Virdis "I miei Milan - Napoli erano diversi ma domani sarà una gara decisiva per entrambe"

Intervista a uno dei giustizieri del Napoli di Maradona
  • Di Antonio Moschella per 'Il Mattino'.

    Pietro Paolo Virdis (Sassari, 1957), sa bene cosa significhi un Milan – Napoli in quel di San Siro, avendone giocati parecchi negli anni ’80. I suoi ricordi di quelle grandi sfide sono vividi nelle sue parole.

    Domenica sera il Milan ospita il Napoli. Entrambe sono a 9 punti, lontane dalla vetta. Come vede questo scontro?

    Sarà una sfida decisiva. È una partita importante per entrambe le compagini dato che il Napoli deve dimostrare dove può arrivare dopo gli ultimi risultati positivi e il Milan ha necessariamente bisogno di punti per non perdere terreno con le altre squadre al vertice della classifica.

    Chi arriva meglio alla partita?

    Moralmente il Napoli che non perde da Sassuolo e in generale ha potenzialità maggiori, come dimostrato già lo scorso anno. Però il Milan può approfittare della settimana di riposo nella quale ha preparato la partita con calma.

    Il miglior acquisto delle due squadre quest’anno?

    Per il Milan senza dubbio Bacca, mentre per il Napoli il miglior colpo è stata la conferma di Higuain.

    Lei ha anche allenato. Come giudica il lavoro di Sarri finora?

    Non lo conosco personalmente ma credo che stia svolgendo un ottimo lavoro di gestione dello spogliatoio e degli elementi in rosa, come dimostra la vittoria di Varsavia in Europa League.

    Sarri avrebbe potuto occupare la panchina del Milan. E Mihajlovic quella del Napoli. Invece a San Siro sarà il contrario.

    Credo che entrambi siano felici di essere sulle rispettive panchine, dato che si tratta di due squadre prestigiose.

    I suoi Milan – Napoli, però, erano ben altra cosa...

    Eravamo in posizioni di classifica completamente diverse, all’epoca erano le due squadre più forti d’Italia che si giocavano lo Scudetto. Impossibile fare paragoni.

    Quel 3 gennaio 1988 il Napoli affondò a Milano per 4 a 1 e lei segnò un gol. Fu il primo segnale della lenta ma decisiva rimonta del Milan.

    Quell’incontro ci diede la consapevolezza della nostra forza. Il Napoli era partito fortissimo con un gol di Careca, ma noi riuscissimo a mantenere la calma. Da quel momento alzammo la testa e li sommergemmo con quattro gol dimostrando a noi e a tutti che potevamo vincere lo Scudetto.

    Nel match di ritorno, invece, lei mise a segno due reti. Come ricorda quell’incontro?

    Fu l’apoteosi di una grande rimonta. Arrivavamo al San Paolo con un punto in meno e riuscimmo a imporci. Durante la stagione avevamo cercato di raggiungere una continuità di risultati sperando che il Napoli calasse alla lunga. E così fu. Ricordo che quel giorno c’erano solo bandiere azzurre al San Paolo, come chiesto da Maradona, ma in campo ce n’erano undici rossonere e bastarono.

    Qual è l’arma principale del Napoli di oggi?

    Senza dubbio il potenziale del suo attacco: oltre ad Higuain mi sta impressionando moltissimo Insigne, ormai arrivato ad altissimi livelli di rendimento, ma non dimentico gli ottimi Callejón e Mertens pronti a subentrare.

    Dove vede Milan e Napoli a fine stagione?

    Spero che il Milan lotti per un posto in Champions, mentre chissà che il Napoli non possa ambire a qualcosa di più visto anche il netto calo della Juve.

    Un pronostico per la partita di domenica?

    Spero che sia una partita ricca di gol e di spettacolo. Poi magari mi sbaglio e finisce 0-0...

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