Padania azzurra. Verona-Napoli vista da Busto Arsizio

La cronaca strampalata della disfatta del Bentegodi.
  • di Alessio Capone

    Si torna sul divano dei miei, sono tornati e dopo domenica scorsa ho chiesto loro di non partire mai più.
    Forza Napoli, forza.
     
    Si parte.
    Dopo 2' Benitez è già incazzato per un fallo non fischiato su De Guzman. Chissà se si presenterà ai micorofoni dell'ex giocatore di golf.
     
    Dopo 4' la nostra difesa si fa infilare che nemmeno all'oratorio. Dopo 6' il Verona passa in vantaggio dopo un'uscita di Andujar che quando i portieri le facevano all'oratorio li prendevamo a schiaffi per settimane intere.
     
    Al 21' Jankovic anticipa Ghoulam e sfiora l'incrocio con un tiro dalla distanza. Sin qui noi siamo stati inesistenti, ma c'è da dire che giocare in casa del Real Madrid non è mai facile. 
     
    Dopo 30' il Verona ritorna ad essere la squadra che è, e a noi bastano Zapata e qualche fiammata di Mertens per metterli in difficoltà.
     
    Il pubblico che urla "Ciccione ciccione" a Benitez riassume in un solo coro tutta la cultura di una tifoseria e di un allenatore che fosse per me militerebbero nell'interregionale ad libitum.
     
    Fine primo tempo.
    Migliore in campo INLER. Ancora lui.
    Mo' io non voglio essere blasfemo eh. Ma avevamo due cadaveri, Britos e Inler, e questo mo' ha donato loro nuova vita: "Britos, alzati e cammina" e quello si è messo a camminare davvero. Se mai un giorno dovessero chiederci: "chi volete libero? Rafè o Mazzarri?" Che nessuno si azzardi ad urlare Mazzarri.
    Il Napoli è in netta ripresa e io ci credo.
     
    Secondo tempo.
     
    Toni mette in piedi una sceneggiata indegna.
    Jankovic mette in piedi una sceneggiata alla Toni.
    Benitez è nervossissimo, da inizio partita. Questo è strano.
     
    Contropiede del Verona e gol di Toni.
    Sono nervoso anche io adesso. 
     
    15' fuori Deguz e dentro Callejon. Prima rispetto al solito. 
     
    Ci giochiamo il tutto per tutto: fuori Mesto dentro il Pipita.
     
    Finita.
    La tensione e la foga non mi hanno fatto scrivere più. Abbiamo perso per due azioni due, più qualche altra sortita offensiva. Una sconfitta pesante, con un Benitez nervoso, inspiegabilmente, già dai primi minuti.
     
    Il Verona ci batte dopo quattordici anni. Non perdevamo tre partite di fila fuori casa dal 2009.
    Il Verona ha ben da festeggiare e Giulietta ad Amsterdam potrà finalmente togliere fuori dalla vetrinetta quel cartello affisso da quattordici anni: "Faccio di tutto, ma per piacere basta Ciucci".
     
    A fine primo tempo ho scritto che ci credevo, ma nel secondo, quando ho visto quel tiro di Inler respinto da Benussi con la palla che gli è rimbalzata perfettamente perpendicolare al terreno, rimanendo lì, ho capito che non avremmo mai segnato. Per non parlare del palo di Gabbiadini.
     
    Mi fermo qui, perché non voglio abbandonarmi a del facile disfattismo.
     
    E poi, dopo ogni sconfitta, i tecnici da divano sbucano sempre irrimediabilmente fuori, quelli che "doveva mettere quell'altro e non quello", quelli che "Benitez è un incompetente". Io non saprei minimamente da dove cominciare a fare una formazione. Mi piace che la gente porti rispetto per il mio lavoro e faccio lo stesso con gli altri. Soprattutto se fanno un lavoro totalmente diverso dal mio.
    Ma l'Italia è una repubblica fondata sui ct del giorno dopo, tutti potenziali campioni d'Europa, che chissà come mai però fanno un altro mestiere. Chissà, chissà.
     
    Oggi è dura, ma io non demordo, quindi, anche e soprattutto oggi:
    Adl Napoli, proprio un Napoli coi baffi. E se va bene a me, buon Napoli a tutti
     
    Forza Napoli. Sempre, comunque e dovunque.

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