La Favola del Campania Ponticelli

Il ricordo del sogno di quella che fu la seconda squadra di Napoli. Un'impresa storica solo sfiorata che però è rimasta nella memoria collettiva di una comunità
  • di Roberto Eletto 

    Forse i più giovani non lo sanno, ma Napoli a cavallo tra gli anni 70/80 ha avuto la sua seconda squadra di calcio. Squadra che sfiorò per un soffio l’impresa storica della promozione in serie B, svanita solo all’ultima giornata di campionato. Quella squadra, che tanto fece sognare una parte della città e tutti gli sportivi della regione era il glorioso Campania Ponticelli.

    Grande artefice di quel miracolo fu il patron, il dentista napoletano Antonio Morra Greco, che nel 1975, spinto da amici commercianti di Via Toledo, che già seguivano le sorti di due squadri locali, il Santa Maria della Mercede e il Montecalvario, decise di intraprendere l’avventura calcistica. Dalla fusione delle due squadre nacque così l’SSC Campania. La squadra fu iscritta al campionato di Prima Categoria 1975/76. 

    Le partite venivano disputate tra il campo della Loggetta a Fuorigrotta e lo stadio Collana al Vomero, ma spettatori neanche a pagarne. La stagione, nonostante i grandi investimenti e una grossa campagna acquisti non fu delle più esaltanti. L’anno successivo, con un cambio alla guida tecnica e altri significativi acquisti, si concluse con la vittoria del campionato. Ma il Dott. Morra Greco, diventato nel frattempo molto ambizioso, non era soddisfatto. Alla squadra mancava qualcosa, mancava un pubblico che la sostenesse. Individuò in Ponticelli, quartiere operaio di Napoli Est, il posto ideale dove far decollare il suo progetto. Ponticelli, insieme a Barra e San Giovanni a Teduccio, formavano la cosiddetta “zona industriale” di Napoli. Le grandi raffinerie e le altissime ciminiere delle industrie conserviere ne dominavano il paesaggio. Con i suoi tanti rioni di edilizia popolare e la ricostruzione post-terremoto dell’80, Ponticelli era il secondo quartiere, per numero di abitanti di Napoli. Praticamente una città nella città. La squadra di calcio era per i cittadini occasione di rivalsa, per una periferia da sempre dimenticata dalle istituzioni cittadine. 

    L’US Ponticelli poteva contare sull’apporto di un pubblico molto caloroso. Il campo di Via Argine infatti, con gli spalti a ridosso del terreno di gioco diventava nelle partite casalinghe un vero e proprio catino infernale. 

    Il Dott. Morra Greco fiutò l’occasione e propose ai dirigenti locali la fusione, portando in dote il titolo di Promozione appena conquistato. Da qui la nuova denominazione “Campania Ponticelli” e l’inizio di una cavalcata travolgente che la porterà ben presto nel calcio che conta. Trascinata dall’estro e dai goal di Natale Mazzeo, da capitan Aprea e dall’esperienza dei vari Gargiulo, Liguori e Carannante, i biancorossi ottennero tre promozioni in tre anni.

    Dal campionato di Promozione alla C1. Dodicesimo uomo in campo, manco a dirlo, fu la gente di Ponticelli. Il campo di Via Argine gremito all’inverosimile diventò un fortino inespugnabile.

    Il campionato di Promozione fu stracciato già al girone di andata, ma in serie D accedevano solo due delle tre squadre vincitrici dei rispettivi gironi. Campania Ponticelli e Giugliano ebbero la meglio sulla Sangiuseppese dopo gli spareggi. In serie D si finisce secondi dietro la Frattese, ma promossi ugualmente di diritto in C2. 

    Siamo nel 1980, un forte terremoto devasta la regione, il Napoli di Krol e Marchesi sfiora lo scudetto perdendo in casa contro un già retrocesso Perugia, Pino Daniele canta “Voglio di più” e il Campania Ponticelli vola in C1. 

    Artefici della promozione insieme a Mister D’Alessio riconfermato, sono i due nuovi acquisti, Arena e soprattutto lui, con i suoi goal pesanti, il bomber: Orazio Sorbello da Acireale. Sorbello che nel corso degli anni diventò attaccante prolifico anche in cadetteria, cambiando numerose casacche. 

    A puntellare la difesa la grande esperienza del libero Costa.

    Il quartiere è in festa. L’orgoglio e la passione dei tifosi è di sprono per il Presidente Morra Greco che ormai non fa più mistero delle sue ambizioni. 

    Nel primo anno di C1, la squadra, affidata nel frattempo a Mister Sereni, ottiene un tranquillo ottavo posto. 

    Nella stagione 1982/83 il Campania si presenta ai nastri di partenza con il solito e collaudato organico, insieme a rinforzi d’esperienza come Massa (ex Napoli) e Negrisolo (ex Roma). 

    La novità riguarda il trasferimento al San Paolo per le partite casalinghe, perché lo stadio di Ponticelli per motivi di sicurezza, nonostante i lavori di adeguamento dell’anno prima, risulta comunque avere una capienza limitata per la categoria. I tifosi non accettano di buon grado il “trasloco”, ma per il bene della squadra continuano a seguirla numerosi anche al San Paolo. La stagione inizia alla grande. Alla fine del girone di andata si è primi. Nel quartiere tutti iniziano a crederci e in effetti nulla sembra fermare i biancorossi, sempre più lanciati verso un agevole promozione. Ed invece le ultime giornate di campionato diventano un incubo. Due Pareggi a reti bianche con Ternana e Siena, che lottano per non retrocedere, ne rallentano il cammino, permettendo alle inseguitrici di agguantarla e superarla. Si arriva all’ultima giornata di campionato con questa situazione di classifica:

    Empoli, Pescara e Taranto 44; Campania Ponticelli 43

    L’ultima giornata prevede i seguenti incontri: Campania – Livorno, Empoli – Paganese, Casertana – Pescara e Salernitana – Taranto.

    Il Campania vince 1 -0, L’Empoli strapazza una già retrocessa Paganese, il Taranto non va oltre il pareggio a Salerno e il Pescara è corsaro a Caserta.

    La classifica finale vede quindi l’Empoli e il Pescara promosse in serie B e il Campania Ponticelli e il Taranto staccate di una sola lunghezza.

    Con i tifosi in lacrime svanisce un sogno accarezzato e cullato tutta la stagione. Un impresa sfiorata per un soffio. Seguirono altre tre stagioni di C1 con buoni piazzamenti ma le ripercussioni, soprattutto economiche, per la mancata promozione si fecero sentire. Il Presidente Morra Greco nel 1986 è costretto a cedere il titolo alla Puteolana 1909, che assunse la denominazione di Campania Puteolana.

    Termina così la favola dei ragazzi terribili di periferia, che dai campi polverosi di provincia, arrivarono in pochi anni a sfiorare un impresa storica. Svanisce il sogno ma non il ricordo ancora vivo tra la gente di Ponticelli. Orgogliosi, ancora oggi, di essere stati protagonisti di questa fantastica storia.

    Per la stagione 2020/21, la società rilevata da imprenditori locali, ripartirà dal campionato di Eccellenza. Nel quartiere è tornato a rivivere l’entusiasmo e le nuove generazioni di tifosi hanno voluto onorare la storia, con questo bellissimo murales all’esterno del Campo di Via Argine.

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