sua sostituzione e del mancato 3-0 della sua squadra. Va abbracciato Maurizio Sarri che lo elogia ora e non dopo la doppietta contro il Carpi, che lo sostiene dal rigore sbagliato contro l'Atletico Madrid e che ci dice "da una settimana lo vedo come era un tempo". Fine psicologo e ottimo motivatore, ora lo deve schierare titolare a Verona. Magari CON Mertens. 

    Noi, invece, se davvero speriamo nell'inimmaginabile - chi scrive è pienamente convinto che la Juventus sia irraggiungibile e che Inter e Milan siano più vicine e la Roma con due acquisti tornerebbe avanti, quindi neanche lo immagina - abbiamo il compito di crescere come tifoseria così come vogliamo faccia la squadra. E allora Milik, che pure ieri è entrato male, fuori posizione e tatticamente disorientato - ma è pure vero che volenterosamente ha creato per almeno tre volte spazi straordinari per i compagni, che solo lui sa trovare (chiedete a Insigne e Allan) - va amato e non massacrato di critiche stupide e controproducenti. Giusto, naturalmente, riflettere sulla sua prestazione, non attaccare ottusamente un patrimonio tecnico come il suo.

    Per tanti buoni motivi.

    Intanto perché il ragazzo ha tra i suoi difetti una certa ansia sotto porta: fin dall'Ajax ha sempre fatto mirabilie e poi sbagliato gol fatti davanti alla porta (ricordate la prima partita dell'ultimo europeo con la sua Polonia?). Poi perché ieri non è stato l'unico a compiere un errore da strapparsi i capelli, ma è l'unico a portarne il peso.
    Callejòn nel primo tempo ha sbagliato un colpo di testa a porta spalancata e totalmente solo che neanche Murgita avrebbe messo alto come ha fatto lui, per poi trovarsi sui piedi il tocco più facile del mondo e di fatto lisciarlo come solo Max Vieri ci mostrò in passato. E che dire di Lorenzo Insigne? Un palo a porta vuota, con uno scatto sulla respinta di Cardinale su Mertens degna dell'attuale Giaccherini, e poi un rigore in movimento tirato come il Calaiò di 10 anni fa. Non vi basta? Allora citiamo anche Dries Mertens: il belga è il nostro campionissimo, il cuore e l'anima di questa squadra, ha fatto un gol difficilissimo facendolo sembrare facile. Però poi dopo una serpentina meravigliosa a cinque metri dalla porta ha tirato una mozzarellina alla Savoldi (jr, però) su Cardinale, portiere pure non molto alto, e poi anche lui a pochi secondi dalla sostituzione ha raccolto un cross e solo soletto l'ha messa a lato. Eppure nessuno li attacca, giustamente: sono tutti parte di questa magnifica macchina da guerra che gioca in maniera straordinaria e spettacolare.
    Infine, riflettiamo, tutti insieme. Era una cosa che cercavo di far notare ossessivamente anche a chi rideva della mia speranza, un anno fa, riguardo allo scambio Dzeko-Gabbiadini. Per sbagliare quei gol, devi trovarti su quella palla. Devi saper fare l'elastico con cui dettare il passaggio sul compagno e poi liberarti per l'assist. Un grande centravanti non si nota solo dai gol, ma anche da come sa rendersi pericoloso, da come occupa l'area di rigore. Gonfiare la rete è un insieme di fiducia, fortuna, serenità. E sì: anche tempismo, tecnica, forza e decisione. Ma se tu lì non ci arrivi (Manolo, per esempio, ci si trovava poco e male nel posto giusto), è ben più grave. Milik è solo in un momento no: come hanno avuto anche Higuain, che anche nelle finali del torneo dello stabilimento Mariuccia si trasforma in Nicola Caccia, o Cavani - ben 6 giornate a secco - a causa di una raccolta punti in un supermercato. E Dries Mertens? Lui, che amo più di un fratello, ne fa tre o quattro a partita e poi magari per un mese rimane a secco.

    Quindi Arkadiusz mio, rimboccati le maniche della tua casacca azzurra, tira fuori le palle che tieni e già dal Bentegodi zittiscili questi leoni da tastiera, divanisti in servizio permanente effettivo. Zittiscili, proprio con il dito, durante l'esultanza: i veri tifosi allo stadio capiranno che quel gesto non sarà rivolto a loro.

    Forza, che come te ce ne sono uno su Milik.

     

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